IL PIACERE È TUTTO MIO

IL PIACERE È TUTTO MIO

Dramedy ambientato prevalentemente in una camera d’albergo, Il piacere è tutto mio è una riflessione intelligente sui temi del sesso e dell’identità, che si regge in gran parte (ma non solo) sull’ottimo affiatamento mostrato dai due protagonisti, Emma Thompson e Daryl McCormack.

Buona fortuna, Nancy e Leo

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È semplice ed essenziale, anche se non del tutto nuova, l’idea alla base di questo Il piacere è tutto mio, dramedy che segna la terza prova dietro la macchina da presa per la regista australiana Sophie Hyde: un incontro tra due personaggi diversissimi, consumato in quattro atti (scanditi temporalmente in capitoli) e ambientato quasi interamente nel chiuso di una camera d’albergo. L’incontro è quello tra Nancy Stokes, insegnante in pensione che ha da poco perso suo marito, decisa a concedersi un’avventura dopo una vita matrimoniale monotona e ripetitiva, e Leo Grande, gigolò professionista, fisico scolpito e modo di fare da navigato terapeuta del sesso. La donna, in ansia e insicura della sua scelta – la prima “fuori dalle righe” in una vita all’insegna del rispetto delle norme – confessa al giovane di non aver mai avuto un orgasmo, mostrando da subito un fare inibito e nervoso; Leo, da parte sua, riesce a creare la giusta atmosfera, stabilendo con Nancy un legame che va oltre il mero aspetto sessuale. Un legame che finirà per stimolare ulteriormente la curiosità dell’ex insegnante, apertasi con quel giovane sconosciuto come non aveva mai fatto con nessuno.

Un’efficace alternanza di registri

Il piacere è tutto mio, Emma Thompson e Daryl McCormack ballano in una scena del film
Il piacere è tutto mio, Emma Thompson e Daryl McCormack ballano in una scena del film di Sophie Hyde

Unendo la tradizione della rom-com con protagonisti professionisti del sesso e clienti (non a caso, nei lanci pubblicitari del film, è stato scomodato Pretty Woman) e quella della love story tra personaggi di diverse generazioni, Il piacere è tutto mio mette in scena con humour e delicatezza due personaggi con storie agli antipodi, che si svelano lentamente all’altro e allo spettatore.

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La costruzione delle due figure interpretate da Emma Thompson e Daryl McCormack (il loro affiatamento, e la capacità di tenere da soli la scena, sono davvero notevoli) era a forte rischio-stereotipi, vista la caratterizzazione del background della donna – ex insegnante di religione, forte rigidità morale e inibizione sessuale – e la programmatica aura di mistero che circonda il Leo Grande interpretato da McCormack; tuttavia, la qualità della scrittura smonta con intelligenza i clichè, a volte evocandone consapevolmente la portata (in un teso dialogo, Leo accusa la donna di aver richiesto i suoi servizi per la curiosità morbosa di scoprire una storia personale problematica), a volte cercando lo spiazzamento e la sorpresa, nella costruzione di due personaggi che fino all’ultima sequenza rivelano nuove parti di sé. Uno spiazzamento che – in una costruzione solida – passa anche per l’alternanza di registri, generalmente ben gestita dalla regia.

Semplicità e problematizzazione

Il piacere è tutto mio, Daryl McCormack ed Emma Thompson in una scena del film
Il piacere è tutto mio, Daryl McCormack ed Emma Thompson in una scena del film di Sophie Hyde

Rifacendosi alla tradizione del dramma da camera – qui virato in commedia – e demandando molto ai suoi due protagonisti, Il piacere è tutto mio mostra un ritmo sostenuto, espresso in gran parte nei dialoghi tra i due personaggi; dialoghi serrati, spesso virati all’esasperazione grottesca e alla consapevole messa in mostra delle rispettive idiosincrasie, ma sempre improntati a una sostanziale credibilità. Il tono inizialmente lieve della narrazione si problematizza, nel corso dei quattro incontri, dando vita – tra una gag e l’altra – a momenti tesi e parentesi più taglienti, che riporteranno i contorni di un “incontro al buio” (anche per lo spettatore) alla concretezza di due individui meno lineari di quanto si pensi. Uno svelamento di tratti e sfaccettature che passa da un lato per la sempre maggior fiducia rintracciabile sul volto di Emma Thompson – in un ruolo certo inusuale e coraggioso, visto il credito di cui l’attrice gode – e dall’altro per le increspature rintracciabili nell’espressività e nella fisicità di Daryl McCormack, star in ascesa che rivela una buona versatilità. La regia, pur affidandosi come ovvio, in gran parte, ai due interpreti, arricchisce la fattura teatrale della storia con alcune interessanti soluzioni (inquadrature dall’alto e primissimi piani compresi) a dare sostanza e appeal visivo alla storia.

Sex Therapy

Il piacere è tutto mio, Emma Thompson in una scena del film
Il piacere è tutto mio, Emma Thompson in una scena del film di Sophie Hyde

Su tutto, ovviamente, c’è il tema del sesso – del suo potere terapeutico, della sua capacità di coinvolgere varie sfere della vita di un individuo, e di definirne anche l’identità – trattato dal film senza reticenze, ma anche senza volgarità o sensazionalismi; in questo senso, può apparire curioso – ma resta in fondo coerente con l’approccio che la regista ha dato alla storia – il fatto che l’atto sessuale stesso resti rigorosamente fuori campo per quasi tutta la narrazione, per poi irrompere prepotentemente nella sua ultima parte. Una scelta che non vuole solo costruire un climax (visivo oltre che emotivo) ma anche ribadire la scelta del film nel segno dell’economia narrativa, dando spazio alla consumazione dell’atto solo laddove le esigenze della storia, effettivamente, lo richiedono. Il tutto sorprende per la freschezza, e per un humour capace di gettare uno sguardo anche oltre le vicende dei due personaggi, dando tridimensionalità e consistenza alle assenze (quelle dei familiari dei due, a più riprese evocate dai dialoghi). La cesura tra gli ultimi due capitoli appare forse un po’ troppo netta – qualche linea di dialogo in più avrebbe giovato – ma questo piccolo limite non toglie molto alla godibilità di un film come il Il piacere è tutto mio, all’insegna di una fruibilità ricca di sostanza e credibilità.

Il piacere è tutto mio, la locandina italiana del film
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Scheda

Titolo originale: Good Luck to You, Leo Grande
Regia: Sophie Hyde
Paese/anno: Regno Unito, Stati Uniti / 2022
Durata: 97’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Emma Thompson, Daryl McCormack, Carina Lopes, Charlotte Ware, Isabella Laughland, Lennie Beare, Les Mabaleka
Sceneggiatura: Katy Brand
Fotografia: Bryan Mason
Montaggio: Bryan Mason
Musiche: Stephen Rennicks
Produttore: Adrian Politowski, Sam Cornish, Debbie Gray
Casa di Produzione: Cornerstone Films, Searchlight Pictures, Genesius Pictures, Align
Distribuzione: BiM Distribuzione

Data di uscita: 10/11/2022

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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