RAYMOND & RAY

RAYMOND & RAY

Interpretato da Ewan McGregor e Ethan Hawke, Raymond & Ray dà vita a un viaggio fisico ed emotivo dove viene messo in evidenza qualsiasi aspetto della vita. Il tono predominante è quello di un umorismo nero grazie al quale, però, è possibile aggirarsi tra le oscurità dell’anima senza indulgere in nessun tipo di compiacimento drammatico. Un progetto, dunque, assolutamente compiuto, presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2022, e dal 21 ottobre in streaming su Apple TV+.

Fratelli in viaggio

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Leggendo la trama di questo film si è indotti a pensare di trovarsi di fronte al solito dramma famigliare dal sottotesto perbenista, con inevitabile morale sul perdono. Bene, nulla di più sbagliato. Mettete da parte sogni di riconciliazione e improvvise epifanie emotive. Qui la redenzione non è prevista per nessuno, e proprio per questo motivo Raymond & Ray è un’esperienza da dover vivere assolutamente. Un viaggio in noi stessi, in tutti quei naturali risentimenti che coviamo e nell’esigenza di essere imperfetti, nonostante i dettami sociali dicano esattamente il contrario. Come se non bastasse, poi la sceneggiatura riesce a gestire il tutto utilizzando i toni irresistibili di un umorismo nero che, a contatto con la tematica della morte, amplifica ancora di più il suo potenziale.

Considerando tutti questi elementi, dunque, il film riesce a mantenersi perfettamente in equilibrio tra momenti intensi, dove il dolore interiore è tangibile, e altri assolutamente ilari, il cui scopo è andare a decomprimere il tutto rendendolo reale. In questo modo, dunque, non si assiste mai a una amplificazione del senso drammatico, scadendo in una sorta di pietismo forzato, ma si cerca piuttosto d’interpretare gli eventi e i personaggi coinvolti con un forte senso della realtà. E, come tutti sappiamo, questa non è mai caratterizzata esclusivamente da un solo tipo di atmosfera. Questo vuol dire, dunque, che Rodrigo Garcia affranca la sua regia da qualsiasi tipo di “pietismo” o meccanismo volto a creare immedesimazione e comprensione. I suoi protagonisti sono tutt’altro che perfetti e non sentono alcuna ambizione a esserlo. Una condizione che deriva dall’aver vissuto un’infanzia di violenza, fisica e psicologica, con un padre dominante. Nonostante questo, però, non cedono mai, nemmeno per un secondo, alla tentazione di lasciarsi andare al vittimismo. Sempre consapevoli di se stessi, piuttosto, scrivono una delle pagine più belle all’interno della cinematografia dedicata al “dramma famigliare”. E anche una delle più costruttive.

On the road in famiglia

Raymond & Ray, Ewan McGregor e Ethan Hawke in una scena
Raymond & Ray, Ewan McGregor e Ethan Hawke in una scena del film

I protagonisti di Raymond & Ray sono due fratelli che, dopo aver ricevuto la notizia della morte del padre, si mettono in viaggio insieme per organizzare il suo funerale. La questione, però, non è così semplice. Entrambi, infatti, hanno interrotto da molto tempo qualsiasi contatto col genitore, colpevole di aver fatto vivere ai suoi figli un’infanzia e un’adolescenza infernali. Dispotico, egocentrico, disinteressato se non per sfogare su di loro un istintivo bisogno di ferirli e umiliarli, Harris non ha fatto poi molto per meritarsi la presenza dei suoi figli al funerale. Eppure, come ultimo atto di controllo su di loro, decide di obbligarli a questo impegno, sapendo di poter contare sul bisogno di Raymond di controllare le proprie emozioni. Anche se questa necessità di ordine vuol dire negare una rabbia che cova dentro e che attende solo di poter esplodere. Dall’altra parte Ray non intende far mistero del disprezzo che nutre, dell’assoluta indifferenza che prova nei confronti di una figura paterna da dimenticare. A lui, che ha sempre giocato a punire e svilire il suo talento di musicista, imputa i dolori e i fallimenti della sua vita.

