THREE SISTERS

THREE SISTERS

Pluripremiato in patria e in concorso al XIX° Asian Film Festival di Roma, Three Sisters è una storia familiare tutta al femminile che ci porta nella vita di tre donne molto diverse. che hanno in comune molto più di quanto non sembri. Realizzato dal regista Lee Seung-won, da noi ancora tutto da scoprire.

Un triangolo scomposto

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Una camera a mano ci presenta, all’inizio del film, tre sorelle di spalle che si tengono per mano, poi uno stacco ci conduce al presente. Mi-yeon (Moon So-ri), la più giovane, è la direttrice di un coro di parrocchia e ha una vita apparentemente invidiabile condita da una bella casa e da una famiglia perfetta; Mi-ok coltiva velleità artistiche ma deve vedersela con un’esistenza disordinata e una facile tendenza ad alzare il gomito; infine, Hee-sook (Kim Sun-young), la maggiore delle tre, gestisce un negozio di fiori ma ha un rapporto problematico con la figlia e un segreto di salute con cui convivere. Lee Seung-won, qui alla sua quarta regia e anche autore della sceneggiatura, ci porta con Three Sisters in un triangolo familiare destinato a (ri)comporsi solo nel finale, in occasione di un compleanno che diventa una vera e propria resa dei conti per le tre sorelle con loro stesse e con il loro passato.

Polifonia femminile

Three Sisters, Yoon-ju Jang, Moon So-ri e Kim Sun-young in una scena
Three Sisters, Yoon-ju Jang, Moon So-ri e Kim Sun-young in una scena del film

Three Sisters ha ricevuto numerose nomination e diversi premi in Corea, soprattutto grazie alle interpretazioni delle tre attrici principali, tra cui Moon So-ri. Considerata al pari di una star in patria, ha lavorato con alcuni dei registi sudcoreani più conosciuti anche qui da noi, come Lee Chang-dong (con lui in Peppermint Candy e Oasis), Park Chan-wook (Mademoiselle) e Hong Sang-soo (In another country) ed è anche produttrice del film. Tutta la vicenda si focalizza sulle tre protagoniste e sulle loro diverse sfaccettature: Mi-yeon scopre l’ipocrisia del suo idillio familiare e affronta gli eventi in modo non propriamente religioso; Mi-ok ha un carattere forte ma nessun istinto materno e quando si sforza di essere una buona madre, gli esiti sono solo comici; Hee-Sook risulta un personaggio patetico che “chiede scusa da tutta la vita” ed è in perenne imbarazzo con il prossimo, figlia in primis. Dunque, all’apparente luminosità della vita della prima, evidenziata con abilità registica anche dalla fotografia, si contrappongono le tinte fosche delle altre due.

Un problema generazionale

Three Sisters, Kim Sun-young in un'immagine
Three Sisters, Kim Sun-young in un’immagine del film

La vicenda è presentata con una costruzione “a blocchi di due”: infatti se le due sorelle, Mi-yeon e Mi-ok, si muovono su binari secanti attraverso le telefonate costituite prevalentemente di ricordi, Hee-sook “viaggia” in solitaria. L’unico momento in cui tutte e tre si ritrovano è l’esplosione finale. I ruoli maschili sono relegati sullo sfondo, con personaggi comici nel loro essere insignificanti o, ben che vada, invisibili, connotati in modo del tutto negativo essendo portatori di sofferenza e traumi. Questa evidente scissione tra personaggi maschili e femminili riguarda in parte anche i bambini. Infatti la visione più lucida della realtà raccontata in Three Sisters sembrano averla le figlie rispettivamente di Mi-ok e di Mi-yeon, le quali, nonostante la differenza d’età (fanciulla una, adolescente l’altra) hanno in comune un rapporto difficile con le madri. Un’incomunicabilità tra due generazioni femminili profondamente diverse, anche nei modi di approcciarsi alle situazioni della vita.

Ritorno al passato

Three Sisters, Yoon-ju Jang in una scena
Three Sisters, Yoon-ju Jang in una scena del film

Nel raccontare questi legami, un peso specifico in Three Sisters appartiene al passato. L’incipit del film ce lo mostra subito: è soprattutto Mi-ok a ricordare momenti che appaiono sfocati nel tempo e che hanno bisogno dell’aiuto dalla sorella minore per essere definiti. Le scelte della regia di Lee sembrano muoversi dunque per contrasti, il cui senso viene ribaltato nel corso della visione del film. La simbologia trabocca nell’uso della camera a mano e del bianco e nero per il passato contrapposto ai colori del più problematico presente. Ma anche in questo caso, nulla è come sembra: l’unico richiamo a colori degli eventi trascorsi serve a narrare il trauma che coinvolge le tre protagoniste. In definitiva dunque, Three Sisters è una storia familiare raccontata in maniera realistica e con una punta di ironia, che però non riesce ad affondare mai completamente il coltello nello spettatore.

Three Sisters, la locandina del film
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Scheda

Titolo originale: Sejamae
Regia: Lee Seung-Won
Paese/anno: Corea del Sud / 2020
Durata: 115’
Genere: Drammatico
Cast: Kim Sun-young, Hyun Bong-sik, Jang Dae-Woong, Jang Yoon-ju, Jo Han-chul, Kim Ga-hee, Kim Mi-Kyung, Moon So-ri, Park Ji-Hong
Sceneggiatura: Lee Seung-Won
Fotografia: Cho Yeong-Cheon
Montaggio: Sohn Yeonji
Musiche: Park Ki-heon
Produttore: Chun Jinsu, Sung Moon, Moon Seok, Jang Seongho
Casa di Produzione: Studio UP

Trailer

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Laureato in archeologia ma sempre con pericolose deviazioni cinematografiche, tali da farmi frequentare dei corsi di regia e sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho partecipato per alcuni anni allo staff organizzativo dell’Irish Film Festival presso la Casa del Cinema. Da qua, il passo per dedicarmi a dei cortometraggi, alcuni dei quali per il concorso “Mamma Roma e i suoi quartieri”, è stato breve, condito anche dalla curatela di un incontro intitolato “La donna nel cinema giapponese”, focalizzato sul cinema di Mizoguchi, presso il cineclub Alphaville. Pur amando ovviamente il cinema nelle sue diverse sfaccettature, sono un appassionato di pellicole orientali, in particolare coreane, che credo occuperanno un posto rilevante nei futuri manuali di storia del cinema.

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