IL MISTERO DEL PROFUMO VERDE

IL MISTERO DEL PROFUMO VERDE

Il terzo film di Nicolas Pariser, distribuito da Movies Inspired, guarda a Hitchcock e al fumetto franco-belga, dipanando un intrigo di spie e omicidi che coinvolge (e sconvolge) le vite di due simpatici protagonisti per caso. Il mistero del profumo verde è un divertissement che cattura e intrattiene, pur mostrando il limite di non reggere la tensione fino al termine della sua durata.

Un profumo di spy story vintage

Pubblicità

Vlad, attore della Comédie-Francaise, assiste impotente alla morte sul palco del suo collega nonché miglior amico Rémi, apparentemente vittima di un malore. Poco prima di morire Rémi sussurra a Vlad le misteriose parole: “Sono stato assassinato… dal profumo verde”. Poco dopo, l’attore viene prelevato con la forza e portato in una lussuosa dimora, dove incontra un misterioso collezionista di fumetti, forse a capo dell’organizzazione che ha assassinato l’amico. Drogato e fatto addormentare, Vlad viene scaricato in una via di Parigi, dove si imbatte nella disegnatrice di fumetti Claire; intenzionato a far luce sul suo rapimento e sulla morte dell’amico, il giovane attore coinvolge la donna in una complicata indagine, che li porterà sulle tracce di un’organizzazione politica con ramificazioni tra Bruxelles e l’Europa dell’Est; insieme, i due dovranno non solo tentare di sventare un imminente atto terroristico, ma anche discolpare Vlad, che si ritrova accusato dalla polizia dell’omicidio dell’amico.

Tra Hitchcock e Tintin

Il mistero del profumo verde, VIncent Lacoste in una scena
Il mistero del profumo verde, VIncent Lacoste in una scena del film

Nicolas Pariser, alla sua terza regia di un lungometraggio, rilegge in chiave moderna la spy story venata di thriller, mescolando agli ingredienti di base una buona dose di commedia. È un film decisamente cinefilo, Il mistero del profumo verde, che guarda più al cinema di Hitchcock (in particolare a Intrigo internazionale e a Delitto per delitto) che a James Bond o a Mission: Impossible, utilizzando un approccio decisamente più europeo e tenendo un occhio al mondo dei fumetti (Le avventure di Tintin su tutti). Non è casuale, nel film, l’ambientazione tra Parigi e Bruxelles, né l’avvio della storia collegato all’universo fumettistico; nel film, di fatto, si coglie lo stesso afflato avventuroso e la stessa atmosfera venata di mistero e humour di certo fumetto franco-belga, di cui la serie di Hergé è stata la principale rappresentante. D’altra parte, il personaggio di Claire interpretato da Sandrine Kiberlain – fumettista di scarsa fortuna – viene descritto come una eccentrica outsider, che non vede l’ora di imbarcarsi in un’avventura simile a quelle da lei create, pur di non pensare alle sue beghe familiari. Una figura che da subito entra in sintonia col protagonista Rémi col volto di Vincent Lacoste, figura che un po’ ricalca, un po’ parodia affettuosamente il topos hitchcockiano del personaggio comune finito in un intrigo più grande di lui, nonché accusato ingiustamente e costretto a discolparsi.

Due detective per caso ben assortiti

Il mistero del profumo verde, VIncent Lacoste e Sandrine Kiberlain in un momento
Il mistero del profumo verde, VIncent Lacoste e Sandrine Kiberlain in un momento del film

È, di fatto, proprio la chimica tra i due protagonisti uno dei punti di forza principali de Il mistero del profumo verde, che offre un riuscito susseguirsi (specie nella prima parte) di duetti e dialoghi brillanti, che nulla tolgono alla tensione derivante dallo svolgimento dell’intreccio più propriamente giallo. Un intreccio che porterà i due da Parigi a Rambouillet fino a Bruxelles e infine in Ungheria, per fermare un piano criminale tanto vintage nella realizzazione (con tanto di spie nascoste, misteriose dark lady che agiscono nell’ombra, nonché cadaveri avvelenati disseminati lungo il cammino) quanto moderno nella concezione; una concezione, nello specifico, legata al mondo del web, al complottismo e alle fake news. Proprio nel suo innestare l’elemento retro della trama, frutto di un gusto cinefilo che guarda tanto alle spy story di Hollywood quanto alla loro rilettura locale – e un po’ parodistica – su un canovaccio narrativo moderno, sta un altro degli elementi più interessanti del film di Nicolas Pariser; una ricollocazione funzionale ed efficace (pensata tanto per il pubblico più colto del cinema europeo, quanto per quello più generalista della commedia francese) di quei topoi che il regista mostra di saper maneggiare, nel suo complesso, piuttosto bene.

