IL MOSTRO
Creata da Leonardo Fasoli, Stefano Sollima

Una miniserie attesissima e di punta per il già ricco 2025 di Netflix, Il mostro, di Stefano Sollima e Leonardo Fasoli, in quattro puntate parte “dove tutto ebbe inizio” (citando la didascalia della serie stessa), ossia dal primo omicidio attribuito all’oscuro e tuttora ignoto serial killer nostrano, che ha terrorizzato il Paese per ben diciassette anni: il cosiddetto Mostro di Firenze. Le paure più profonde si mischiano a una narrazione inaspettata, in cui si respira un mondo arcaico, patriarcale, malsano, con un filo conduttore che passa principalmente per la figura femminile.
Uno spaccato sociale italiano
Lastra a Signa (FI). Una donna cammina per il paese, fingendo una peculiare sicurezza di sé, in tempi, nell’Italia degli anni Sessanta, in cui l’essere moglie non sempre combaciava con il muoversi disinvolte in un contesto provinciale. La consapevolezza di sé in mezzo alla gente era quel troppo che stroppiava. Gli occhi addosso, le voci sussurrate della gente, i malcelati cenni su un marito poco autorevole. Quella donna era Barbara Locci, prima vittima, insieme ad Antonio Lo Bianco, attribuita al cosiddetto mostro di Firenze. Ma andiamo con ordine. Chi conosce la cronologia dei delitti del “mostro” sa che la Locci e il suo amante Lo Bianco sono stati uccisi nel 1968 e che quell’omicidio è stato collegato a quelli successivi, poiché la pistola utilizzata era la stessa (Beretta Calibro 22, serie H). Nella miniserie Il mostro, quindi, si parla abbondantemente di quel delitto, ma, per via di vari salti temporali, il vero inizio prende il via con l’uccisione di Paolo Mainardi e Antonella Migliorini e dalle indagini della magistrata Silvia Della Monica.
La pista sarda

La scelta di Stefano Sollima nel trattare la vicenda del Mostro di Firenze segue pedissequamente le indagini ufficiali, ma si concentra su un solo lato dei diciassette anni di terrore vissuti da un’intera comunità: la cosiddetta “pista sarda”. Non si ipotizza, però, che il mostro faccia parte del contesto dei personaggi legati al delitto Locci-Lo Bianco. La decisione di concentrarsi su Barbara Locci, il marito Stefano Mele, Giovanni Mele e i fratelli Salvatore e Francesco Vinci risponde a un intento preciso: raccontare un periodo della nostra storia in cui arcaismo e degrado erano radicati nelle comunità di emigranti italiani.
La comunità sarda che gravitava intorno a Barbara Locci, vero filo conduttore dei quattro episodi de Il mostro era chiusa, fortemente arretrata, patriarcale e malsana. Matrimoni combinati, eterosessualità imposta, un finto decoro, violenze e soprusi e una donna, la Locci, che non vuole sentirsi costretta solo nel ruolo di moglie e madre. Un mondo maschilista e malsano genera mostri? Sì, ma nelle coscienze, non per forza nelle azioni criminose. Il delitto Locci-Lo Bianco sembra opera di dissapori familiari, di vendette e codici ancestrali; gli altri delitti del mostro rimandano a un fastidio profondo, a un bigottismo nei confronti di coppie che volevano solo un momento di intimità. Nei delitti del Mostro, giovani uomini erano freddati sul colpo e le donne, appena uccise, venivano deturpate e private di qualsiasi dignità, attraverso mutilazioni. Odio, quindi, verso donne come la Locci, ma anche verso ragazze di varie estrazioni sociali e culturali, “colpevoli” solo di essere donne libere di avere un’intimità col proprio uomo. Quindi, la miniserie non punta il dito contro quel gruppo di emigrati sardi, ma, attraverso di loro, narra un Paese immerso in situazioni becere, in moralismi senza scampo, in cui l’orrore non è dettato solo dal sangue che scorre, ma da moralismi e schemi tuttora duri a morire in alcuni contesti.
Una ricostruzione fedele ai fatti

