RESBAK

RESBAK

Brillante Mendoza, tra i più interessanti registi odierni filippini, si sdoppia al XIX° Asian Film Festival di Roma presentando due film: questo Resbak, in concorso e in anteprima europea, è un thriller dai forti connotati politici con cui il regista racconta, senza risparmiare nulla allo spettatore, la situazione attuale delle Filippine.

Come topi in un acquario di piranha

Pubblicità

Figlio della violenza. Questo è il giovane Isaac De Jesus (Vince Rillon, al suo quarto film con il regista Brillante Mendoza dopo Mindanao, Ma’Rosa e Captive) che, insieme al fratello Peter, lavora per la famiglia Martinez dedicandosi al furto di motorini da rimettere in commercio per le strade di Mandaluyong. Ma oltre che dai rischi del mestiere, come rubare in zone non di propria competenza, Isaac deve guardarsi le spalle anche dalle gang rivali e salvare dai guai il fratello. Resbak è un film fortemente attuale in vista delle prossime presidenziali filippine, anche secondo lo stesso Mendoza, intervistato durante la presentazione all’Asian Film Festival 2022. Nonostante la pellicola sia stata infatti girata nel 2019 e non tratti direttamente di ambienti politici, tutte le vicende del protagonista sono accompagnate dalle tappe della campagna elettorale per il consiglio giovanile del distretto in cui Rene Martinez e suo nipote Jepoy si candidano comesostenitori di un futuro migliore, ma in realtà sono boss senza scrupoli.

Racconto crudele della giovinezza

Resbak, una sequenza del film
Resbak, una sequenza del film di Brillante Mendoza

Quando i titoli di testa compaiono sullo schermo, appare già chiaro il contesto del film: una gioventù che si muove tra vendette (“resbak” appunto), esecuzioni, droga, risse, riti di iniziazioni violenti per entrare nella gang, e battaglie di rap come unica occasione di svago o come ulteriore occasione di scontri e recupero di stupefacenti. Le dinamiche malavitose sembrano riproporsi come una spirale dai livelli sociali più alti ai sottoboschi giovanili. Non ci sono punti e/o valori di riferimento se non quello dei soldi, unici mezzi che le poche figure genitoriali presenti conoscono per aiutare i propri figli, costretti dunque a rivolgersi ai boss di distretto per risolvere i guai in cui si cacciano. Lo sguardo di Mendoza, anche sceneggiatore di Resbak, di fronte a questo quadro appare quasi beffardo nella descrizione della campagna elettorale improntata sulla gioventù, perché “i giovani sono la speranza per il paese”.

Un voto per i giovani, un voto per il paese

Resbak, una scena del film
Resbak, una scena del film di Brillante Mendoza

Il mondo descritto da Mendoza con Resbak è fatto di violenza; è un mondo in cui si può sopravvivere solo fin quando si è utili, contrassegnato dalla corruzione che coinvolge anche le pattuglie distrettuali e in cui è assolutamente normale vedere bimbi che giocano con i topi tra disinfestazioni di scarafaggi (simbolo delle brulicanti strade in cui avvengono le vicende). L’elemento politico è evidentissimo. C’è una sorta di ossessività per la pubblicità elettorale: la camera del regista si sofferma spesso e volentieri sui manifesti, nei quali i termini “futuro” e “bene della gioventù” vengono ripetuti come un mantra. Del resto, come suggerisce Clelia, sorella del boss Renè e mente della propaganda elettorale, l’importante per i politici infatti è sorridere sempre. Il fatto stesso che anche il padre di Jepoy fosse impegnato politicamente con successo, testimonia come certi intrecci di collusione non siano un fatto episodico nel corso del tempo.

Come un documentario

Resbak, una drammatica scena del film
Resbak, una drammatica scena del film di Brillante Mendoza

Resbak di Mendoza è un’analisi sociale che porta coerentemente avanti un discorso già intrapreso in precedenti pellicole, come ad esempio Ma’Rosa (2016). Nel condurla, il regista ricorre a febbrili movimenti di macchina in angusti spazi urbani, perlopiù notturni, e a una colonna sonora interamente costituita da musica rap, cui viene affidato il compito di sottolineare la rabbia e il disagio giovanile. Non è tanto importante approfondire i legami affettivi e le emozioni tra i personaggi quanto mostrarci i meccanismi che regolano questo mondo. C’è speranza di fronte a tutto questo? Il dubbio è che almeno il tentativo di rivolta a questa situazione esista in modo più o meno consapevole (come evidenzia un dialogo tra i due fratelli nell’unica scena che approfondisce realmente l’affetto reciproco) e che sia anche ben vivo (come mostra la guerriglia che scoppia durante il comizio dei Martinez). Tuttavia, il risultato delle elezioni, e soprattutto l’ennesima inquadratura fissa sui manifesti elettorali, ci riportano a una realtà in cui la speranza non può trionfare.

Payback, la locandina del film
Pubblicità

Scheda

Titolo originale: Resbak
Regia: Brillante Mendoza
Paese/anno: Filippine / 2021
Durata: 105’
Genere: Drammatico
Cast: Albie Casino, Bibeth Orteza Siguion Reyna, Carlito Siguion Reyna, Felix Roco, Jay Manalo, Khalil Ramos, Nash Aguas, Vince Rillon
Casa di Produzione: Cignal TV

Trailer

Pubblicità
Laureato in archeologia ma sempre con pericolose deviazioni cinematografiche, tali da farmi frequentare dei corsi di regia e sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho partecipato per alcuni anni allo staff organizzativo dell’Irish Film Festival presso la Casa del Cinema. Da qua, il passo per dedicarmi a dei cortometraggi, alcuni dei quali per il concorso “Mamma Roma e i suoi quartieri”, è stato breve, condito anche dalla curatela di un incontro intitolato “La donna nel cinema giapponese”, focalizzato sul cinema di Mizoguchi, presso il cineclub Alphaville. Pur amando ovviamente il cinema nelle sue diverse sfaccettature, sono un appassionato di pellicole orientali, in particolare coreane, che credo occuperanno un posto rilevante nei futuri manuali di storia del cinema.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.