È ANDATO TUTTO BENE

È ANDATO TUTTO BENE

In questo È andato tutto bene, il noto regista francese François Ozon affronta un tema delicato in modo sincero ma squilibrato, come spesso accade quando cerca di fare film più seri. Presentato in concorso a Cannes 2021.

Nel nome del padre

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È inarrestabile il regista francese François Ozon, anche in tempi di pandemia quando la sua media di un progetto all’anno potrebbe essere messa in discussione: dopo aver completato Estate 85 in tempo per Cannes 2020, con bollino del festival nonostante quell’edizione non abbia poi avuto luogo, è tornato sulla Croisette nell’estate del 2021 con questo È andato tutto bene, e nel momento in cui il suo nuovo lungometraggio esce nelle sale italiane arriva la notizia che meno di un mese dopo avrà l’onore di inaugurare la Berlinale 2022 con Peter von Kant, rilettura del celeberrimo film di Rainer Werner Fassbinder. Nell’attesa di scoprire come abbia messo mano a un caposaldo del cinema tedesco, eccoci quindi in ben altro ambiente, già parzialmente esplorato dal cineasta nel 2005, ne Il tempo che resta.

Abbracciare la morte

È andato tutto bene recensione

È andato tutto bene si basa sul romanzo autobiografico di Emmanuèle Bernheim, già collaboratrice di Ozon (ha partecipato alla scrittura di quattro dei suoi film, tra cui Swimming Pool) e, con lo stesso soggetto, al centro dell’opera di autofinzione Être vivant et le savoir di Alain Cavalier, che parte dal passato per parlare del presente (la scrittrice, affetta da un tumore, è scomparsa durante la lavorazione del progetto). In questa sede lei ha il volto di Sophie Marceau, ed è chiamata all’ospedale dove il padre André è ricoverato in seguito a un ictus. Lui (un André Dussollier quasi irriconoscibile, soprattutto nella prima parte del film) non ne vuole più sapere di vivere, e chiede alla figlia di aiutarlo a morire. Solo che l’eutanasia in Francia è illegale, e di conseguenza Emmanuèle e la sorella maggiore Pascale (Géraldine Pailhas) devono trovare una soluzione. L’opzione più realistica sarebbe la Svizzera, ma siccome André ha apertamente parlato del suo desiderio di morire, farlo arrivare a destinazione – in tutti i sensi – potrebbe comportare dei problemi con le autorità transalpine…

Emozioni traballanti

È andato tutto bene recensione

Più che un film sulla malattia (con un titolo che almeno in italiano fa pensare a certi slogan di inizio pandemia) o sulla perdita di un genitore, È andato tutto bene è innanzitutto un sentito omaggio a un’amica che non c’è più, il ritratto di una donna forte che si regge perfettamente sulle spalle di Sophie Marceau, attrice che ultimamente ha frequentato il cinema in maniera molto saltuaria – prima di girare con Ozon non si era più vista sul grande schermo dal 2018 – e qui incarna uno dei suoi personaggi più riusciti e struggenti. È protagonista di un magnifico duello recitativo con Dussollier, energico e potente sul piano attoriale anche quando la parte gli impone di essere a un passo dalla morte. Due presenze molto differenti che si completano in modo efficace, dando al lungometraggio il suo principale slancio di vita.

Ma per certi versi l’operazione si ferma lì, perché intorno alle due magnifiche interpretazioni, supportate da un cast di contorno di tutto rispetto, c’è un meccanismo narrativo che, come nella maggior parte dei casi in cui Ozon cerca di fare un film spoglio di ironia o ammiccamenti cinefili (anche se qui c’è una esplicita e divertente citazione di Buñuel), funziona solo a intermittenza, perché se la tragedia famigliare basata su un’esistenza quotidiana molto banale ha un suo impatto di non poco conto, la componente giudiziaria, quasi thriller, legata all’eutanasia scricchiola invece in più punti, trasudando artificiosità malgrado la materia prima ancorata nel vero. E così le emozioni arrivano, ma arrancando tra un espediente e l’altro, fino a rischiare di perdere la loro forza all’interno di una costruzione drammaturgica dove la commistione di generi non è calibrata al meglio. Ma come abbiamo già detto, il prolifico e a tratti bulimico cineasta è già al lavoro su nuovi progetti, quindi non c’è da preoccuparsi: andrà tutto bene.

È andato tutto bene poster locandina

Scheda

Titolo originale: Tout s'est bien passé
Regia: François Ozon
Paese/anno: Francia / 2021
Durata: 113’
Genere: Drammatico
Cast: Charlotte Rampling, Grégory Gadebois, André Dussollier, Denise Chalem, Hanna Schygulla, Jacques Nolot, Judith Magre, Alexia Chicot, Catherine Chevallier, Daniel Mesguich, François Perache, Géraldine Pailhas, Quentin Redt-Zimmer, Sophie Marceau, Éric Caravaca
Sceneggiatura: Philippe Piazzo, François Ozon
Fotografia: Hichame Alaouie
Montaggio: Laure Gardette
Produttore: Nicolas Altmayer, Eric Altmayer
Casa di Produzione: Scope Pictures, Mandarin Films, FOZ, Playtime Production
Distribuzione: Academy Two

Data di uscita: 13/01/2022

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Giornalista e traduttore freelance, collabora con varie testate in Italia e Svizzera e con festival come Locarno e la Berlinale. Ama la sala, ma non disdegna le piattaforme.

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