POVERE CREATURE!

POVERE CREATURE!

In concorso a Venezia 80, Povere creature! segna il definitivo passaggio di Yorgos Lanthimos a un cinema d’autore dalla confezione più mainstream, aiutato in questo dalla produzione hollywoodiana e dal ricco cast. Tuttavia, pur nel contenitore rutilante, il cinema del regista greco continua a rifulgere del giusto cinismo, sotto la patina da fiaba contemporanea.

Creature della terra

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Nonostante il nome di Yorgos Lanthimos, esponente principale della new wave greca degli ultimi decenni, sia da tempo passato dallo status “di culto” a quello di esponente di un cinema d’autore di più largo consumo, un nuovo film del regista greco suscita sempre una giustificata curiosità. In questo caso, poi, al di là della co-produzione anglo-irlandese-statunitense e del cast prevalentemente americano, la filiazione letteraria e concettuale è intrigante: un romanzo del 1992 scritto dallo scozzese Alasdair Gray, con evidenti riferimenti a un classico della letteratura come il Frankenstein di Mary Shelley. Ed è proprio come una versione deragliante e al femminile del romanzo di Shelley che questo Povere creature! è stato di fatto presentato, a partire dall’ambientazione sommariamente ottocentesca (ma gli elementi futuristici, nel corso della storia, non mancheranno) per proseguire col substrato scientifico e filosofico comune a entrambe le opere, legato alla creazione della vita e all’autodeterminazione di una creatura concepita da un altro essere umano. Riferimenti che comunque, guardando il film di Lanthimos, fungono solo da punto di partenza per una narrazione che si sviluppa poi lungo altre direzioni, molto coerenti (pur nelle ovvie differenze) col resto della filmografia del regista.

“Ehi, Bella”

Povere creature!, Emma Stone in un momento
Povere creature!, Emma Stone in un momento del film

Al centro della trama di Povere creature! c’è il personaggio di Bella Baxter, essere umano concepito in laboratorio dal dottor Godwin Baxter, professore universitario esperto di biologia ed elettromagnetismo; questi ha creato Bella riportando in vita, tramite l’elettricità, una donna incinta annegata nel fiume, impiantando il cervello del feto ancora integro nella testa del cadavere. Bella, che ha il corpo di una trentenne e la mente di una bambina di pochi anni, si mostra da subito curiosa dell’ambiente esterno al laboratorio di Godwin, affamata di nozioni ed esperienze; la donna attira così l’attenzione del meschino avvocato Duncan Wedderburn, che decide di portarla con sé come sorta di oggetto di piacere, facendole fare un viaggio intorno ai cinque continenti. Man mano che Bella scopre di più del mondo, la sua consapevolezza e autodeterminazione crescono, finendo per mettere in crisi il suo stesso accompagnatore. Mentre la ragazza accumula esperienza, scoprendo i piaceri carnali e intellettuali, ma anche le storture della società, inizia tuttavia a sviluppare dentro di sé le prime domande sulle sue stesse origini. Domande che la direzioneranno di nuovo verso il suo creatore.

Due freak

Povere creature!, Willem Dafoe in una scena
Povere creature!, Willem Dafoe in una scena del film

Dopo un breve prologo, Povere creature! parte quasi come un film muto, con una fotografia in bianco e nero che rimanda esplicitamente ai classici dell’espressionismo tedesco (viene in mente in particolare Il gabinetto del dottor Caligari), un uso parco dei dialoghi e una tendenza a valorizzare la mimica di un personaggio (la protagonista interpretata da Emma Stone) ancora quasi non verbale. Il registro è grottesco, aiutato da un impianto visivo che fa largo uso dei grandangoli così cari a Lanthimos, così com’è quasi scontato per un soggetto del genere: siamo di fronte, cioè, alla messa in scena di una sorta di sogno/incubo di un creatore (il Godwin – o più banalmente God – col volto di Willem Dafoe) che a differenza del Victor Frankenstein creato da Shelley è lui stesso un reietto. Un freak dal volto mostruoso che ne crea un altro, a cui dona tuttavia un corpo integro, insieme a una mente capace di svilupparsi ed evolversi. La dialettica dei ruoli (libertà/costrizione, anarchia/ordine, normalità/freakness) evocata dal classico della scrittrice inglese e dalle sue più dirette filiazioni, non abita (più) qui: dopo i primi tentativi di protezione,infatti, il dolente padre/creatore interpretato da Dafoe capisce la necessità di lasciar vivere e sperimentare la sua creatura, consapevole che presto il vero reietto diventerà lui. Per Bella, fin da subito, le battaglie da combattere si riveleranno altre, dalla posta in gioco ben più alta.

