IN DUBIOUS BATTLE – IL CORAGGIO DEGLI ULTIMI

IN DUBIOUS BATTLE – IL CORAGGIO DEGLI ULTIMI

Giunto nelle sale italiane un anno dopo la presentazione a Venezia, In Dubious Battle – Il coraggio degli ultimi è l’opera meno riuscita del James Franco regista: il film, tratto da un romanzo di John Steinbeck, non manca di momenti notevoli, ma appare a tratti spezzettato e fuori misura nei toni.

Il dubbio e la rabbia

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Siamo nel 1933, mentre l’onda lunga della Grande Depressione fa ancora sentire i suoi effetti. Jim Nolan, giovane attivista di un piccolo gruppo di sinistra radicale, viene preso sotto la sua ala protettrice da Mac McLeod, leader esperto e spregiudicato. Insieme, i due decidono di infiltrarsi in un’azienda agricola della California, dove i raccoglitori di mele si sono appena visti ridurre il salario di più della metà. Una volta sul posto, Mac e Jim entrano in contatto con London, operaio che aveva speso tutto per raggiungere il campo, insieme alla figlia e alla nuora incinta. Sfruttando la delusione di London, e la rabbia per un incidente sul lavoro appena occorso all’interno del campo, i due riusciranno a convincere i raccoglitori a mettere in atto un lungo sciopero, che metterà in seria crisi l’azienda.

Un anno dopo la presentazione a Venezia, nell’ambito della sezione Cinema nel Giardino, l’ultimo lavoro di James Franco approda ora nelle sale italiane. Con In Dubious Battle – Il coraggio degli ultimi, l’attore/regista americano continua la sua personale escursione all’interno della narrativa statunitense più “fondante”: dopo McCarthy (Child of God) e Faulkner (As I Lay Dying, The Sound and The Fury) ora è un narratore già più volte frequentato dal cinema come John Steinbeck ad essere portato sullo schermo da Franco, con una delle sue opere tradizionalmente considerate minori (in italiano intitolata semplicemente La battaglia). Una carriera da regista sicuramente originale, quella di Franco, tesa a ricostruire un personale “racconto americano” di cui questo lavoro rappresenta un ulteriore tassello.

Franco si immerge qui direttamente negli anni ‘30, e nelle lotte sociali che li hanno punteggiati, trasformando la storia di Steinbeck in una sorta di romanzo di formazione per il giovane protagonista col volto di Nat Wolff; lo fa descrivendone al contempo la presa di coscienza ed esplicitando il costo (in termini di aspirazioni personali – e soprattutto affettive) della sua militanza. Adottando un registro più classico, ma nel contempo più esplicito e hollywoodiano, rispetto alle sue precedenti regie, l’attore/regista punta a costruire un affresco che faccia vibrare la storia di genuina rabbia e partecipazione, avvicinandosi a tratti, nell’epos e nel vigore popolare, al cinema di Ken Loach.

Il “dubbio” del titolo è presente nelle ombre che calano (non tutte pienamente dissipate) sul McLeod (ben) interpretato dallo stesso regista, benché il tono sia decisamente forte e “militante”, giocato sulla costruzione di un climax che accumula tensione parallelamente allo scorrere del tempo in cui la storia si svolge. Tra gli altri interpreti di questo composito ritratto di un pezzo – non secondario – di storia americana, sono da segnalare Selena Gomez nel principale ruolo femminile della storia, Vincent D’Onofrio a vestire i panni del vecchio London, e un veterano come Robert Duvall a interpretare il latifondista senza scrupoli che presto si scontrerà (non solo metaforicamente) con la compattezza e la volontà dei protagonisti.

Non si può non riconoscere una buona dose di coraggio a Franco nel misurarsi con uno dei mostri sacri della narrativa statunitense, proseguendo la sua personale ricerca e continuando così a comporre un “racconto americano” che proprio in quegli anni ‘30 (ricchi di lotte e contraddizioni) vuole trovare le sue radici. Questo In Dubious Battle – Il coraggio degli ultimi ha il merito di portare fino alle nuove generazioni la narrativa di Steinbeck, rendendola fruibile attraverso un racconto ricco di vigore, che contrappone all’inevitabile manicheismo dell’approccio una sempre presente attenzione alla problematica umanità dei suoi personaggi. Interessante, in questo senso, il simbolico “passaggio di testimone” che la storia opera tra i due protagonisti, con la scelta del giovane Jim di abbracciare la missione – dal portato quasi messianico, “disumano” per definizione – di quello che gradualmente comprendiamo essere il suo mentore. In un registro che sceglie con convinzione i toni espliciti, va segnalata inoltre come scelta apprezzabile quella di lasciare sfumata la conclusione della vicenda, ricomprendendo le storie dei singoli personaggi nella dimensione più generale della Storia.

Rispetto alle precedenti regie di Franco, In Dubious Battle – Il coraggio degli ultimi presenta tuttavia un andamento più irregolare nella narrazione, trovando qualche problema nel condensare in meno di due ore una vicenda polifonica, oltre che dal forte portato epico. La scelta di adottare il punto di vista del giovane Jim finisce per sacrificare alcuni degli altri personaggi (ne sono esempi il dottore, e soprattutto la figlia di London) mentre la storia sembra a tratti procedere per singulti, senza l’andamento armonico che la vicenda richiederebbe. Alcuni passaggi narrativi (pensiamo allo sfondamento della barricata, e a tutto ciò che ne consegue) appaiono eccessivamente affrettati, mentre altri motivi – tra questi, l’origine del primo dissidio tra i due protagonisti – restano appena accennati.

Va detto inoltre che il tono esplicito che il regista ha voluto dare alla narrazione di In Dubious Battle – Il coraggio degli ultimi finisce, in certi punti, per sacrificarne la credibilità, mentre in altre porzioni del film – pensiamo ad alcuni rapidi flashback, in particolare – si sfiora pericolosamente il didascalismo. Senza sacrificare il potenziale emotivo della storia – che resta notevole in virtù del carattere epico del testo originale – una misura maggiore nel tono avrebbe probabilmente giovato all’intero film, che rappresenta complessivamente la prova meno riuscita del James Franco regista.

Scheda

Titolo originale: In Dubious Battle
Regia: James Franco
Paese/anno: Stati Uniti / 2016
Durata: 110’
Genere: Drammatico
Cast: Bryan Cranston, Selena Gomez, Vincent D’Onofrio, Josh Hutcherson, Scott Haze, Ed Harris, James Franco, Nat Wolff, Robert Duvall, Jack Kehler, John Savage, Zach Braff, Sam Shepard
Sceneggiatura: Matt Rager
Fotografia: Bruce Thierry Cheung
Montaggio: Aaron I. Butler, Gary Roach
Musiche: Volker Bertelmann
Produttore: Iris Torres, Andrea Iervolino, Ron Singer, Scott Reed, James Franco, Vince Jolivette
Casa di Produzione: That’s Hollywood Pictures Productions, AMBI Pictures, Rabbit Bandini Productions
Distribuzione: Ambi Pictures

Data di uscita: 07/09/2017

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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