MODÌ – TRE GIORNI SULLE ALI DELLA FOLLIA

MODÌ – TRE GIORNI SULLE ALI DELLA FOLLIA

A 27 anni da Il coraggioso, Johnny Depp torna dietro la macchina da presa realizzando un biopic sui generis che racconta tre giorni parigini di Amedeo Modigliani. Limitarsi a considerare il film solo una esaltazione della figura del bohémien incompreso (dietro il quale si cela chiaramente Depp stesso) sarebbe però riduttivo. Modì – Tre giorni sulle ali della follia è infatti un mix di stili e generi così caotico da sembrare più un dipinto di Pollock che diverte e interroga su aspetti inusuali dell’Artista da intendere con la “A” maiuscola. Presentato nella sezione Grand Public della 19a Festa del Cinema di Roma.

Paura e delirio a Parigi

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La sequenza con cui si apre Modì – Tre giorni sulle ali della follia, nuova regia di Johnny Depp, racchiude praticamente tutto lo spirito del film, con la fuga di Modigliani dai camerieri e dalla polizia tra i tavoli e le sedie in un elegante ristorante parigino. Un rocambolesco opening che ci dice due cose. La prima è che la figura di Amedeo Modigliani (1884-1920), qui interpretata da Riccardo Scamarcio su sceneggiatura di Jerzy e Mary Olson Kromolowski, basata sull’opera teatrale di Dennys McIntyre, diventa una versione della Rive gauche di Jack Sparrow con una baguette al posto della spada. La seconda è l’intenzione di mescolare stili diversi con un inizio che potrebbe tranquillamente essere quello di un film d’azione pronto poi a scivolare su sequenze slapstick di una pellicola muta. Un miscuglio stilistico e di generi, accompagnato da brani di Tom Waits, tra gli altri, e una dedica a Jeff Beck, amico del regista scomparso nel 2023, per raccontare l’artista livornese nella Parigi del 1916. Un risultato fortunatamente molto diverso da quello de I colori dell’anima (2004, Mick Davis).

A+B non fa C

Modì - Tre giorni sulle ali della follia, Antonia Desplat in una sequenza del film
Modì – Tre giorni sulle ali della follia, Antonia Desplat in una sequenza del film

Più che essere un film sul talento o un’evoluzione artistica, Modì – Tre giorni sulle ali della folliasi sofferma sulla personalità. Modigliani si scontra con la faticosa ricerca di acquirenti per le sue opere ma può contare sull’amicizia con i colleghi Utrillo (Bruno Gouery) e Soutine (Ryan McParland) e sulle loro diverse visioni sulla vita, sull’arte e sulla politica. Un ruolo importante gioca la relazione con la giornalista Beatrice Hastings (Antonia Desplat) che ispira alcune delle sue creazioni e si scontra con la sua arroganza (ad un certo punto del film Modi scherza, ma neanche troppo, dicendole che mentre lui crea arte, lei si limita a scriverne). Tutto converge verso una serie di eventi caotici che portano Modigliani a mettere in discussione le proprie convinzioni e un punto cruciale è l’incontro con il facoltoso mercante d’arte Maurice Gagnant. Pochi imponenti minuti per Al Pacino (al quale era stato proposto 25 anni fa di dirigere il film) che servono per smontare un assioma tante volte cavalcato dalle biografie: il sacrificio o la sofferenza che un artista è destinato a sopportare non lo rende automaticamente grande. Spietato realismo VS smisurato ego. Touchè. Ma Modì ci dice anche che avere una visione personale da portare avanti, per quanto selvaggia, rappresenta il vero cuore per essere un artista contro ogni prezzo e approvazione.

Un rischio ripagato

Modì - Tre giorni sulle ali della follia, Antonia Desplat e Johnny Depp in un momento del film
Modì – Tre giorni sulle ali della follia, Louisa Ranieri e Riccardo Scamarcio in un momento del film

Depp si prende il rischio di realizzare con Modì – Tre giorni sulle ali della follia un’opera diversa dai biopic standard, assemblando una serie di narrazioni parallele che oscillano tra realtà e finzione nella vita di Modigliani. C’è il dramma che passa per le visioni di morte che si affacciano nella mente di Modigliani (siamo nella Parigi dilaniata della guerra e l’artista è malato di tubercolosi); c’è la comicità affidata soprattutto agli incontri con Utrillo e Soutine e con il mercante d’arte Lèopold Zobrowski (Stephen Graham). Non è una pellicola che fa dell’equilibrio tra le sue componenti il suo cavallo di battaglia e alcune trovate, come i già citati inserimenti slapstick, non sono particolarmente necessarie. Mischiando però tutto insieme come in una tavolozza di colori, esce fuori un’opera la cui energia incarna quello stesso spirito di sfida e ribellione dei personaggi non convenzionali che racconta e di cui sicuramente Depp fa parte. Il protagonista viene affettuosamente chiamato Modì: stesso suono della parola maudit. Tutto torna.

Locandina

Modi - Tre giorni sulle ali della follia, la locandina italiana del film
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Scheda

Titolo originale: Modì: Three Days on the Wing of Madness
Regia: Johnny Depp
Paese/anno: Regno Unito, Italia, Ungheria / 2024
Durata: 110’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Riccardo Scamarcio, Luisa Ranieri, Al Pacino, Stephen Graham, Bruno Gouery, Sally Phillips, Aaron Feder, Anabelle Daisy Grundberg, Antonia Desplat, C.J. Byrnes, Eddie Loodmer-Elliott, Eva-Jane Willis, Floriane Andersen, G. Maximilian Zarou, Hugo Nicolau, Jamie Wilson, Kat Fairaway, Kembe Sorel, Kimberley Kim, Matthew Wolf, Nicky Goldie, Philippe Smolikowski, Ruki Baunoch, Russell Anthony, Ryan McParland
Sceneggiatura: Jerzy Kromolowski, Mary Olson-Kromolowski
Fotografia: Dariusz Wolski, Nicola Pecorini
Montaggio: Mark Davies
Musiche: Sacha Puttnam
Produttore: Viktória Petrányi, Stephen Deuters, Monika Bacardi, Jason Forman, Agar Forjan, Barry Navidi, Sam Sarkar, Stephen Malit, Andrea Iervolino
Casa di Produzione: Proton Cinema, Barry Navidi Productions, The Veterans, Iervolino & Lady Bacardi Entertainment, Westman Films, IN.2 Film, Red Sea Film Festival Foundation
Distribuzione: Medusa Film, Be Water Film, Maestro Distribution

Data di uscita: 21/11/2024

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Laureato in archeologia ma sempre con pericolose deviazioni cinematografiche, tali da farmi frequentare dei corsi di regia e sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho partecipato per alcuni anni allo staff organizzativo dell’Irish Film Festival presso la Casa del Cinema. Da qua, il passo per dedicarmi a dei cortometraggi, alcuni dei quali per il concorso “Mamma Roma e i suoi quartieri”, è stato breve, condito anche dalla curatela di un incontro intitolato “La donna nel cinema giapponese”, focalizzato sul cinema di Mizoguchi, presso il cineclub Alphaville. Pur amando ovviamente il cinema nelle sue diverse sfaccettature, sono un appassionato di pellicole orientali, in particolare coreane, che credo occuperanno un posto rilevante nei futuri manuali di storia del cinema.

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