PARIGI, TUTTO IN UNA NOTTE

PARIGI, TUTTO IN UNA NOTTE

Con Parigi, tutto in una notte, Catherine Corsini unisce il dramma privato e considerazioni più ampie in un film impegnato, claudicante ma interessante, che si giova della recitazione sopra le righe ma ben contestualizzata di Marina Foïs e Valeria Bruni Tedeschi.

Accadde in ospedale

Pubblicità

Nove anni dopo aver presentato Trois Mondes a Cannes nella sezione Un Certain Regard, la regista francese Catherine Corsini è tornata sulla Croisette con La Fracture, tradotto in italiano con Parigi, tutto in una notte, un titolo che perde il doppio senso dell’originale. Questa volta era in concorso, forse anche per rimpolpare la componente femminile della competizione, insieme alle connazionali Mia Hansen-Løve e Julia Ducournau (quest’ultima premiata con la Palma d’Oro) e l’ungherese Ildikó Enyedi. Un’esperienza che per Corsini si è conclusa in modo soddisfacente, dato che il film le è valso il premio noto come Queer Palm, assegnato al miglior lungometraggio a tema LGBTQ+ di tutta la selezione del festival. Un riconoscimento che a suo modo va non solo al film specifico ma anche all’intero percorso della regista, da sempre interessata, anche per motivi personali, a portare l’omosessualità sullo schermo con onestà.

La notte delle rotture

Un dialogo del film Parigi, tutto in una notte di Catherine Corsini
Un dialogo del film Parigi, tutto in una notte di Catherine Corsini

La frattura del titolo francese di Parigi, tutto in una notte è duplice, se non triplice, e parte da due eventi: da un lato, la fine della storia fra Raf (Valeria Bruni Tedeschi) e Julie (Marina Foïs), che si sta consumando nel loro appartamento; dall’altro, la rottura fisica di un braccio per Raf, con Julie costretta a portarla in ospedale e poi impossibilitata ad andarsene, nonostante avesse intenzione di chiudere tutto per sempre.

Ascolta “Iran protagonista del fine settimana al cinema, ma a colpirci è Flee” su Spreaker.

Al pronto soccorso si presenta anche Yann (Pio Marmaï), ferito nel corso di una manifestazione dei gilets jaunes, e le storie dei tre personaggi si intrecciano nel corso di una lunga notte fatta di tensioni di vario genere, dato che l’ospedale è sull’orlo della saturazione e il malcontento dei pazienti si spinge oltre il dolore fisico, arrivando a prendere di mira l’intera situazione francese.

Tutti in corsia

Una scena collettiva del film Parigi, tutto in una notte di Catherine Corsini
Una scena collettiva del film Parigi, tutto in una notte di Catherine Corsini

Il cinema di Catherine Corsini tende a essere caratterizzato da una certa naturalezza da un lato, e da trame a base di espedienti dall’altro. In questo caso è decisamente il secondo aspetto ad averla vinta, con tutto che sa di qualcosa di costruito, artificioso, studiato a tavolino con precisione millimetrica, inserendoci anche un che di buñueliano sul piano cinefilo (Julie che vorrebbe lasciare l’ospedale ma non può). È un microcosmo dove tutto vuole confluire per creare un grande ritratto della Francia contemporanea, mescolando il privato e il pubblico, la mala sanità della coppia e quella dell’intera nazione, dalle proteste dei gilets jaunes al pronto soccorso invaso da un numero eccessivo di persone, in tempi pandemici o meno (la storia si svolge nel 2018, ma l’allusione alla crisi sanitaria degli ultimi due anni è percepibile, anche perché il film è stato girato nell’autunno del 2020, tra un lockdown e l’altro). Un’operazione che ha quasi un che di algoritmico, per usare la terminologia dell’era delle piattaforme.

Eppure, in quell’insieme di elementi messi insieme con fare meticoloso per generare discussione, c’è comunque un cuore sincero, legato alle due protagoniste, con l’efficace e sentita collisione fra Marina Foïs e Valeria Bruni Tedeschi, la cui classica recitazione nevrotica e sopra le righe è ben contestualizzata in questo ambito, tra liti accese e antidolorifici all’ennesima potenza. Con loro si ride, si piange e ci si infuria, mentre intorno a questa dinamica di coppia messa in crisi si mette in moto un meccanismo che vuole trasporre le stesse sensazioni su scala più grande, ma senza la medesima potenza. In tal senso, il palmarès di Cannes ci ha visto giusto: la Queer Palm per Parigi, tutto in una notte è più che meritata, mentre la Palma principale sarebbe stata abbastanza fuori luogo.

La locandina italiana del film Parigi, tutto in una notte (2021) di Catherine Corsini

Scheda

Titolo originale: La fracture
Regia: Catherine Corsini
Paese/anno: Francia / 2021
Durata: 98’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Pio Marmaï, Yannik Landrein, Jean-Louis Coulloc'h, Marina Foïs, Ramzi Choukair, Aïssatou Diallo Sagna, Camille Sansterre, Caroline Estremo, Chamaïl Kahaloun, Clément Cholet, Cécile Boncourt, Ferdinand Perez, Marin Laurens, Norman Lasker
Sceneggiatura: Laurette Polmanss, Catherine Corsini, Agnès Feuvre
Fotografia: Jeanne Lapoirie
Montaggio: Frédéric Baillehaiche
Musiche: Robin Coudert
Produttore: Anne-Laure Labadie, Jean Labadie, Elisabeth Perez
Casa di Produzione: SofiTVCiné 8, Cinéaxe 2, Le Pacte, Cinémage 15, Auvergne Rhône-Alpes Cinéma, France 3 Cinéma, Chaz Productions
Distribuzione: Academy Two

Data di uscita: 10/03/2022

Pubblicità

Trailer

Pubblicità
Giornalista e traduttore freelance, collabora con varie testate in Italia e Svizzera e con festival come Locarno e la Berlinale. Ama la sala, ma non disdegna le piattaforme.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.