IT: WELCOME TO DERRY
Creata da Jason Fuchs, Andy Muschietti, Barbara Muschietti

Approdato il 27 ottobre sui teleschermi di Sky Atlantic e NOW, il primo episodio dell’atteso prequel It: Welcome to Derry stuzzica con mestiere l’immaginario del lettore storico di Stephen King, colpendolo poi – specie in due singoli, folgoranti momenti – con un’inattesa ferocia. Le basi, a dispetto di quelle che erano le non entusiasmanti premesse, sono state abilmente poste: si tratterà ora di vedere se i frutti saranno raccolti.
Una splendida festa di sangue
Chi scrive, kinghiano di vecchia data (e forse qualcosa di più) deve ammettere di essersi accostato con un certo scetticismo al primo episodio di questa It: Welcome to Derry. Troppo forte è ancora la delusione – pur tutt’altro che imprevedibile – per il recente dittico cinematografico diretto da Andy Muschietti, specie per un secondo episodio che semplificava oltremodo (e a tratti stravolgeva) la complessa architettura narrativa e concettuale del romanzo originale. Se è vero che It di Stephen King non è, probabilmente, filmabile o riassumibile attraverso uno o due lungometraggi (anche di tre ore), e se è vero che la serialità televisiva, laddove ben utilizzata, potrebbe offrire la dimensione ideale per la resa di un’opera così corposa e complessa, è pur vero che i due film di Muschietti hanno contribuito in questi anni a riaccendere l’hype sulla figura del crudele Pennywise – da tempo, a sua volta, fenomeno pop ben consolidato nell’immaginario collettivo, principalmente grazie alla sua memorabile resa da parte di Tim Curry nel pur mediocre primo adattamento televisivo del 1990. Insomma, le premesse iniziali di questa serie-prequel targata HBO, direttamente legata ai due capitoli cinematografici, ideata da Andy e Barbara Muschietti e sviluppata dagli sceneggiatori Jason Fuchs e Brad Caleb Kane, non erano esattamente delle migliori; l’evidente intento di spremere il più possibile un marchio ancora ben remunerativo – e il sostanziale nulla osta dato all’operazione dallo stesso King, già fin troppo benevolo nei confronti dei due film – giustificavano un atteggiamento di scarsissima fiducia verso l’intera operazione, per non dire di scoraggiata indifferenza. Un atteggiamento – lo specifichiamo subito – ancora in parte giustificato viste le citate premesse (e soprattutto il modo in cui il progetto è stato sviluppato), anche dopo la visione di questo primo, per molti versi sorprendente episodio. Tuttavia, ci si trova qui di fronte a 52 minuti decisamente più kinghiani di tutte le (quasi) tre ore di It: Capitolo 2, in cui sotto la patina baracconesca (purtroppo) tipica del regista, si agitano temi e atmosfere che ai lettori dell’autore del Maine sono ben noti. Insieme a una inusitata, insperata cattiveria. Certo, è presto per parlare. Ma è già più di quello che ci aspettavamo.
Il Georgie ante-litteram

Questo primo episodio, degli otto che andranno a comporre la prima stagione di It: Welcome to Derry (il progetto, come hanno già spiegato gli sceneggiatori, dovrebbe articolarsi in tre annate narrate “a ritroso”, lungo tre diverse epoche storiche) si apre nel 1962: il giovanissimo Matt Clements – in un prologo, già ampiamente discusso, di cui evitiamo di svelare i dettagli – diviene la prima vittima nota di quella forza oscura che nei decenni successivi continuerà a infestare la cittadina del Maine, terrorizzando in particolare i suoi abitanti più giovani. Successivamente, il maggiore Leroy Hanlon (interpretato da Jovan Adepo) approda nel piccolo centro urbano, richiamato nella base militare locale per un delicato compito di spionaggio, legato al clima di guerra fredda dell’epoca. Intanto, un gruppo di coetanei di Matt (Lilly Bainbridge, Ronnie Grogan, Phil Mulkin e Teddy Uris) cercano di venire a capo della scomparsa del ragazzo, guidati da alcune terrificanti visioni che li hanno turbati di recente. I ragazzi, tuttavia, non hanno idea della portata del potere malvagio con cui stanno per confrontarsi.
Una Derry più familiare

