ROMANTICHE

ROMANTICHE

Pilar Fogliati esordisce dietro alla macchina da presa con un film a episodi che ne mette in risalto le doti di trasformista, guardando alle “macchiette” del primo Verdone e più in generale alla commedia italiana degli anni ‘80. Romantiche diverte e convince, malgrado qualche caduta di tono e il livello non uniforme dei quattro episodi: l’anima c’è, il divertimento non manca, e questo può bastare.

Quattro di quattro

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Eugenia Praticò è un’aspirante sceneggiatrice, che ha tentato la sorte trasferendosi da Palermo a Roma, con la speranza di riuscire a piazzare finalmente la sua sceneggiatura, Olio su mela; la neo-trentenne, approdata nel quartiere romano del Pigneto, trascorre il suo tempo tra lavoretti e serate con le amiche, finché la frequentazione di un corso di scrittura creativa, e il contatto con una sceneggiatrice, sembrano fornirle l’opportunità che cerca. Uvetta Budini, giovane aristocratica, vive invece nel centro storico di Roma, ma sente l’urgenza di fare la sua prima esperienza lavorativa; decide così di entrare come apprendista nel forno di una vecchia conoscenza di famiglia, ma la sua buona volontà si scontra con la sua inevitabile inettitudine. Michela Trezza, di Guidonia, è prossima al matrimonio col suo compagno carabiniere, quando si imbatte in un vecchio amico per cui aveva un debole da ragazza; l’incontro, inaspettato, finirà per destabilizzare il suo mondo e le sue certezze. Tazia De Tiberis è infine una pariolina aggressiva e dal carattere dominante, che dispensa alle sue amiche consigli su come tenere gli uomini al guinzaglio, decisa a controllare anche i desideri del suo fidanzato… finché la sua smania di controllo non le si ritorcerà contro. A prestare un orecchio alle loro diverse storie, la psicoterapeuta Valeria Panizzi, filo conduttore dei quattro episodi in cui si divide questo Romantiche, esordio dietro la macchina da presa di Pilar Fogliati.

Sguardo realistico ma empatico

Romantiche, Pilar Fogliati interpreta Eugenia Praticò in una scena
Romantiche, Pilar Fogliati interpreta Eugenia Praticò in una scena del film

Se il sottogenere della commedia a episodi ha una lunga tradizione nell’ambito del nostro cinema, praticamente mai interrottasi nel corso degli ultimi decenni (ultimo epigono ne è stato il recente I migliori giorni) era invece rimasto un po’ in ombra, in tempi più recenti, il filone del one-man movie (o one-woman, come in questo caso); film caratterizzati da un singolo interprete chiamato a vestire i panni di figure diverse, più o meno macchiettistiche, a volte mutuate da analoghi personaggi interpretati sul piccolo schermo. Un filone reso popolarissimo negli anni ‘80 dai primi film di Carlo Verdone, modello ideale (e dichiarato) a cui guarda questo esordio di Pilar Fogliati. Va detto che in Romantiche – titolo azzeccato vista la centralità del tema sentimentale, che tuttavia non esaurisce lo spettro di argomenti trattati dal film – l’attrice romana, un background tra teatro, piccolo schermo e alcuni significativi ruoli cinematografici, fa un tour de force attoriale non da poco: proprio come il Verdone di quattro decenni fa, Fogliati interpreta quattro personaggi caratterizzati (a livello geografico, culturale e di estrazione sociale) in modo anche molto diverso, dando un importante – seppur indiretto – contributo creativo al copione scritto da Giovanni Veronesi e Giovanni Nasta. Il risultato sono quattro vicende indipendenti legate – oltre che dalla figura della terapeuta interpretata da Barbora Bobulova – da un clima divertito eppure sottilmente malinconico, con uno sguardo che non fa sconti al carattere irrisolto delle quattro donne, eppure non si dimostra privo di empatia per le rispettive (dis)avventure.

