APOCALISSE ZERO: ANGER OF THE DEAD

APOCALISSE ZERO: ANGER OF THE DEAD

Epigono nostrano – con la produzione di Uwe Boll – dell'immarcescibile filone dello zombie movie, Apocalisse Zero: Anger of The Dead rivela gusto e una buona tensione di genere, nonostante il debito del film di Francesco Picone con la serie cult The Walking Dead sia forse fin troppo evidente.

La rabbia, quella dei morti

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Un virus si sta diffondendo a macchia d’olio nel mondo, trasformando i morti in cannibali bramosi di carne umana. Le autorità sembrano incapaci di arginare il contagio, ma tra i superstiti si diffonde la voce di una misteriosa isola che sarebbe immune dalla diffusione del virus. Alice, una donna in stato di gravidanza che ha appena perso suo marito e sua figlia, incontra un uomo a bordo di un’automobile, che cerca di condurla al riparo, lontano dai centri abitati. Le risorse, non ultima il carburante per la vettura dell’uomo, sono però scarse. Nel frattempo, alcuni uomini armati sono sulle tracce di una misteriosa ragazza, muta, che sembra essere miracolosamente immune dalle attenzioni dai morti viventi; quando Alice e il suo compagno si imbattono nella ragazza, lo scontro con gli inseguitori è inevitabile. Gli zombie, evidentemente, non sono l’unica minaccia nel “nuovo” mondo.

L’ispirazione per questo Apocalisse Zero: Anger of The Dead, lungometraggio presentato nell’ultima edizione del Fantafestival nel corso dello Z-Day (la giornata dedicata ai morti viventi), è un precedente, omonimo cortometraggio diretto dallo stesso regista Francesco Picone. Per portare alle dimensioni di un lungo il suo originale soggetto, Picone si è affidato qui alla produzione di Uwe Boll, nome noto e famigerato nell’ambito dell’horror low budget, e della Extreme Video di Marco Ristori e Luca Boni (già autori di Eaters e Zombie Massacre).

Malgrado il nome di Boll sia spesso associato al cinema dell’orrore più raffazzonato e trash, il film di Picone mostra tutto lo sforzo nella confezione di un prodotto professionale, che guardi ai modelli d’oltreoceano di ieri e di oggi: i trucchi, pur restando nel recinto di un’iconografia che, da George A. Romero in poi, è abbondantemente codificata, rivelano una certa cura nella loro realizzazione, gli effetti speciali in digitale sono praticamente assenti, mentre la recitazione (all’interno del cast spicca il nome di una Désirée Giorgetti ormai specializzata in ruoli con un certo grado di inquietudine) risulta generalmente di buon livello. Il modello principale di Picone, comunque, richiamato più volte in atmosfere ed eventi della trama, è la fortunatissima serie The Walking Dead: gli snodi, i personaggi, e il clima apocalittico che si respira nel film, sono direttamente debitori all’horror televisivo tratto dal fumetto di Robert Kirkman.

Pur muovendosi nell’ambito di un filone codificato e (diciamolo pure) fortemente stereotipato, Apocalisse Zero: Anger of The Dead si rivela un’opera ben scritta e altrettanto ben diretta. Le fasi dello sviluppo del contagio seguono bene i canoni più classici dello zombie movie, codificati a suo tempo dai film di Romero, e poi ripresi e ampliati da decenni di cinema e televisione: tuttavia, la sceneggiatura mostra attenzione nella delineazione dei personaggi e nelle loro interazioni, tenendo in equilibrio la gestione della tensione portata dalle creature, e quella della minaccia (tutta umana) degli inseguitori della misteriosa ragazza. Il regista riesce bene a supplire al budget basso con pochi e indovinati dettagli (le strade vuote, gli edifici in rovina e abbandonati) che suggeriscono quel clima apocalittico che, altrove, aveva potuto contare su ben altro e diverso sostegno visivo. Lo splatter e l’azione non mancano, ma, come accade nell’illustre modello televisivo, sono le psicologie (e i contrasti tra gli uomini, incapaci di far fronte comune al pericolo) a restare in primo piano.

Il debito del film di Picone con The Walking Dead è comunque talmente evidente – e a volte invadente – da diventare a tratti un limite. Per quelli che sono già stati spettatori della fortunata serie AMC, una parte del piacere nella scoperta degli eventi (ma anche, semplicemente, del lasciarsi andare al racconto per immagini) viene inevitabilmente meno. Restano inoltre un po’ pretestuosi alcuni riferimenti politici che la sceneggiatura fa nella sua prima parte (lo scoppio del contagio che si lega a una serie di manifestazioni di protesta): è un po’ discutibile che, nel 2015, si inventino motivazioni e stratagemmi narrativi per un evento scatenante (l’apparizione dei morti viventi) che già Romero aveva voluto auto-evidente.

In questo comunque piacevole Apocalisse Zero: Anger of The Dead, epigono non certo originale, ma ricco di vigore e “ruspante” efficacia, di una lunga tradizione orrorifica, va poi sottolineata l’interruzione della trama nel finale del film, col rimando a un sequel di cui non è (al momento) certa la realizzazione: una scelta che fa pensare quasi che l’evidente passione del regista per la struttura seriale del suo modello si sia tradotta anche nell’inserimento di un cliffhanger conclusivo, che al cinema risulta però narrativamente molto più discutibile.

Scheda

Titolo originale: Anger of The Dead
Regia: Francesco Picone
Paese/anno: Italia, Canada / 2015
Durata: 84’
Genere: Horror
Cast: David White, Claudio Camilli, Désirée Giorgetti, Manuela Arrighi, Marius Bizau, Michael Segal, Aaron Stielstra, Ally McClelland, Andrea Bianciardi, Eleonora Marianelli, Lorenzo Ciani, Roberta Sparta
Sceneggiatura: Francesco Picone
Fotografia: Mirco Sgarzi
Montaggio: Francesco Picone
Musiche: Gabriele Caselli
Produttore: Uwe Boll, Luca Boni, Francesco Picone
Casa di Produzione: Event Film Distribution, Extreme Video Snc

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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