Un intreccio che aggancia con stile

Il mistero del profumo verde, VIncent Lacoste in una sequenza
Il mistero del profumo verde, VIncent Lacoste in una sequenza del film

A funzionare bene, nello specifico, è soprattutto la prima metà di Il mistero del profumo verde, innervata del senso di avventura che coinvolge i due protagonisti unito al carattere dolcemente naif di entrambi, che permette da subito allo spettatore di sintonizzarsi sulla loro lunghezza d’onda. La presentazione dell’intreccio thriller aggancia l’attenzione con mestiere e gusto, unita ad alcune efficaci, accattivanti soluzioni di regia e montaggio (le azioni della dark lady con tanto di parrucca e travestimento, l’ambientazione del treno in corsa, anch’essa molto tipica del genere). Il film di Nicolas Pariser si pone fin dall’inizio come un gioco cinematografico gustosamente gratuito, un divertissement cinefilo che, guardando in primis ai modelli hitchcockiani, presenta con levità, humour tipicamente europeo e spirito ludico una storia di omicidi, spie e intrighi internazionali. I riferimenti all’attualità (la tirata iniziale del villain sulla delusione delle nuove generazioni, il dialogo tra i due protagonisti relativo alle origini ebraiche di entrambi) servono più a contestualizzare la storia, strizzando l’occhio al pubblico più colto, che a fornire un elemento narrativo realmente organico alla trama. Una trama che non nasconde mai il suo carattere giocoso, facendone anzi il proprio punto di forza.

Pubblicità

I limiti sulla lunga durata

Il mistero del profumo verde, VIncent Lacoste e Sandrine Kiberlain in una scena
Il mistero del profumo verde, VIncent Lacoste e Sandrine Kiberlain in una scena del film

Piacevole nello svolgimento, nonché piacevolmente intricato nella presentazione, Il mistero del profumo verde ha tuttavia il limite di non reggere l’ora e quaranta (circa) di durata, presentando una seconda metà in cui la tensione – nonché l’interesse per una vicenda che finisce per perdere l’alone di mistero che la caratterizzava nelle fasi iniziali – si afflosciano progressivamente. In particolare, gli sviluppi narrativi, che evitiamo ovviamente di anticipare, gettano un po’ alle ortiche una delle basi su cui la premessa della storia si fondava (il protagonista in fuga) oltre a sciupare alcuni elementi che potevano avere una diversa e più funzionale utilizzazione (la già citata dark lady). A deludere, oltre alla figura di un villain che, dopo la promettente apparizione iniziale, si rivela leggermente sottoutilizzato, è la resa dei conti finale in teatro, che non offre quel quid di sorpresa che ci si aspetterebbe. Il film di Nicolas Pariser, di fatto, sembra arrivare al finale col fiato progressivamente sempre più corto, come se l’intera operazione fosse stata concepita per essere un episodio di una serie televisiva (togliendo qualsiasi connotazione negativa al format, e limitandosi alla sua estensione temporale), progressivamente stirato fino alla durata del lungometraggio. Un’operazione capace di intrattenere con gusto, ma difettosa nel reggere la tensione (nonché il brillante equilibrio tra humour e mistery della prima metà) fino al termine. Un peccato, ma in fondo, se si cerca un intrattenimento easy ma non privo di gusto e intelligenza, si può essere abbastanza soddisfatti.

Locandina

Il mistero del profumo verde, la locandina italiana

Gallery

Scheda

Titolo originale: Le parfum vert
Regia: Nicolas Pariser
Paese/anno: Francia, Belgio / 2022
Durata: 101’
Genere: Commedia, Poliziesco, Thriller, Giallo
Cast: Vincent Lacoste, Pascal Rénéric, Sandrine Kiberlain, Arieh Worthalter, Jenna Thiam, Lucie Gallo, Alexandre Steiger, Baptiste Sornin, Christophe Odent, Gwenaëlle Simon, Laurent Caron, Léonie Simaga, Thomas Chabrol, Xavier de Guillebon, Chloé Astor, Guillaume Orignac, Lou Deleuze, Lucas Englander, Panka Kovacs, Rüdiger Vogler, Simon Guélat, Yal Sadat
Sceneggiatura: Nicolas Pariser
Fotografia: Sébastien Buchmann
Montaggio: Christel Dewynter
Musiche: Benjamin Esdraffo
Produttore: Philippe Logie, Emmanuel Agneray
Casa di Produzione: France Télévisions, Bizibi, SG Image 2020, Canal+, Cinéventure 7, Ciné+, Versus Production, Cofimage 33, Proximus, VOO, Indéfilms 10, BE TV, Cofinova 18, France 2 Cinéma, Palatine Étoile 19
Distribuzione: Movies Inspired

Data di uscita: 20/07/2023

Trailer

Dagli stessi registi o sceneggiatori

Pubblicità
Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.