FOGLIE AL VENTO

FOGLIE AL VENTO

I protagonisti di Foglie al vento, ultima fatica del regista finlandese Aki Kaurismäki, sono quasi, letteralmente, due foglie cadute dall’albero e in balia del vento (e degli eventi). Due anime sole che per trovarsi e ritrovarsi sono destinate a peregrinare a lungo. A meno che non arrivi una sorta di deus ex machina a cambiare le carte in tavola. È così, dunque, che entra in scena il Cinema. In concorso al Festival di Cannes 2023.

Il grande ritorno di Aki

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Non finisce mai di sorprenderci, il celebre regista finlandese Aki Kaurismäki. Nonostante lo stesso sia attivo da ormai quarant’anni. Capace, ogni volta, di raccontarci qualcosa di nuovo, pur mantenendo sempre vive e attive le costanti che, nel corso degli anni, hanno reso grande il suo cinema, l’autore ha piacevolmente sorpreso pubblico e critica al 76° Festival di Cannes presentando in concorso Foglie al vento (Fallen Leaves): un lungometraggio sognatore e disincantato, realista e surreale allo stesso tempo. Un film che fa bene allo spirito, di cui non ne avremmo mai abbastanza.

Due solitudini

Fallen Leaves, Alma Pöysti e Jussi Vatanen in una sequenza
Fallen Leaves, Alma Pöysti e Jussi Vatanen in una sequenza del film

Foglie al vento, dunque, mette in scena una storia apparentemente semplice. Un uomo e una donna vivono all’estrema periferia di Helsinki. Entrambi sono, fondamentalmente, persone incredibilmente sole. Per una serie di circostanze si ritrovano – prima l’una, poi l’altro, e dopo essere stati sfruttati e sottopagati senza tutela alcuna – senza lavoro. Conosciutisi per caso in un locale durante una serata di karaoke, tra i due sarà amore a prima vista. Eppure, dopo aver iniziato a frequentarsi, la loro storia faticherà a prendere il via a causa di circostanze inaspettate e sfavorevoli. Quanto sarà complesso, per loro, il percorso verso la felicità?

Passato, presente

Fallen Leaves, Alma Pöysti con un amico a quattro zampe in una scena
Fallen Leaves, Alma Pöysti con un amico a quattro zampe in una scena del film

In Foglie al vento, dunque, la storia dei due protagonisti sembrerebbe appartenere a un contesto senza tempo. O, meglio ancora, a un contesto in cui il tempo sembra essersi (momentaneamente?) fermato. Lo notiamo subito non soltanto dalle ambientazioni e dall’arredamento spoglio e con un mobilio piuttosto datato degli appartamenti in cui vivono i due protagonisti, ma anche – e soprattutto – dalla (quasi) totale assenza delle tecnologie e da uno sporadico uso dei computer soltanto all’interno di un internet point. Eppure, da vecchie radio, ciò che ci viene comunicato rimanda chiaramente ai giorni nostri: la Russia continua ad attaccare l’Ucraina, migliaia di famiglie hanno perso i propri cari e i propri beni per sempre.

Livelli

Fallen Leaves, Jussi Vatanen in una scena
Fallen Leaves, Jussi Vatanen in una scena del film

Così, dunque, Foglie al vento si sviluppa quasi su due (non troppo) distinti livelli spazio-temporali: se da un lato, infatti, le vicende dei due innamorati potrebbero accadere oggi, come potrebbero essere accadute ieri, ecco che le voci dei conduttori alla radio ci riportano immediatamente ai giorni nostri. E ancora, mentre la periferia di Helsinki, coi suoi numerosi cantieri, le casette quasi cadenti e i piccoli cinema di periferia che proiettano principalmente grandi classici del passato, ci fa vivere le nostalgiche atmosfere di tempi lontani, la grande metropoli, in realtà, è molto più vicina di quanto possa sembrare.

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L’inconfondibile estetica kaurismakiana

Fallen Leaves, Jussi Vatanen in una sequenza
Fallen Leaves, Jussi Vatanen in una sequenza del film

Non manca, all’interno di questo Foglie al vento, la tipica ironia à la Kaurismäki, dove un costante straniamento brechtiano contribuisce, insieme a rigorosissime composizioni del quadro, a inquadrature prevalentemente statiche e a una fotografia dai colori netti e particolarmente saturi, a conferire al tutto un carattere grottesco e surreale. Eppure, al contempo, sempre presente è anche una cruda critica sociale, riguardante non soltanto il mondo del lavoro (in cui l’essere umano non sembra più essere considerato tale), ma anche la caducità della vita, in un mondo in cui, a volte, anche soltanto un piccolo colpo di vento potrebbe cambiare drasticamente le cose.

Il potere del Cinema

Fallen Leaves, Alma Pöysti e Jussi Vatanen in una scena
Fallen Leaves, Alma Pöysti e Jussi Vatanen in una scena del film

In tal senso, dunque, i protagonisti di Foglie al vento sono quasi, letteralmente, due foglie cadute dall’albero e in balia del vento. Due anime sole che per trovarsi e ritrovarsi sono destinate a peregrinare a lungo. A meno che non arrivi una sorta di deus ex machina a cambiare le carte in tavola. È così, dunque, che entra in scena il Cinema. Nel piccolo cinema di periferia, l’uomo e la donna trascorrono la loro prima serata insieme. Proprio tale cinema li aiuterà, tra un incidente di percorso e l’altro, a ritrovarsi. Nonostante nessuno dei due sappia come si chiami l’altro. Con Foglie al vento, dunque, Aki Kaurismäki ha voluto (anche) rendere un sincero e sentito omaggio alla sua amata settima arte, da lui così ben onorata durante la sua lunga e rispettabile carriera.

Locandina

Foglie al vento, la locandina italiana del film di Aki Kaurismaki

Gallery

Scheda

Titolo originale: Kuolleet lehdet
Regia: Aki Kaurismäki
Paese/anno: Germania, Finlandia / 2023
Durata: 81’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Matti Onnismaa, Alina Tomnikov, Alma, Alma Pöysti, Janne Hyytiäinen, Jussi Vatanen, Martti Suosalo, Nuppu Koivu, Sakari Kuosmanen
Sceneggiatura: Aki Kaurismäki
Fotografia: Timo Salminen
Montaggio: Samu Heikkilä
Produttore: Aki Kaurismäki, Misha Jaari, Mark Lwoff
Casa di Produzione: Oy Bufo Ab, Sputnik, Pandora Film
Distribuzione: Lucky Red

Data di uscita: 21/12/2023

Trailer

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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