SENZA FINE

SENZA FINE

Diretto da Elisa Fuksas, Senza fine esce completamente dagli schemi e dalle strutture classiche del documentario per lasciare spazio a un racconto personale e ironico svolto costantemente in prima persona. Perché nessuno può parlare della Vanoni se non la Vanoni stessa.

Tu per me sei luna e stelle, tu per me sei sole e cielo, tu per me sei tutto quanto, tutto quanto voglio avere

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Nel corso degli anni è stata considerata una donna di grande eleganza, una voce inconfondibile, la ragazza che interpretava le canzoni della mala. Non tutti, però, sanno che Ornella Vanoni, oltre a tutto questo, è stata anche una ragazza timida che, nel corso degli anni, ha scoperto tante caratteristiche della sua personalità tra cui l’ironia. Perché un elemento che caratterizza oggi l’artista e la donna, forse più che nel passato, è proprio la capacità di ridere senza alcun pudore della vita e di se stessa. Una risultato che non è certo scontato, soprattutto per una donna considerata affascinate e conquistatrice. Eppure, attraverso le sue parole, si viene conquistati senza remore da dei tempi comici naturali e irresistibili. Gli stessi che, negli ultimi tempi, le hanno anche aperto le porte del cinema. Bene, tutti questi elementi sono evidenziati con naturalezza e grazia nel documentario Senza fine, diretto da Elisa Fuksas.

La regista, dopo un primo incontro all’insegna dello stupore e della risata con Ornella, ha stretto con lei un legame personale diventato poi amicizia. Un rapporto che, nonostante la differenza di età tra le due donne, però, non assume mai i connotati di un legame madre-figlia, ma si sviluppa attraverso un confronto sempre paritario. Questo avviene grazie a una sorta di eterna freschezza che definisce l’animo della cantante e che, insieme a una perenne vitalità mentale, la tiene lontana da un’interpretazione di se fissa o fuori tempo massimo. Questo vuol dire, in sostanza, che la Vanoni, pur rappresentando la storia della musica, non appare mai come una sorta di monolite ma come una protagonista attuale che ha ancora molto da dire su se stessa e il mondo che la circonda. Tutti questi elementi si fondono alla perfezione in questo particolare ritratto cinematografico i cui contorni sono definiti e tratteggiati dalla protagonista stessa.

Che cosa c’è, c’è che mi sono innamorata di te

Senza fine (2021) poster locandina

Come riuscire, però, a inserire una personalità così ingombrante e vogliosa ancora di mettersi in mostra all’interno di un documentario? Semplicemente non è possibile. Per questo motivo Elisa Fuksas decide di sovvertire completamente le regole del genere e di creare un’esperienza assolutamente personale e unica. Questo, in sostanza, vuol dire che Senza fine non è strutturato attraverso una serie di immagini di repertorio alternate a ricordi e testimonianze degli amici più intimi. Anzi, la classica alternanza è completamente ignorata e, al suo posto, viene inserito un racconto in prima persona. A parlare di se, infatti, è la stessa Ornella Vanoni. E lo fa, naturalmente, a modo suo. Il risultato è un’esperienza artistica in cui si fonde ironia, frammenti di verità priva di alcun pudore e un senso artistico evidente.

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La struttura narrativa è apparentemente sconnessa e sembra non seguire un filo logico od organizzativo. In realtà l’unica guida da non perdere sono proprio i ricordi di Ornella che, immortalata durante una vacanza in un centro termale, parla di amore, sesso, maternità, carriera, amici e arte. In definitiva tutto ciò che contribuisce a comporre la vita. Ma anche in questo caso non si tratta di lunghe conversazioni auto celebrative ma, piuttosto di una serie di confidenze espresse come un flusso di coscienza e senza alcuna barriera dettata dal pudore. Il risultato è emozionante e stranente. In questo modo lo spettatore viene portato quasi in un non luogo, in un tempo sospeso che è quello dettato dalla stessa Ornella, diventando testimone diretto delle sue parole.

Posso dire d’ogni cosa che ho fatto a modo mio, ma con che risultati non saprei

Senza fine (2021) recensione

Insieme alle sue parole, un altro elemento protagonista di questo particole viaggio intimo e, al tempo stesso, ironico è il corpo. Nello specifico quello della Vanoni che viene spesso mostrata in costume da bagno o nei momenti di rilassatezza. A desiderare questa esposizione è stata proprio la diretta interessata che, insieme a Elisa Fuksas, l’ha interpretata come un modo per mettere completamente a nudo se stessa. Perché quello che risalta, al di là di tutto, è sempre la completa onestà di Ornella che non si cela dietro nessun falso pudore mettendosi costantemente in gioco. A definire questo percorso di racconto e trasformazione in cui la cantante si muta anche in una misteriosa sirena, creatura mitologica dalla voce accattivante, è il coraggio. Soprattutto quello mostrato nel rispondere a ogni singola domanda, anche quella più scomoda e personale. Per questo motivo, dunque, il risultato finale di Senza fine non può essere e non è un documentario statico e celebrativo ma un racconto costantemente in evoluzione. Esattamente come la sua protagonista.

Senza fine (2021) poster locandina

Scheda

Titolo originale: Senza fine
Regia: Elisa Fuksas
Paese/anno: Italia / 2021
Durata: 80’
Genere: Documentario
Cast: Ornella Vanoni, Elisa Fuksas, Paolo Fresu, Samuele Bersani, Vinicio Capossela
Sceneggiatura: Monica Rametta, Elisa Fuksas
Fotografia: Simone D'Arcangelo, Emanuele Zarlenga
Montaggio: Michelangelo Garrone
Produttore: Malcom Pagani, Moreno Zani, Fabrizio Donvito, Lorenzo Gangarossa, Benedetto Habib, Marco Cohen, Mario Gianani, Daniel Campos Pavoncelli
Casa di Produzione: Indiana Production, Wildside, Tenderstories, Fremantle Media
Distribuzione: I Wonder Pictures

Data di uscita: 24/02/2022

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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