L’importanza del contesto

Romantiche, Pilar Fogliati è Michela Trezza in una scena
Romantiche, Pilar Fogliati è Michela Trezza in una scena del film

Romantiche, a tratti, sconta il legame con una comicità un po’ manierata, più adatta allo sketch da piccolo schermo che al respiro di una narrazione cinematografica, eccedendo forse in alcuni cliché (la parlata tardo-giovanile di Eugenia, la gestualità di Uvetta); per il resto, tuttavia, il film si giova di un copione attentamente costruito, e della naturale capacità della trasformista Fogliati di adeguarsi ai tempi comici richiesti dalle diverse storie. In questo senso, il formato a episodi è quello ideale per quattro micro-vicende che, con pochi tocchi, descrivono quattro vite diversamente instabili e preda dell’inquietudine; un’inquietudine evidente anche quando (come nel caso di Michela e soprattutto di Tazia) vengono ostentate la raggiunta struttura personale e sentimentale, e una sicurezza in sé più esibita che effettiva. In un cinema italiano che spesso mostra pretese generazionali – ivi compresa la commedia – andando poi a limitare il suo sguardo a una media borghesia ulteriormente ridotta a cliché, fa piacere vedere un prodotto capace di mostrare figure dai livelli sociali molto diversi, che condividono solo l’età anagrafica e vivono a loro modo (coerentemente con l’ambiente che ne ha informato la personalità) un’incertezza che è personale e psicologica prima che sociale. In questo senso, la delineazione dell’ambiente intorno alle quattro protagoniste gioca un importante ruolo, e in ciò molto si deve alla caratterizzazione dei personaggi secondari (tra cui vanno ricordati quelli della cantante Levante – anche autrice della colonna sonora – di Rodolfo Laganà, Laura Martinelli e Maria Giulia Toscano).

La coerenza nella diversificazione

Romantiche, Pilar Fogliati è Tazia De Tiberis in una scena
Romantiche, Pilar Fogliati è Tazia De Tiberis in una scena del film

Tra i quattro episodi, caratterizzati da una buona coerenza di tono e da una comicità dal soddisfacente ritmo, che tuttavia non sconfina quasi mai nella gag decontestualizzata, sceglieremmo il primo e l’ultimo; nel primo, in particolare, risulta apprezzabile la rottura periodica della quarta parete (espediente pericolosissimo laddove non lo si sappia maneggiare) che “esplode” letteralmente alla fine nel sorprendente, a suo modo liberatorio piano sequenza finale. Resta un po’ irrisolto – specie nel suo subplot più prettamente sentimentale – l’episodio con protagonista Uvetta, nonostante la stralunata, a tratti irresistibile simpatia del personaggio; si colora invece di un tono prevalentemente malinconico (tono, lo ripetiamo, presente trasversalmente nelle quattro storie, ma in questo caso decisamente più esplicito) il terzo segmento, a rappresentare l’inganno del tempo e la pericolosità di cedere alle mistificanti sirene della memoria; centrato e giustamente cinico – ma a sua volta non privo di empatia per un personaggio tutt’altro che alieno al vissuto dello spettatore – si rivela infine il quarto e ultimo episodio, dove viene in primo piano la pariolina, sgradevole ma perdonabilissima Tazia. Su tutto, Romantiche offre uno sguardo giustamente declinato al femminile, capace di raccontare da dentro le problematiche specifiche dei quattro personaggi, oltre al confronto con un mondo maschile che a dispetto delle apparenze continua a esercitare una pesante influenza su comportamenti e aspettative delle quattro donne. Il risultato, nel suo complesso, può dirsi certo soddisfacente.

Romantiche, la locandina del film
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Scheda

Titolo originale: Romantiche
Regia: Pilar Fogliati
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 108’
Genere: Commedia
Cast: Barbora Bobulova, Edoardo Purgatori, Giovanni Anzaldo, Jacopo Rampini, Rodolfo Laganà, Diane Fleri, Emanuele Propizio, Giovanni Toscano, Ibrahim Keshk, Levante, Lorenzo Parrotto, Martina Ferragamo, Pilar Fogliati
Sceneggiatura: Giovanni Veronesi, Giovanni Nasta, Pilar Fogliati
Fotografia: Davide Leone
Montaggio: Davide Miele
Musiche: Levante
Produttore: Daniel Campos Pavoncelli, Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Marco Cohen, Fabio Lombardelli
Casa di Produzione: Sky Italia, Indiana Production, Ogi Film, Amazon Prime Video, Vision Distribution
Distribuzione: Vision Distribution

Data di uscita: 23/02/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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