È del tutto evidente, nel primo segmento di questa It: Welcome to Derry, la scelta di ricostruire l’impalcatura di partenza dell’opera kinghiana, almeno nei suoi snodi fondamentali (la scomparsa di un ragazzino, le indagini infruttuose, un gruppo di coetanei tendenzialmente “outsider” – per motivi diversi – che intuiscono gli oscuri contorni della minaccia) nonché attraverso atmosfere che ai constant readers dello scrittore del Maine risulteranno subito familiari; la scena d’apertura, per esempio – pur in una ferocia che in qualche modo anticipa ciò che vedremo successivamente – ha il tipico sviluppo dell’incubo vissuto da molti giovani personaggi di King: quello che da una situazione realistica e apparentemente rassicurante (in questo caso persino accogliente) innesta un orrore che progressivamente deforma e disintegra la razionalità. Non c’è (ancora) Pennywise, insomma, e non ci sono palloncini rossi più o meno galleggianti, ma il fantasma del piccolo Georgie e della sua barchetta è indirettamente, fortissimamente, evocato; e la stessa, successiva introduzione dei personaggi – sia del già citato quartetto di coetanei, sia dei primi volti del cast adulto – mantiene un evidente fil rouge con le atmosfere del romanzo di King. In questo, pur con un cortocircuito per certi versi paradossale, fa piacere ritrovare la Derry che, come lettori, avevamo conosciuto inizialmente proprio attraverso le pagine di King: siamo infatti nel 1962, quindi solo quattro anni dopo quel 1958 che (in un altro universo, quello della pagina scritta) aveva fatto da teatro al primo scontro tra It e i Perdenti. Un cortocircuito che gli sceneggiatori hanno voluto abilmente sfruttare, specie quando introducono – nel personaggio di Leroy Hanlon, il cui cognome (e non è l’unico) suggerisce un legame diretto col Mike Hanlon di It – il tema del razzismo, componente fondamentale del romanzo, nonché fittamente intramata nella realtà sociale di una provincia americana di inizio anni ‘60.
“Avete la nostra attenzione”

Tra rimandi indiretti (tra cui quelli che abbiamo appena evidenziato) e altri più espliciti, questa prima puntata di It: Welcome to Derry attinge insomma con mestiere all’immaginario inevitabilmente vintage e nostalgico – anche quello più direttamente legato al “genere” – che il romanzo di Stephen King aveva consolidato nei suoi lettori storici; in più (e questo era meno scontato) sembra porre le basi per una vicenda in cui molti temi kinghiani – non solo quelli contenuti nello stesso It – sono presenti e centrali. Certo, è inevitabile che la mente dello spettatore del 2025 vada anche, e forse soprattutto, a Stranger Things: un prodotto della cultura pop contemporanea che proprio da It aveva tratto gran parte delle sue premesse – e che qui sembra tuttavia evocato più direttamente (in modi ancora non chiari) nel subplot legato alla base militare e ai suoi segreti. Sia quel che sia, a tradire – e per molti versi sovvertire – le aspettative che l’intero episodio aveva suscitato nello spettatore più smaliziato, arriva un cliffhanger su cui si è già scritto molto, destabilizzante nella sua ferocia e tuttavia – a ben vedere – molto coerente con le rinnovate premesse del prodotto. Premesse – parliamo di quelle, più concrete rispetto alle premesse teoriche della vigilia, seguite alla visione di questo Il pilota (simpatica la doppia accezione del titolo) – che al momento sembrano autorizzare una cauta ma palpabile curiosità, nei confronti dei prossimi sette episodi di It: Welcome to Derry: ai Muschietti, e ai due showrunner della serie Jason Fuchs e Brad Caleb Kane, possiamo al momento dire “avete la nostra attenzione”. È più di quello che sarebbe stato lecito aspettarsi, ma ancora ben lungi da un definitivo suggello positivo.
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Scheda
Titolo originale: It: Welcome to Derry
Creata da: Jason Fuchs, Andy Muschietti, Barbara Muschietti
Regia: Andy Muschietti
Paese/anno: Stati Uniti, Canada / 2025
Genere: Horror
Cast: Bill Skarsgård, Jovan Adepo, Clara Stack, James Remar, Taylour Paige, Chad Rook, Chris Chalk, Rudy Mancuso, Thomas Mitchell, Alixandra Fuchs, Amanda Christine, Blake Cameron James, Chance Orion Wood, Dmitry Chepovetsky, Eli Katz, Finley Burke, Isabel Deroy-Olson, Jack Molloy Legault, Joshua Odjick, Larry Day, Matilda Legault, Mikkal Karim Fidler, Miles Ekhardt, Robert Clarke
Sceneggiatura: Austin Guzman, Barbara Muschietti, Jasmyne Flournoy, Guadalís Del Carmen, Jason Fuchs, Andy Muschietti, Gabriel Hobson, Cord Jefferson, Brad Kane, Helen Shang
Fotografia: Rasmus Heise, Daniel Vilar
Montaggio: Esther Sokolow, Glenn Garland, Matthew V. Colonna
Musiche: Benjamin Wallfisch
Produttore: Jordan Weaver, Sarah Rath, Gabriel Hobson, Kristen Kuchenbecker, Dan Lin, Lyn Lucibello, Roy Lee, Cherie Dimaline
Casa di Produzione: HBO Max, Double Dream, Warner Bros. Television, FiveTen Productions, Rideback, Vertigo Entertainment, Québec Production Services Tax Credit
Distribuzione: Sky / NOW
Data di uscita: 27/10/2025
