UNA SPIEGAZIONE PER TUTTO

UNA SPIEGAZIONE PER TUTTO

Diretto da Gábor Reisz, Una spiegazione per tutto è un tanto affascinante quanto realistico e spietato ritratto dell’Ungheria dei giorni nostri (e, in senso lato, della società in cui viviamo), una storia corale in cui determinate dinamiche possono pian piano portare a situazioni del tutto inaspettate. Persino per chi ne è coinvolto in prima persona.

Il temuto esame di maturità

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Direttamente dall’80aMostra d’Arte Cinematografica di Venezia – dove è stato premiato come Miglior Film all’interno della sezione Orizzonti – e ora, finalmente, anche in arrivo in sala, Una spiegazione per tutto, terzo lungometraggio del regista ungherese Gábor Reisz, è un tanto affascinante quanto realistico e spietato ritratto dell’Ungheria dei giorni nostri (e, in senso lato, della società in cui viviamo), una storia corale in cui determinate dinamiche possono pian piano portare a situazioni del tutto inaspettate. Persino per chi ne è coinvolto in prima persona. Ma vediamo, nello specifico, di cosa si tratta.

La coccarda della discordia

Una spiegazione per tutto, un momento del film
Una spiegazione per tutto, un momento del film

Tutto si svolge nell’arco di una settimana circa. Una settimana apparentemente normale, destinata, tuttavia, a cambiare la vita di molte persone. Ábel (impersonato da Gáspár Adonyi-Walsh) ha diciotto anni, è perdutamente innamorato della sua compagna di scuola Janka (Lilla Kizlinger) e, come molti suoi coetanei, si accinge a sostenere l’esame di maturità. György (István Znamenák) è il padre di Ábel. Uomo severo e fortemente nostalgico di quello che un tempo era la sua nazione, egli, con il suo comportamento autoritario, è in grado di far sentire costantemente sotto pressione chi gli sta intorno (e, in particolare, proprio suo figlio). Jakab (András Rusznák), invece, è il giovane e carismatico insegnante di storia di Ábel. Durante l’esame di maturità, il ragazzo fa praticamente scena muta, venendo conseguentemente bocciato. E se il motivo della sua bocciatura fosse proprio una coccarda, simbolo nazionalista, che il ragazzo indossava sulla giacca al momento dell’esame e che pare non sia proprio piaciuta al suo insegnante? Questo, dunque, è ciò che sostiene Ábel.

Normale quotidianità?

Una spiegazione per tutto, una scena del film
Una spiegazione per tutto, una scena del film

Come già possiamo intuire da una breve, sommaria lettura della sinossi, dunque, Una spiegazione per tutto è, in realtà, un lungometraggio molto più complesso e stratificato di quanto possa inizialmente sembrare. Una storia come tante, di un adolescente che come tanti sta per affrontare una prova particolarmente importante nel suo percorso formativo, si trasforma ben presto in qualcosa di molto più grande: qualcosa che riguarda un’intera nazione, qualcosa che rivela come determinate dinamiche siano in grado di mostrare il vero volto della società in cui viviamo. E la stampa, dal canto suo, gioca anche in questo caso un ruolo centrale.

Il ruolo della stampa

Una spiegazione per tutto, un frame del film
Una spiegazione per tutto, un frame del film

Ed ecco che entra in gioco un ulteriore personaggio, quello della giovane e rampante giornalista Erika (Rebeka Hatházi). Erika intuisce subito il potenziale della storia che le è casualmente capitata tra le mani. Il privato diventa pubblico, la politica prende immediatamente il sopravvento sulle vite dei singoli in cui, apparentemente, sembrava non svolgere ruolo alcuno. Una spiegazione per tutto, dunque, nella sua brutale attualità, diventa così un lungometraggio dalle connotazioni universali, che prende intelligentemente il via da un evento di normale quotidianità che potrebbe riguardare ognuno di noi. E Gábor Reisz, dal canto suo, ha saputo gestire alla perfezione ogni singolo dettaglio e ogni possibile risvolto.

Il futuro è dei giovani

Una spiegazione per tutto, un'immagine del film
Una spiegazione per tutto, un’immagine del film

A tal proposito, dunque, una sceneggiatura robusta e priva di sbavature, che vede uno dei suoi principali punti di forza proprio nella scelta di mostrarci, giorno per giorno, i singoli avvenimenti ogni volta da una prospettiva diversa – con tanto di didascalie che tanto ricordano (sia per font che per stile) il diario di un adolescente – è una delle prime cose che colpisce in questo interessante lavoro di Reisz. Proprio ai personaggi, dunque, l’arduo compito di reggere sulle proprie spalle l’intero lungometraggio tramite primi e primissimi piani, e dettagli resi ancor più preziosi da un sapiente uso di camera a spalla. L’essere umano è sempre al primo posto. E spesso si trova in situazioni molto più grandi di lui, in cui di umano sembra essere rimasto ben poco. Una spiegazione per tutto è tutto questo, e nella sua complessa semplicità si è rivelato un vero e proprio gioiellino del cinema contemporaneo. Potrà mai esserci speranza per un futuro migliore? Forse solo lo spirito libero e spensierato dei giovani può essere decisivo in questo senso.

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Locandina

Una spiegazione per tutto, la locandina italiana del film

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Scheda

Titolo originale: Magyarázat mindenre
Regia: Gábor Reisz
Paese/anno: Slovacchia, Ungheria / 2023
Durata: 151’
Genere: Drammatico
Cast: Adonyi-Walsh Gáspár, András Rusznák, Bálint Szimler, Dániel Király, Eliza Sodró, Eros Mara, Gergely Kocsis, István Znamenák, Krisztina Urbanovits, Lilla Kizlinger, Péter Szeiler, Péter Tarján, Rebeka Hatházi, Tamás Fodor, Tóth Péter, Tünde Bacskó, Zsuzsa Száger
Sceneggiatura: Gábor Reisz, Éva Schulze
Fotografia: Kristóf Becsey
Montaggio: Vanda Gorácz, Gábor Reisz
Musiche: Kálmán András, Gábor Reisz
Produttore: Júlia Berkes, Mátyás Prikler
Casa di Produzione: Proton Cinema, Mphilms Production
Distribuzione: I Wonder Pictures, Arthouse

Data di uscita: 01/05/2024

Trailer

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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