WAX: WE ARE THE X

WAX: WE ARE THE X

Al suo esordio nel lungometraggio, l'italiano Lorenzo Corvino utilizza il found footage per fare un ritratto a tinte fosche della “generazione X”: WAX: We are the X è arguto e capace di descrivere inquietudini contemporanee intrattenendo, pur non sottraendosi ai limiti intrinseci del filone di cui fa parte.

Inquietudini generazionali filmate

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Un misterioso americano, di stanza a Monaco, giunge in Italia portando con sé una chiavetta con del materiale video, destinata alla redazione di una testata investigativa italiana. Nella chiavetta sono contenuti dei filmati che documentano gli ultimi giorni di vita di tre giovani, due italiani e una francese, prima della loro morte in quello che è stato classificato come un incidente. L’uomo sostiene che, nella ricostruzione ufficiale, non tutto sia stato chiarito, e che le reali responsabilità dei fatti non siano state accertate. I giornalisti assistono così all’ultima settimana di vita di Dario, Livio e Gwendolyn, rispettivamente regista, direttore di produzione e responsabile del casting per un importante spot da girare a Montecarlo.

Il ritratto generazionale, declinato in forma di dramma o commedia, sembra essere ultimamente un motivo molto gettonato nel cinema italiano. Il settore indipendente, in particolare, ha cercato negli ultimi anni di affrontare il tema con uno sguardo non sempre convenzionale, spesso obliquo o comunque lontano, narrativamente e stilisticamente, dai registri che caratterizzano il mainstream. Così, se l’inquietudine della precarietà (e l’eterno tema della “linea d’ombra”) aveva già caratterizzato un prodotto Youtube-oriented come il recente The Pills – Sempre meglio che lavorare, più eclettico e composito è l’approccio di Lorenzo Corvino, regista dalla già lunga produzione di corti, in questo WAX: We are the X, suo esordio nel lungometraggio. Un’opera che già dal titolo punta a rappresentare aspirazioni e inquietudini di un segmento anagrafico di popolazione (la “generazione X”, nata negli anni ‘70), costruendovi un prodotto che è insieme road movie, mockumentary e thriller.

Un lavoro, quello di Corvino, che recupera le modalità estetiche (provenienti da oltreoceano) del found footage, innestandole su una struttura narrativa che ne valorizza al meglio le potenzialità. “Ho sempre rispettato le regole del campo e controcampo”, ha detto il regista nella presentazione del film, a Roma, “senza mai tradire la soggettiva. Il linguaggio doveva essere sempre al servizio della narrazione. Nel 2013, quando abbiamo girato, si usava ancora la pellicola, ma se avessimo scelto quel mezzo, certe scene non avremmo potuto girarle”. Così, attraverso lo stratagemma classico del filmato ritrovato, Corvino costruisce una vicenda al confine tra i generi e i linguaggi, che innesta una storia di disagio lavorativo (ed esistenziale) sul lucente palcoscenico del principato di Monaco.

La povertà non è solo Ilva o Scampia”, ha continuato il regista, spiegando proprio la scelta dell’ambientazione. “Quei ritratti sono un po’ un modo borghese di lavarsi la coscienza. La difficoltà si annida anche nei luoghi apparentemente più lussuosi, ed è più difficile raccontarla. Io appartengo alla classe media, quella che ha genitori che per raggiungere un po’ di benessere hanno dovuto lavorare. La condizione di generazione X è anche uno stato mentale: materialmente stiamo bene, ma da un punto di vista intellettuale viviamo al di sopra delle nostre possibilità”.

WAX: We are the X è un prodotto che coniuga efficacemente forma e sostanza, l’artificio (convenzionale, e in parte già consunto) del documento audiovisivo ritrovato con una narrazione che da esso trae gran parte della sua linfa vitale. Quello di Corvino è un film che aspira, in qualche misura, a farsi manifesto di inquietudini che dal personale si allargano al generale, ma che si guarda bene dal cadere nella trappola della retorica o del film a tesi: al contrario, l’ottima sceneggiatura non perde di vista il suo precipuo scopo di intrattenere, raccontando una vicenda che descriva la contemporaneità col passo e le modalità narrative del thriller.

L’ottima gestione degli incastri narrativi, e la capacità del regista di sfruttare al meglio le peculiarità del mezzo (ivi compresi i suoi stereotipi) sono i pregi più evidenti di questo esordio. È da rimarcare, inoltre, l’intelligente uso che Corvino fa di due presenze d’eccezione come quelle di Jean-Marc Barr e Rutger Hauer: quest’ultimo, nel ruolo del misterioso delatore, contribuisce a una “cornice” ricca di humour, dando vita a un personaggio che, a dispetto del tempo limitato in cui resta in scena, si rivela avere un grande peso specifico nella vicenda. La cura nella messa in scena di WAX: We are the X, le finezze di montaggio (malgrado il loro parziale “tradimento” dell’estetica del genere) e l’abilità dei tre interpreti principali Jacopo Maria Bicocchi, Davide Paganini e Gwendolyn Gourvenec, completano un prodotto indipendente curato nella confezione quanto ben congegnato narrativamente.

Gli appunti che si possono muovere a questo interessante WAX: We are the X restano legati principalmente alla sua concezione: il found footage resta, a parere di chi scrive, un filone intrinsecamente problematico, che ha la caratteristica di contraddire alcune delle stesse basi narrative del cinema. Il film di Corvino, pur sfruttandone al meglio le peculiarità (tecniche e narrative) non si sottrae ad alcuni dei suoi punti più critici: come in molti, ulteriori esempi recenti del filone – principalmente americani – appare evidente lo scarto tra la natura teoricamente amatoriale delle immagini e l’estrema cura formale del prodotto nel suo complesso (ivi compreso il montaggio). Ancor più difficile, in termini di sospensione dell’incredulità, si rivela l’accettazione di un ipotetico lavoro di documentazione così elaborato (e continuativo) specie laddove non se ne ravveda, nella storia, una reale necessità. Qualche momento eccessivamente stereotipato (i primi scambi tra i due amici e il personaggio della Gourvenec) uniti a qualche dialogo non al meglio, finiscono inoltre per stonare nel complesso della vicenda, pur non inficiandone sostanzialmente la scorrevolezza.

Scheda

Titolo originale: WAX: We are the X
Regia: Lorenzo Corvino
Paese/anno: Italia / 2015
Durata: 103’
Genere: Drammatico, Avventura, Thriller
Cast: Andrea Sartoretti, Andrea Renzi, Rutger Hauer, Claudia Gallo, Davide Paganini, Francesca Ritrovato, Gwendolyn Gourvenec, Jacopo Maria Bicocchi, Jean-Marc Barr, Lily Bloom, Mathieu Intikalau, Muriel Gandois
Sceneggiatura: Lorenzo Corvino
Fotografia: Corrado Serri, Caterina Colombo
Montaggio: Mario Marrone
Musiche: Valeria Vaglio
Produttore: Lorenzo Corvino, Antonio Corvino, Giuseppe Manzi
Casa di Produzione: Rai Cinema, Vengeance
Distribuzione: Distribuzione Indipendente

Data di uscita: 31/03/2016

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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