In questa condizione emotiva, dunque, inizia il viaggio di Ewan McGregor e Ethan Hawke che, insieme, danno vita a un dialogo intimo, esilarante e a tratti quasi delirante in cui mettere in gioco sempre tanta umanità. Dal loro costante interfacciarsi si crea la coppia che non ti aspetti e di cui, improvvisamente, senti di non poter fare a meno. Perfettamente immersi nelle peculiarità caratteriali dei loro personaggi, agiscono seguendo la ritmica di dialoghi serrati e situazioni che si evolvono velocemente. Il tutto gestito con naturalezza. La stessa che dà vita a un insieme assolutamente credibile e gestito con un’armonia rara. Fin dalle prime immagini, infatti, non si dubita minimamente dell’innocenza ferita di Raymond come della rabbia ribelle di Ray. Insieme offrono uno spaccato realista su quali possano essere i danni compiuti da un genitore disfunzionale. Ma la caratteristica migliore è che lo fanno scatenando sempre un sorriso nel tentativo perfettamente riuscito di ridere dell’altro e di se stessi.

L’ironia sottile della morte

Raymond & Ray, Ewan McGregor e Ethan Hawke in un'immagine
Raymond & Ray, Ewan McGregor e Ethan Hawke in un’immagine del film

Il momento della morte e, più specificatamente, quello di un funerale, è stato più volte utilizzato dalla scrittura cinematografica come una sorta di escamotage grazie al quale creare un cambio netto di atmosfera e portare a un crescendo del livello drammaturgico. Meno scontato e, soprattutto, meno facile, farne un uso diverso, volto a creare una serie di situazioni ed emozioni che non siano univoche. In questo senso Garcia riesce perfettamente nell’intento, perché è proprio davanti alla fossa scavata a braccia dai figli mai troppo amati, che si assiste al momento centrale di tutto il film. Quello dove si alternano, a una velocità tanto cadenzata quanto sufficiente a permettere un perfetto assorbimento, dolore, follia, assurdità, ironia e, finalmente, una catarsi dei propri sentimenti. Un caleidoscopio di emozioni che potrebbe generare del caos ma che, nelle mani di un cast diretto alla perfezione e di una sceneggiatura scritta con molta attenzione, mette in mostra tutto il suo potenziale senza tentennamento o alcuna incertezza.

Da questo punto di vista, dunque, la fossa tombale diventa una sorta di fulcro ottico ed emotivo intorno al quale tutti i personaggi si aggirano. Ognuno seguendo il proprio momento e lasciando spazio all’altro in una sorta di coreografia provata così tante volte da diventare naturale. Una danza delle emozioni, quella di Raymond & Ray, da cui si esce colpiti ma, al tempo stesso, sollevati e con un bizzarro sorriso stampato sul volto.

Raymond & Ray, la locandina

Scheda

Titolo originale: Raymond and Ray
Regia: Rodrigo García
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Durata: 105’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Ethan Hawke, Ewan McGregor, Gina Jun, Maribel Verdú, Sophie Okonedo, Maxim Swinton, Tom Bower, Aaron Angus, Angela Deiss, Angie Campbell, Chris Grabher, Chris Silcox, Jim Meisner Jr., Lamont Gonzalez-Sierra, Laura Linda Bradley, Mike Bailey, Todd Louiso, Vondie Curtis-Hall
Sceneggiatura: Rodrigo García
Fotografia: Igor Jadue-Lillo
Montaggio: Michael Ruscio
Musiche: Jeff Beal
Produttore: Bonnie Curtis, Julie Lynn, Alfonso Cuarón
Casa di Produzione: Apple Studios, Mockingbird Pictures
Distribuzione: Apple TV+

Data di uscita: 21/10/2022

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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