EUROPA CENTRALE

EUROPA CENTRALE

Opera prima del regista Gianluca Minucci, Europa centrale trasporta lo spettatore in atmosfere che preludono alla Guerra Fredda, in un viaggio su un treno che oggi definiremmo d’epoca, attraverso un Vecchio Continente ancora segnato dai confini e dove irrompono chiari gli "ismi".

“Ismi” e spie su rotaia

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Tensione e colpi di scena dalla prima all’ultima scena. Europa centrale, il film opera prima del regista Gianluca Minucci, trasporta letteralmente lo spettatore in atmosfere di conflitto che preludono alla Guerra Fredda. In un viaggio su un treno che oggi definiremmo d’epoca, in un Vecchio Continente ancora segnato dai confini e dove irrompono chiari gli ismi, il fascismo ma anche il comunismo. La missione, datata aprile 1940, è quella di portare le lettere di Spartaco – allusione probabilmente agli spartachisti tedeschi – al sicuro; ma si capisce subito che sarà una missione difficile, quasi impossibile. Il treno diventa così, tra le cabine letto, il vagone ristorante, il vagone merci e la discesa breve alle stazioni, un luogo dove lo spionaggio – mussoliniano ma anche stalinista – è protagonista, tra tradimenti, cambi di prospettive, ideologie.

Diffidenza impera

Europa centrale, un'immagine del film
Europa centrale, un’immagine del film

Un kammerspiel, come è stato definito Europa centrale, che viene raccontato in lingua restituendo realisticamente un tempo in cui le lingue parlate erano molte. I dialoghi, i primi piani, sono continui, come continua è la diffidenza dello spettatore per l’uno o l’altro personaggio. Persino per l’adolescente Olga Cassola, interpretata da Angelica Kazankova, figlia di Umberto che, malgrado una ostentata compostezza tra trecce ben pettinate ed abiti castigati, sembra tenere i fili di una storia in itinere che viaggia ineluttabilmente verso un epilogo tragico.

Lettere di Spartaco

Europa centrale, un'inquadratura del film
Europa centrale, un’inquadratura del film

Il treno va e con esso, confine dopo confine, chilometro dopo chilometro, nello scorrere dei paesaggi per lo più notturni dal finestrino, la storia si dipana tra coppie che scoppiano, tra ex amici che confessano di non sopportarsi, tra fughe e ritorni. Le donne vantano un proprio ruolo ma restano allo stesso tempo vittime di cruda violenza, anche fisica. Non è chiaro perché le lettere di Spartaco siano così importanti, quale messaggio portino, eppure in molti per esse sono decisi a morire.

Atmosfera realistica

Europa centrale, una foto tratta dal film
Europa centrale, una foto tratta dal film

Il regista evidentemente, e con lui lo sceneggiatore, hanno voluto semplicemente ricreare un’atmosfera e ci sono riusciti grazie sia a espedienti tecnici che a soluzioni logistiche.

Europa centrale, spiegano le note di regia “è un film girato in formato quadrato 4:3 (large format) con lenti vintage a basso contrasto (Canon K35). Questo per privilegiare i primi piani, amplificando così l’intimità della recitazione”. E ancora: “La palette cromatica scelta è stata quella del technicolor three-strip, con prevalenza di rosso, ciano e giallo”. Tutte precisazioni tecniche che vogliono sottolineare l’originalità delle riprese; in tutto il contesto è chiaro che gli ambienti scelti, estremamente accurati, sono una parte importante della pellicola. Al riguardo si mette in evidenza dalla regia che il film è stato girato esclusivamente all’interno del Museo dei Treni e nella Stazione Centrale Keleti di Budapest, all’interno di carrozze originali degli anni Venti e Trenta. Degni di nota nella ricostruzione storica degli ambienti anche i costumi di Stefano Ciammitti.

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Colonna sonora immanente

Europa centrale, un momento del film
Europa centrale, un momento del film

E tra le scelte registiche anche la colonna sonora originale, realizzata dal compositore polacco Zbigniew Preisner dall’“impianto coreutico”, e che si ispira all’uso evocativo del coro nelle tragedia greca ma anche al melodramma. Si riconosce la citazione dalla Manon Lescaut di Giacomo Puccini, l’unico momento di amore del film. D’effetto anche la multilingua – francese, italiano, ungherese, polacco, russo – che racconta di un’Europa che non c’è più; lingue senza doppiaggio ma con sottotitoli, per “garantire maggior realismo alla ricostruzione d’epoca”. L’impressione, arrivati ai titoli di coda, è che Europa centrale sia un esperimento collettivo riuscito che si nutre di diverse competenze. Quelle storiche arrivano dallo sceneggiatore Patrick Karlsen, che indica come suoi campi di interesse principali nelle note biografiche la storia del comunismo internazionale, il rapporto tra intellettuali e totalitarismi, le culture politiche di frontiera nell’Europa del Novecento.

Convincenti: Pierobon e Molnár

Il film è interpretato da Paolo Pierobon che è il comunista Umberto Cassola, Tommaso Ragno nei panni di Guido Clerici, Catherine Bertoni de Laet che diventa Julia Szapolowska, Matilde Vigna che dà voce e volto al personaggio di Gerda Hermet, Levente Molnár che nella pellicola si trasforma in László Molnar. Uscito in sala giovedì 13 marzo scorso, il film è stato presentato in Concorso alla 42a edizione del Torino Film Festival. A produrlo Danubio Film, Wildside, M74 in collaborazione con Rai Cinema.

Locandina

Europa centrale, la locandina del film

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Scheda

Titolo originale: Europa centrale
Regia: Gianluca Minucci
Paese/anno: Italia / 2024
Durata: 84’
Genere: Drammatico
Cast: Tommaso Ragno, Paolo Pierobon, Angelica Kazankova, Anna Behne, Francesco Rossini, Matilde Vigna, Andrea Dante Benazzo, András Bálint, Catherine Bertoni de Laet, Laurent Winkler, Levente Molnár, Mario Cossu, Selmeci Lili
Sceneggiatura: Gianluca Minucci, Patrick Karlsen
Fotografia: Carlo Rinaldi
Montaggio: Ian Degrassi
Musiche: Zbigniew Preisner
Produttore: Lorenzo Gangarossa, Mario Gianani, Aldo Minucci, Monica Galantucci, Gianluca Minucci, Romano Reggiani
Casa di Produzione: Wildside, m74, Danubio Film, Rai Cinema
Distribuzione: Danubio Film

Data di uscita: 13/03/2025

Trailer

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Giornalista professionista, laureata in Scienze Politiche. Ha collaborato con Ansa e Il Tempo, passando poi alla collaborazione fissa con Il Messaggero. Ha scritto per L’Espresso, D La Repubblica delle Donne, Avvenimenti. Per le edizioni Media&Books ha pubblicato, con il luogotenente Francesco Leonardis, il libro Laureato in onestà (2017). Ha diretto il mensile ambientalista La Voce del Lago. Gestisce il sito www.ecolagodibracciano.it e dirige il mensile Gente di Bracciano. È presidente dal 1992 dell’Associazione Culturale Sabate - Museo Storico della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare “Augusto Montori” a Anguillara e, dal 2017, del Comitato Difesa Bacino Lacuale Bracciano-Martignano.

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