JAFAR PANAHI ANNUNCIA LO SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE

JAFAR PANAHI ANNUNCIA LO SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE

“Smetterò di mangiare e bere fino al mio rilascio, o finché il mio corpo senza vita non sarà liberato”, questo l’annuncio di Jafar Panahi, detenuto da luglio in un carcere iraniano.

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Jafar Panahi, regista iraniano da luglio detenuto nella prigione di Evin, a Teheran, ha annunciato l’inizio di uno sciopero della fame e della sete per protestare contro la sua detenzione. Panahi, da sempre oppositore del regime iraniano, è tuttora detenuto in carcere in seguito a una condanna emessa nel 2010, nonostante a gennaio una sentenza della Corte Suprema abbia annullato la sua condanna.

Dichiaro che, come protesta contro il comportamento illegale e disumano dell’apparato giudiziario del regime, e contro la loro presa di ostaggi, ho iniziato uno sciopero della fame dalla mattina del 12 di Bahman (1 febbraio)”, recita il comunicato del regista, pubblicato su Instagram dalla moglie Tahereh Saeedi e dal figlio Panah Panahi. “Rifiuterò di mangiare, bere e prendere medicine fino al mio rilascio. Rimarrò in questo stato fin quando, forse, il mio corpo senza vita sarà finalmente liberato dalla prigione”.

L’arresto di Jafar Panahi, lo scorso luglio, era stato motivato da una sentenza del 2010, che lo condannava a sei anni di carcere per un “atto di propaganda contro il sistema”. A gennaio la Corte Suprema iraniana ha annullato la condanna, in quanto veniva inflitta oltre il termine di prescrizione (10 anni), rimandando il caso a una corte d’appello. Panahi, nella sentenza, veniva interdetto anche dal girare film o scrivere sceneggiature, nonché dal rilasciare interviste o abbandonare il paese.

Il regista, nonostante i divieti, è riuscito a girare diversi film negli ultimi anni, tra cui Taxi Teheran (Orso d’Argento a Berlino) e Gli orsi non esistono (Premio Speciale della Giuria alla recente Mostra del Cinema di Venezia). L’incarcerazione di Panahi è arrivata prima dell’ondata di proteste che ha scosso il paese negli ultimi mesi, originata dall’uccisione della 22enne Mahsa Amini. Le proteste hanno già provocato la morte di oltre 500 civili per mano delle forze di sicurezza, oltre all’arresto o al divieto di girare film per più di 100 membri dell’industria cinematografica iraniana.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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