La miniserie Il mostro ricostruisce fedelmente sia i fatti realmente accaduti sia i costumi e le atmosfere delle varie epoche (gli anni Sessanta, ma anche Settanta e Ottanta), mostrando anche alcuni delitti (quelli dal 1982 al 1985 e anche quello del 1968), che si intervallano all’interno della narrazione del gruppo dei sardi, dalla loro emigrazione agli arresti nei primi anni Ottanta, quando si pensava che i mostri fossero loro. Le vite personali dei Mele e dei Vinci si alternano continuamente ai delitti e alle indagini, non per confondere gli spettatori, ma per creare un ritmo del tutto particolare, evitando di illustrare il tutto in un prevedibile ordine cronologico. La scelta di non cambiare i nomi e di non aggiungere personaggi mai esistiti aiuta a immergersi nella storia, così come a sottolineare il degrado sociale che circondava il piccolo Natalino Mele, figlio di Barbara Locci e Stefano Mele, uomo che, silenziosamente, accettava i continui tradimenti della moglie. Attraverso gli occhi di Natalino, viene fuori un senso di impotenza e, al contempo, della forza di sopravvivenza tipica dei bambini.
Non il solito true crime

La peculiarità de Il mostro non è indugiare sui delitti o ipotizzare un colpevole, dato che tuttora non si sa chi sia, ma di spostare l’attenzione sul fenomeno del “mostro” come la conseguenza di una società che compie discriminazione di genere, colpevolizzando le donne e la loro libertà e incitando gli uomini a “fare gli uomini” anche controvoglia. Non vi è, quindi, l’intento di creare angoscia o inquietudine, ma di far riflettere. Tale scelta potrebbe far storcere il naso a chi non cercava la denuncia contro un certo sistema patriarcale (accusando gli autori di “wokismo”), così come i continui salti temporali possono creare disorientamento, specie in chi non conosce i fatti accaduti. Eppure, la forza di questa miniserie sta tutta nel non voler creare un effetto voyeuristico né di puntare il dito contro qualcuno, accusandolo di delitti mai commessi. Chi era il Mostro? Non si sa, come non sappiamo se ci sarà una seconda stagione, dato che un personaggio compare proprio alla fine del quarto episodio e da lui potrebbe partire una seconda narrazione. O, forse, va bene così: aver dato una chiave di lettura diversa a un periodo angoscioso della nostra storia è già segno di un grande lavoro di scrittura nonché di regia.
Locandina

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Scheda
Titolo originale: Il mostro
Creata da: Leonardo Fasoli, Stefano Sollima
Regia: Stefano Sollima
Paese/anno: Italia / 2025
Genere: Drammatico, Poliziesco, Thriller, Giallo
Cast: Liliana Bottone, Francesca Olia, Giacomo Fadda, Lisa Galantini, Luigi Cazzaniga, Marco Bullitta, Nicolo Pasetti, Paolo Ricci, Samuel Fantini, Adele Piras, Alberto Marcello, Alessandro Cucca, Alessandro Mollo, Antonio Tintis, Barbara Pitzianti, Caterina Rossi, Chloé Groussard, Claudia Baralla, Claudio Vasile, Cristina Toccafondi, Dennis Svensson, Giaime Lewis, Gian Bonacchi, Giordano Mannu, Giorgio Pinto, Luca Guastini, Luca Pusceddu, Luigi Camillo, Niccolo Cancellieri, Stefano Alessandroni, Valentino Mannias
Sceneggiatura: Leonardo Fasoli, Stefano Sollima
Fotografia: Paolo Carnera
Montaggio: Clelio Benevento
Musiche: Alessandro Cortini
Produttore: Stefano Sollima, Lorenzo Mieli
Casa di Produzione: AlterEgo, The Apartment
Distribuzione: Netflix
Data di uscita: 22/10/2025
