SEANCE – PICCOLI OMICIDI TRA AMICHE

SEANCE – PICCOLI OMICIDI TRA AMICHE

Sospeso tra l’horror gotico e lo slasher, Seance – Piccoli omicidi tra amiche mostra un buon gusto visivo (di matrice europea) da parte del regista Simon Barrett, ma soffre un semplicismo narrativo che si accompagna spesso a confusione e trascuratezza nella gestione dei principali snodi di trama.

Evocazioni mortali

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L’idea alla base di questo Seance – Piccoli omicidi tra amiche – esordio alla regia di un lungometraggio dello sceneggiatore Simon Barrett (tra i suoi lavori, lo script di You’re Next, oltre alla regia di un segmento del film collettivo V/H/S/2) – è quella di mettere insieme la più classica ghost story col thriller in salsa slasher, debitore alla saga di Scream e ai suoi tanti epigoni. Una mistura che vuole riportare il genere horror, spesso calato negli ultimi anni in contesti urbani, presentato come imbevuto (con risultati più o meno felici) di tematiche sociali, alla sua forma più pura, essenziale e immobilizzata in un’unica location: qui, quella di un collegio femminile posto nella campagna americana, retto da una direttrice inflessibile e con un segreto (la morte di una studentessa) sepolto nel passato. Segreto che riaffiora quando la scuola viene di nuovo scossa dalla morte di Kerrie, studentessa precipitata dalla finestra della sua camera dopo essere stata vittima di uno scherzo da parte delle sue compagne. Quando la nuova allieva, Camille, arriva nel collegio per sostituire la ragazza, gli orrori ricominciano: specie da quando le poco amichevoli compagne decidono di fare una seduta spiritica, per farsi dire dal fantasma di Kerrie cosa le sia realmente successo…

Il richiamo del gotico

Seance - Piccoli omicidi tra amiche recensione

Questo Seance – Piccoli omicidi tra amiche (sorvoliamo sul fuorviante e poco fantasioso sottotitolo italiano) si presenta inizialmente come un divertissment gotico con studentesse protagoniste, con un occhio a Suspiria e uno al cult spagnolo Gli orrori del liceo femminile, diretto nel 1969 da Narciso Ibanez Serrador. Nella componente più strettamente gotica del film di Barrett (quella che flirta col sovrannaturale e con le storie di fantasmi) c’è in effetti un approccio al genere più europeo che americano, che si nutre degli eleganti interni del collegio – specie dei suoi corridoi, colorati di un bianco insolitamente minaccioso – e di un’ambientazione scolastica che sembra perfetta detonatrice per lo scatenarsi di un orrore senza volto.

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Il tema argentiano della nuova studentessa e delle sue difficoltà di inserimento (che il regista italiano esplorò anche in Phenomena) si somma a quello del bullismo mutuato da Carrie – Lo sguardo di Satana – richiamato foneticamente anche dal nome della studentessa morta – posto in un microcosmo adolescenziale e femminile in cui innocenza e crudeltà sembrano andare a braccetto. Il regista dirige con efficacia il prologo con la falsa evocazione (seguita dalla vera, misteriosa morte della studentessa), mentre l’ingresso nella struttura dell’enigmatica protagonista, misto di fragilità e determinazione, pone interessanti premesse.

Un’evoluzione semplicistica

Seance - Piccoli omicidi tra amiche recensione

Quando la vicenda di Seance – Piccoli omicidi tra amiche entra nel vivo, col primo di quella che sarà una lunga serie di omicidi, appare evidente la scelta della sceneggiatura di giocare sul doppio binario del realismo e delle suggestioni sovrannaturali, affiancando alla mai abbandonata ipotesi del fantasma (puntellata da una serie di sequenze oniriche) un abbozzo di detection che porta a sospettare ora dell’uno, ora dell’altro personaggio del gruppo. Un’integrazione che fin da subito appare difettosa e non ottimale, il cui scarso equilibrio fa perdere gradualmente mordente al film: i momenti onirici sembrano sempre più slegati dalla trama, mentre la direzione che quest’ultima prende non viene sorretta da uno sviluppo sufficientemente elaborato e credibile. Se l’elemento sovrannaturale continua a galleggiare sullo sfondo del film di Simon Barrett, esprimendosi in singole sequenze anche suggestive, la sua componente più realistica resta involuta e (per come alla fine si declina) anche eccessivamente semplice, per non dire semplicistica. Quando il mistero infine si risolve, non tutti i conti sembrano tornare: ma questo pare essere frutto di trascuratezza narrativa, più che di voluta ambiguità. Un paradosso, per un neo-regista come Barrett, che nasce come sceneggiatore.

Suggestioni sciupate

Seance - Piccoli omicidi tra amiche recensione

Non mancano i momenti suggestivi, in Seance – Piccoli omicidi tra amiche (tra questi, una sequenza ambientata in un teatro memore del già citato Suspiria, ma anche del suo recente remake diretto da Luca Guadagnino), sorretti anche da una buona colonna sonora (fatta di motivi elettronici uniti a composizioni più classiche) oltre che da uno sguardo non banale da parte della regia sul microcosmo delle protagoniste, e sulla minaccia che grava su di loro. Tutto, però, viene sciupato dal semplicismo misto a confusione dello script, che lascia involuto anche un personaggio potenzialmente valido come quello della protagonista (vanificando la prova interessante di Suki Waterhouse, giovane attrice già presente in The Bad Batch). Proprio la figura di Camille – che resta comunque il personaggio più coerentemente definito della storia – finisce per trovare una spiegazione solo superficiale alle sue azioni, trasmettendo l’idea di una certa fretta narrativa, e di un’intuizione non adeguatamente sviluppata. L’ultimissima parte del film mostra anche una certa, sana cattiveria – oltre a un valido finale, che si lascia la porta aperta per eventuali (ma poco probabili) sequel – ma l’approccio che si è scelto di dare al film richiedeva, necessariamente, una cura maggiore dell’intreccio e una sua gestione più compiuta. Peccato, perché le potenzialità non mancavano.

Seance - Piccoli omicidi tra amiche poster locandina
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Scheda

Titolo originale: Seance
Regia: Simon Barrett
Paese/anno: Stati Uniti / 2021
Durata: 92’
Genere: Horror, Thriller
Cast: Stephanie Sy, Marina Stephenson Kerr, Megan Best, Suki Waterhouse, Alexis Erickson-Sliboda, Cliff Sumter, Colleen Furlan, Djouliet Amara, Ella-Rae Smith, Inanna Sarkis, Jade Michael, Leah Mitchell, Madisen Beaty, Olatunbosun Amao, Seamus Patterson, Taya Ayotte Bourns
Sceneggiatura: Simon Barrett
Fotografia: Karim Hussain
Montaggio: James Vandewater
Musiche: Tobias Vethake
Produttore: Tomas Deckaj, Kelly Gallagher, Justin Kelly, Alex Mace, John Schoenfelder, Russell Ackerman, Matthew Baker, Isaac Clements
Casa di Produzione: Ingenious Media, Chisel Films, Dark Castle Entertainment, HanWay Films
Distribuzione: Adler Entertainment

Data di uscita: 24/02/2022

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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