EL PARAÍSO

EL PARAÍSO

Va oltre il concetto di mater-matrigna il rapporto malato madre-figlio descritto in El Paraíso, nuovo film di Enrico Maria Artale già nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia, in un affresco familiare dai contorni tristi di un conflitto irrisolto.

E mi voleva bene…

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La madre domina la scena anche quando non c’è. Più che un paradiso è un inferno quello descritto dal regista Enrico Maria Artale ne El Paraíso, nelle sale italiane dal 6 giugno per la distribuzione di I Wonder  Pictures. Una storia che intenzionalmente vuole raccontare di un rapporto tra madre e figlio stretti in un legame assoluto. Un rapporto morboso sullo scenario truce di traffico di cocaina, di bassifondi conditi con ritmi sudamericani. Una storia volutamente galleggiante in un tempo indefinito, sì contemporaneo ma non ben identificato.

Un ruolo centrale per la brava Margarita Rosa De Francisco

El Paraiso, Margherita Rosa De Francisco ed Edoardo Pesce in un momento del film
El Paraiso, Margarita Rosa De Francisco ed Edoardo Pesce in un momento del film

La figura di riferimento è interpretata al meglio da Margarita Rosa De Francisco – non a caso il ruolo gli è valso il Premio Orizzonti per la Miglior interpretazione femminile all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. È lei che in quella casa a bordo Tevere dà il tempo, dà i tempi di una vita vissuta in simbiosi con il figlio, che da lei è affascinato ma allo stesso tempo intimorito. Storia di truce cronaca, quella di El Paraíso, ma anche di un rapporto malato, quasi edipico, non privo di colpi di scena, di continui interrogativi. Quello che è certo è che il giovane Julio Cesar, splendidamente interpretato da un Edoardo Pesce che si cala appieno nel personaggio, non ha la forza di emanciparsi, di recidere il cordone ombelicale che lo lega alla madre-matrigna. Sono giorni di sottili ricatti, di velate recriminazioni, di confessioni, di perdite e di riscoperte nelle quattro mura domestiche dove si taglia e si lavora coca appena giunta dalla Colombia per via ovuli portati da una giovanissima Ines. Il film travolge in un ritmo incalzante; le direzioni verso le quali si muove sono molteplici e mai scontate. Ci si chiede se davvero questo è amore filiale, se davvero sia così tanta l’inettitudine di un figlio rispetto all’ipotesi di ribellione.

Dramma familiare a colori

El Paraiso, Margherita Rosa De Francisco ed Edoardo Pesce in una foto del film
El Paraiso, Margarita Rosa De Francisco ed Edoardo Pesce in una foto del film

Colori e musica condiscono così, come in un quadro, figure a tratti felliniane, volutamente esagerate e caratterizzate nei costumi, nelle capigliature, nelle situazioni. El Paraíso è un film senza morale in cui la simbiosi – a tratti incestuosa – madre-figlio sfocia nell’assurdo, in una sorta di cannibalismo volto a reiterare quel vuoto incolmabile seguito alla perdita. La storia si dipana tanto ai margini che Roma, sia pure evocata a più riprese, appare troppo lontana dal quel microcosmo malato che alberga a bordo fiume; una periferia perduta, senza prospettive né futuro, dove nemmeno i proventi dello spaccio promettono il salto verso la città, considerata come un quid lontano e irraggiungibile.

La Colombia evocata

El Paraiso, Margherita Rosa De Francisco ed Edoardo Pesce durante una scena del film
El Paraiso, Margarita Rosa De Francisco ed Edoardo Pesce durante una scena del film

È la Colombia, invece, paese dal quale proviene la madre, a evocare sogni e prospettive al giovane Julio Cesar che si imbarca in un viaggio senza meta e senza ritorno. Ed è là che la frattura, lo strappo, la cesura potrebbero trovare un risanamento e donare così al figlio una meritata maturità. A suo modo il film induce alla riflessione: interroga le madri sul rapporto che le lega ai propri figli, interroga i figli sul rapporto che intercorre con la propria madre. Dilemmi di fondo che appartengono a ogni individuo e che difficilmente trovano risposte, nell’andare e venire tra generazioni, nel detto e non detto, nel consolidamento dei ruoli. Ruoli che questo lavoro cinematografico rovescia e rimescola in un vortice che ferisce e fa male.

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Premi e riconoscimenti

El Paraíso ha ottenuto il  Premio Orizzonti per la Miglior Sceneggiatura al regista Enrico Maria Artale oltre al Premio Arca – Cinema Giovani come Miglior Film Italiano alla Mostra del Cinema di Venezia, votato da una giuria di giovani tra i 18 e i 26 anni. È stato presentato in numerosi festival in tutto il mondo, tra cui quelli di Santa Barbara, Haifa, San Paolo.

Locandina

El Paraiso, la locandina del film

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Scheda

Titolo originale: El Paraíso
Regia: Enrico Maria Artale
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 106’
Genere: Drammatico
Cast: Edoardo Pesce, Gabriel Montesi, Margarita Rosa de Francisco, Maria del Rosario, Matea Milinkovic
Sceneggiatura: Enrico Maria Artale
Fotografia: Francesco Di Giacomo
Montaggio: Valeria Sapienza
Musiche: Emanuele de Raymondi
Produttore: Carla Altieri, Andrea Paris, Roberto De Paolis, Matteo Rovere
Casa di Produzione: Rai Cinema, Ascent Film, Young Films
Distribuzione: I Wonder Pictures

Data di uscita: 06/06/2024

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Giornalista professionista, laureata in Scienze Politiche. Ha collaborato con Ansa e Il Tempo, passando poi alla collaborazione fissa con Il Messaggero. Ha scritto per L’Espresso, D La Repubblica delle Donne, Avvenimenti. Per le edizioni Media&Books ha pubblicato, con il luogotenente Francesco Leonardis, il libro Laureato in onestà (2017). Ha diretto il mensile ambientalista La Voce del Lago. Gestisce il sito www.ecolagodibracciano.it e dirige il mensile Gente di Bracciano. È presidente dal 1992 dell’Associazione Culturale Sabate - Museo Storico della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare “Augusto Montori” a Anguillara e, dal 2017, del Comitato Difesa Bacino Lacuale Bracciano-Martignano.

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