MONTE VERITÀ

MONTE VERITÀ

I primi macchinari per riprodurre la realtà su carta fotografica esercitano sempre un certo fascino. Immagini di persone e di paesaggi vengono osservate attraverso l’obiettivo dapprima capovolte, per poi, magicamente, comparire, in bianco e nero, all’interno di una camera oscura. In Monte Verità l’arte e una costante ricerca della bellezza svolgono un ruolo centrale. E lo fanno tramite una storia ambientata all’incirca un secolo fa, ma, ancora oggi, più che mai attuale.

Sui monti della Svizzera

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Il Monte Verità, in Svizzera, sulle pendici del Monte Monescia e a pochi chilometri dalla città di Locarno, è un rinomato sanatorio attivo ormai da diverso tempo, presso il quale hanno soggiornato anche numerosi artisti e letterati, tra cui addirittura Herman Hesse (si narra addirittura che egli abbia scritto il suo capolavoro Siddharta proprio poco dopo un soggiorno presso il suddetto luogo). Proprio in questo sanatorio, dunque, il regista Stefan Jäger ha ambientato il suo lungometraggio Monte Verità, frutto di una cooperazione tra Svizzera, Austria e Germania e in arrivo anche nelle sale italiane.

In una gabbia dorata

Monte Verità, Maresi Riegner in una scena
Monte Verità, Maresi Riegner in una scena del film

La storia messa in scena è quella della giovane Hanna Leitner (impersonata da Maresi Riegner): la donna ha soltanto ventinove anni, ma è già madre di tre figli. Suo marito Anton (Philipp Hauss) è uno stimato fotografo, ma, al contempo, non vuole che sua moglie si interessi alla sua professione, in quanto ancora troppo legato a idee bigotte e patriarcali. La donna, al contempo, sentendosi prigioniera in quella vita che non sembra appartenerle, inizia a soffrire di problemi respiratori. In seguito a un furioso litigio con il marito, dunque, Hanna deciderà di scappare, all’insaputa di tutti, proprio alla volta del Monte Verità.

L’Arte prima di tutto

Monte Verità, un'immagine
Monte Verità, un’immagine del film

Ciò che immediatamente contraddistingue quest’ultimo lungometraggio di Stefan Jäger è innanzitutto un forte, fortissimo amore per l’arte in tutte le sue forme. Presso il Monte Verità le idee sono in continuo fermento. Hanna, finalmente, può sentirsi libera di ritrovare sé stessa e di dare sfogo alla sua passione per la fotografia. I primi macchinari per riprodurre la realtà su carta fotografica esercitano sempre un certo fascino: immagini di persone e di paesaggi vengono osservate attraverso l’obiettivo dapprima capovolte, per poi, magicamente, comparire in bianco e nero all’interno di una camera oscura. In Monte Verità l’arte e una costante ricerca della bellezza svolgono un ruolo centrale. E lo fanno tramite una storia ambientata all’incirca un secolo fa, ma, ancora oggi, più che mai attuale.

Ieri come oggi

Monte Verità: Max Hubacher in un'immagine
Monte Verità: Max Hubacher in un’immagine del film

Attuale, soprattutto, perché ciò che Stefan Jäger vuole raccontarci è innanzitutto la storia di una donna che, in un’epoca in cui ancora l’emancipazione femminile era qualcosa con cui raramente ci si trovava a fare i conti, decide di riprendersi con la forza la tanto agognata libertà, la salute, la felicità. A scapito della sua stessa situazione famigliare (e persino del rapporto con i suoi figli, da sempre molto più maturi della loro età, e che già sanno cosa vorranno diventare da grandi). L’ottima interpretazione della giovane Maresi Riegner, dal canto suo, ha contribuito a rendere Hanna una protagonista ben caratterizzata e non sofferente di tutti i possibili cliché in cui si può scadere quando si trattano determinati argomenti.

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Una storia vera?

Monte Verità: un'immagine
Monte Verità: un’immagine del film

Non sappiamo, in realtà, se la Hanna di Monte Verità sia realmente esistita. Fatto sta che questo lungometraggio di Stefan Jäger prende spunto proprio da alcune fotografie che sono state scattate all’epoca da alcuni ospiti del sanatorio. Il risultato finale è un film che lascia sì alcune questioni in sospeso, che da un punto di vista prettamente fotografico lascia sì, a volte, a desiderare, ma che – forte anche di suggestivi paesaggi qui trattati alla stregua di veri e propri personaggi – riesce a tracciare un ritratto appassionato ed esaustivo non soltanto di una piccola realtà sconosciuta ai più, ma anche di un’intera epoca. Un film piacevole e sincero, che parla di libertà, di arte, di bellezza, di una costante ricerca della felicità.

Monte Verità, la locandina italiana

Scheda

Titolo originale: Monte Verità – Der Rausch der Freiheit
Regia: Stefan Jäger
Paese/anno: Germania, Svizzera, Austria / 2021
Durata: 116’
Genere: Drammatico
Cast: Joel Basman, Hannah Herzsprung, Alina Distefano, Daniel Brasini, Eleonora Chiocchini, Igor Mamlenkov, Julia Jentsch, Maresi Riegner, Max Hubacher, Michael Finger, Philipp Hauß, Tiana Distefano
Sceneggiatura: Kornelija Naraks
Fotografia: Daniela Knapp
Montaggio: Noemi Katharina Preiswerk
Musiche: Volker Bertelmann
Produttore: Bastie Griese, Barbara Pichler, Christine Kiauk, Gabriele Kranzelbinder, Neshe Demir, Herbert Schwering, Jens Wolf, Katrin Renz, Robert Geisler
Casa di Produzione: Tellfilm, KGP Filmproduktion, RSI-Radiotelevisione Svizzera, blue+Blue Entertainment, MMC Movies, Coin Film
Distribuzione: Draka Distribution

Data di uscita: 29/06/2023

Trailer

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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