THE REACH – CACCIA ALL’UOMO

THE REACH – CACCIA ALL’UOMO

Guardando al western con un'impronta noir, Jean-Baptiste Léonetti esordisce a Hollywood con questo The Reach - Caccia all'uomo: un thriller interessante nell'idea e ottimamente interpretato da un luciferino Michael Douglas, ma penalizzato da una sceneggiatura debole, con una scarsa attenzione all'elemento credibilità.

Gordon Gekko va a caccia

Contenuti
Pubblicità

Ben, giovane di 25 anni che lavora per l’ufficio dello sceriffo nel deserto del Nevada, accetta di fare da guida a John Madec, multimilionario proveniente dalla West Coast, giunto in quelle zone per una battuta di caccia grossa. Durante l’escursione, John centra accidentalmente, uccidendolo, il vecchio Charlie, un senzatetto che vive nel deserto. Inizialmente Ben accetta il tentativo di corruzione da parte del cacciatore, per seppellire il corpo e mettere l’incidente a tacere; ma in seguito, preso dai rimorsi, il giovane cerca di avvisare lo sceriffo. Ben viene per questo aggredito dal cacciatore, che con fare sadico costringe il ragazzo a fuggire attraverso il deserto, condannandolo a fare da preda per una sua nuova, letale battuta di caccia.

Se il western è ormai, da decenni, genere storicizzato per il cinema americano, ormai poco frequentato nella sua forma più pura, è anche vero che le sue modalità estetiche e narrative si sono trasferite, da tempo, in gran parte dei filoni “classici” di Hollywood (e non solo). Questo The Reach – Caccia all’uomo è un classico esempio di thriller contemporaneo che richiama, per l’ambientazione e (in parte) i meccanismi narrativi, le logiche del genere statunitense per eccellenza; lo fa, il film del regista francese Jean-Baptiste Léonetti (suo il dramma Carré blanc), specie con riferimento a quella che è stata la variante più cupa e violenta del genere, quella che va da Clint Eastwood a Sam Peckinpah.

Il regista approda a Hollywood con una storia che vuole richiamare da una parte gli anni ’70, con quel cinema che mostrava il confine (geografico e mentale) tra la civilizzazione e la natura selvaggia, stigmatizzando un comportamento umano che, posto in una situazione limite, tende a regredire allo stato bestiale; dall’altra, il suo film guarda a tematiche noir, alle zone d’ombra dei personaggi, al potere di corruzione del denaro e alla difficoltà delle scelte morali.

Il tutto è portato sullo schermo con una messa in scena nel segno dell’essenzialità, e di una caccia all’uomo che, una volta stabilito il setting, si muove come un puro gioco tra preda e predato: questi ultimi hanno rispettivamente i volti di Jeremy Irvine (lo ricordiamo, tra le altre cose, nello spielberghiano War Horse) e di un Michael Douglas che interpreta un Gordon Gekko invecchiato, e ancora più pericoloso. Lo sceriffo ha il volto (probabilmente non a caso) di Ronnie Cox, la cui presenza richiama un altro classico del cinema americano seventies, quel Un tranquillo weekend di paura le cui tematiche troviamo, in parte, replicate qui.

Parte decisamente bene, The Reach – Caccia all’uomo, prendendo due personaggi essenziali ma ben caratterizzati e ponendoli in una situazione limite, in cui l’istinto di sopravvivenza contrasta con la morale (anch’essa ambigua) della società “borghese”. Funziona bene l’ottima, polverosa fotografia, alcune interessanti scelte di montaggio (a suggerire la tensione, le accelerazioni e decelerazioni della fuga del protagonista), un uso efficace e a tratti incalzante della colonna sonora.

La sceneggiatura – che trae spunto dal romanzo Deathwatch di Robb White – prova a scavare nelle psicologie, cercando di restituirne le zone d’ombra, puntando a rendere la sovrapposizione tra la rapacità del moderno capitalismo (incarnata dal personaggio di Douglas) e la legge del più forte che regola i rapporti tra cacciatore e cacciato. Vanno sottolineate anche le buone prove dei due protagonisti, specie quella di un Douglas che (pur pagando qualcosa al precedente, iconico personaggio interpretato nei due Wall Street di Oliver Stone) risulta sempre più a suo agio come volgare, furbo e pericoloso squalo dell’industria, con negli occhi una luce – soffusa e incontrovertibile – di follia.

Tuttavia, malgrado le buone premesse, di The Reach – Caccia all’uomo delude in gran parte lo sviluppo narrativo, la scarsa credibilità degli snodi di trama, l’assurda conclusione della vicenda. Una volta iniziata la caccia, si resta perplessi nel rilevare, da parte del personaggio di Douglas, comportamenti che neanche la sua lucida follia potrebbe giustificare; il “piano” che l’uomo mette in atto, e la sua granitica certezza di uscirne indenne, mostrano un’inconsistenza tale da mettere a dura prova la sospensione dell’incredulità. Similmente, l’improvviso recupero delle forze del giovane protagonista, nella parte finale, denuncia, da parte dello script, un’attenzione praticamente nulla all’elemento-credibilità. Elemento, quest’ultimo, che nella (troppo) lunga “coda” della trama subisce un ulteriore colpo, al punto da far scivolare l’intera vicenda nel ridicolo involontario.

La regia di Léonetti, a parte le poche, indovinate soluzioni di montaggio sopra richiamate, mostra in sé una certa convenzionalità, mentre quella che dovrebbe essere la fase più importante del plot (ovvero quella centrale della caccia) occupa una porzione troppo modesta sul totale del film. Tutti elementi, questi, che limitano fortemente la riuscita di un’opera come questo The Reach – Caccia all’uomo, che con una gestione più attenta della narrazione avrebbe potuto raggiungere risultati ben più efficaci.

Scheda

Titolo originale: Beyond The Reach
Regia: Jean-Baptiste Léonetti
Paese/anno: Stati Uniti / 2015
Durata: 91’
Genere: Thriller
Cast: Michael Douglas, Ronny Cox, David Garver, Eddy Glenn Patterson, Hanna Mangan Lawrence, Jadelyn Dawn Wilkins, Jeremy Irvine, Martin Palmer, Patricia Bethune
Sceneggiatura: Stephen Susco
Fotografia: Russell Carpenter
Montaggio: Adam Wolfe
Musiche: Dickon Hinchliffe
Produttore: Diego Panadisi, Robert Mitas, Greg Strasz, Michael Douglas
Casa di Produzione: Square One Cinema, Furthur Films, Literal MediA, LionsGate
Distribuzione: Literal Media

Data di uscita: 15/07/2015

Dagli stessi registi o sceneggiatori

Pubblicità
Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.