Cromatismi significanti

Povere creature!, Emma Stone e Mark Ruffalo in una scena
Povere creature!, Emma Stone e Mark Ruffalo in una scena del film

Colpisce immediatamente, in Povere creature!, il contrasto tra il bianco e nero del laboratorio di Godwin e l’esplosione cromatica, memore del technicolor che fu, della traversata intorno al mondo di Bella e del suo accompagnatore, interpretato da un Mark Ruffalo prima convenzionalmente sopra le righe, poi sempre più tormentato. Nella narrazione di un viaggio che, per la protagonista, assume tutta la valenza simbolica del più classico coming of age, si osserva il progressivo rovesciamento dei ruoli, con la giovane che, negli equilibri di potere di quella che viene presentata da subito come una disfunzionale coppia, assume sempre più decisamente un ruolo dominante. Il carattere smaccatamente weird del personaggio di Bella si scontra con la weirdness di fatto di un mondo cromaticamente aggressivo e incomprensibile, retto da convenzioni sociali prive di logica e utilità, e programmaticamente teso a schiacciare l’elemento più debole. Il ruolo da “attivista per caso” di Bella, stimolato dalle sue letture e dalle sue frequentazioni, apparirà tanto grottesco – a causa della natura del personaggio e della sua costruzione – quanto a suo modo credibile e interpretato con convinzione.

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Un compendio in salsa pop

Povere creature!, Emma Stone in una scena
Povere creature!, Emma Stone in una scena del film

Rispetto ad altri film di Lanthimos – anche ai recenti The Lobster e La favorita, parimenti retti da produzioni internazionali – Povere creature! mostra una struttura più classica e lineare, e appare certamente più leggibile nell’allegoria che mette in scena. Il cinismo distopico del regista emerge solo a tratti, diluito in quella che è di fatto una fiaba sui generis, concentrato in alcune intuizioni visive – gli ibridi animali che popolano il laboratorio di Godwin – e nella crudelissima ultima parte del film, sorta di “coda” necessaria che smonta, e in qualche modo integra, la struttura fiabesca del racconto. Il regista fa un po’ un compendio dei temi delle sue precedenti opere (il film è in fondo una variazione sul tema del precedente Dogtooth, la riflessione sulla coppia viene da The Lobster, mentre lo sguardo femminile è quello de La favorita) in una confezione certamente più accattivante e pop(olare) rispetto alle visioni ermetiche e (spesso) volutamente criptiche delle opere precedenti. Tuttavia, questo passaggio viene gestito dal regista con intelligenza e consapevolezza, oltre che con un’attitudine al parossismo (visivo, verbale e narrativo) che riesce a essere al contempo personale e accessibile per il grande pubblico. Un “compromesso” – che poi tale non è – come vorremmo vederne certamente di più, sul grande schermo.

Locandina

Povere creature!, la locandina italiana del film

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Scheda

Titolo originale: Poor Things
Regia: Yorgos Lanthimos
Paese/anno: Regno Unito, Stati Uniti, Irlanda / 2023
Durata: 141’
Genere: Drammatico, Fantascienza, Sentimentale
Cast: Willem Dafoe, Mark Ruffalo, Emma Stone, Christopher Abbott, Margaret Qualley, Damien Bonnard, Andrew Hefler, Jeremy Wheeler, Jerrod Carmichael, Kathryn Hunter, Ramy Youssef, Anders Olof Grundberg, Charlie Hiscock, David Bromley, Jack Barton, John Locke, Laurent Borel, Miles Jovian, Suzy Bemba, Vivienne Soan, Wayne Brett
Sceneggiatura: Tony McNamara
Fotografia: Robbie Ryan
Montaggio: Yorgos Mavropsaridis
Musiche: Jerskin Fendrix
Produttore: David Minkowski, Ed Guiney, Yorgos Lanthimos, Ildiko Kemeny, Kasia Malipan, Andrew Lowe, Emma Stone
Casa di Produzione: Element Pictures, Film4, Searchlight Pictures, TSG Entertainment
Distribuzione: Walt Disney Pictures

Data di uscita: 25/01/2024

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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