BRIDGERTON 2

BRIDGERTON 2

Creata da Chris Van Dusen

Voto: 8

Dopo una lunga attesa torna la società Regency della serie tv prodotta da Netflix. Al centro di questa nuova narrazione Anthony, il primogenito della famiglia Bridgerton. Attenzione, però, non tutto è come sembra. In questa seconda stagione l’elemento femminile diventa più evidente e, soprattutto, autonomo, ingaggiando un faccia a faccia alla pari con il mondo maschile.

Torna l'amore nell'Inghilterra Regency

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Dopo due anni di attesa torna sulla piattaforma Netflix una delle serie più attese e di maggior successo prodotte negli ultimi tempi. Si tratta, ovviamente, di Bridgerton che, con la sua seconda stagione, riprende a raccontare, con una chiave moderna, il romanticismo e la passione di quell’Inghilterra già meravigliosamente descritta da Jane Austen nei suoi romanzi. Ovviamente è opportuno fare le giuste differenze, visto che il racconto prodotto dalla Shondaland si è concesso, fin dalla prima stagione, delle licenze poetiche che, in questo caso, trovano un miglior utilizzo e collocazione. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa aspettarci da questo nuovo capitolo. Riavvolgendo il nastro della narrazione, ricordiamo di aver lasciato la famiglia Bridgerton, formata da ben otto figli, nel pieno dei festeggiamenti per la nascita del primogenito della bionda ed eterea Daphne, la prima delle ragazze a entrare in società, con il misterioso Duca Hastings.

I due sono stati i protagonisti indiscussi della prima stagione, dando vita a un corteggiamento carico di aspettative erotiche, poi conclamate nel pieno del loro matrimonio. Non è un caso, dunque, che l’atletico Regé-Jean Page abbia fatto sognare il pubblico femminile per incarnare un ideale romantico e non solo. Lasciati i duchi alla loro felicità famigliare, però, questa seconda stagione cambia soggetto e concentra la sua attenzione su Anthony, il primogenito e capofamiglia del nutrito clan dei Bridgerton. Un cambiamento che, se da una parte ha rappresentato un’incognita narrativa per un pubblico così fortemente affezionato alla vicenda di Simon e Daphne, ha rappresentato un notevole salto di qualità per la serie. In modo del tutto inaspettato, infatti, questo nuovo capitolo può essere considerato come un passo in avanti, il raggiungimento di un nuovo livello per quanto riguarda la narrazione e la profondità dei personaggi.

Vista da questa prospettiva sembra che Chris Van Dusen e la produttrice Shonda Rhimes abbiano accolto le critiche riguardo alcune incongruenze della prima stagione, armonizzando il tutto con i romanzi di Julia Quinn, dai quali trae ispirazione tutto il progetto. Il risultato è un prodotto che, pur continuando a cavalcare un’atmosfera leggera e frivola, mette al centro della narrazione tematiche eterne come il raggiungimento dell’amore, il senso del dovere verso la propria famiglia e la ricerca di una voce personale e individuale da parte del mondo femminile.

Tra romanticismo e desiderio

Bridgerton 2, la suggestiva scena di un ballo nella seconda stagione della serie
Bridgerton 2, la suggestiva scena di un ballo nella seconda stagione della serie

Il primo aspetto che differenzia questa seconda stagione dalla prima è il modo in cui viene trattata e raccontata la materia romantica. Nonostante il protagonista Anthony viva un disincanto e un allontanamento psicologico dall’amore come già mostrato dal Duca di Hastings, in questo caso il confronto con l’altro sesso si svolge su un piano nettamente paritario. Nella ricerca della moglie perfetta per rappresentare al meglio il nome della famiglia, l’amore non è minimamente considerato. Al suo posto si mette in gioco il rispetto e la protezione, oltre ad una certa rassegnazione. Una negazione del sentimento causata dall’esperienza personale vissuta dai propri genitori e, in modo particolare, dal dolore accecante provato dalla madre dopo la morte improvvisa del marito. Scegliendo, dunque, di rendere il sentimento quasi in seconda linea, però, la struttura narrativa delle otto puntate non fa altro che renderlo ancora più presente, costruendo quasi una continua attesa che questo si realizzi.

Contribuisce alla formazione di quest’atmosfera anche l’assenza della materia erotica che, per gran parte della stagione, rimane sottintesa e velata per esprimersi come un’espressione inevitabile solo al termine. In questo senso, dunque, si torna a un racconto dichiaratamente romantico dove gli sguardi, i silenzi, e leggeri sfioramenti hanno il compito di raccontare i movimenti dell’anima attraverso un linguaggio che, come la migliore letteratura classica c’insegna, è eterno e ancora di gran moda. Al centro di quest’amoroso dialogo silenzioso ci sono i personaggi di Anthony e Kate Sharma, creatura esotica e sorella maggiore della moglie perfetta, la giovane prescelta per diventare viscontessa. Tra di loro s’innesca immediatamente un confronto basato sull’uguaglianza psicologica e intellettuale. Una gara di abilità pratiche, emotive e culturali tra due personaggi che vivono la stessa necessità di vestire e accontentare le aspettative della propria famiglia, mettendo a tacere un bisogno di libertà troppo forte per rimanere inespresso. Il dialogo, tra scontro e avvicinamento, conoscenza e rifiuto, è sempre paritario. Anzi, a dirla tutta, spesso Kate si trova alcuni passi avanti in un rapporto in cui nulla le deve venir insegnato. In questo modo, dunque, la seconda stagione trova già un’evidente compiutezza narrativa nell’eterna ambivalenza dei sessi, rispetto al rapporto tra Simone e Daphne che, invece, vive di uno squilibrio evidente tra la giovane debuttante e l’uomo più esperto. Una visione sicuramente più attuale che, oltre a rendere la nuova stagione più realistica e moderna, riesce a rispettare anche lo spirito originario della Austen, che sembra sovrastare sempre tutto come una specie di nume tutelare.

Il femminile e la sua voce

Bridgerton 2, una immagine della seconda stagione della serie
Bridgerton 2, una immagine della seconda stagione della serie

Che il mondo femminile fosse al centro di tutto l’impianto narrativo di Bridgerton era chiaro fin dall’inizio ma, in questi nuovi otto capitoli, il concetto viene rinnovato con maggior forza. Se prima lo sguardo era concentrato sulle consuetudini della società e i modi in cui una giovane donna poteva ricercare la felicità pur dovendo adattarsi a questi, ora il mood è completamente cambiato. Certo, ancora una volta è iniziato il periodo in cui ogni famiglia deve far bella mostra delle proprie debuttanti davanti agli occhi di una Regina dal carattere forte e impositivo, ma cosa accade se una di loro proprio non ne vuol sapere di diventare un “diamante”? Così, parallelamente al racconto di Anthony, la seconda stagione segue i primi passi da donna di Eloise, una giovane Bridgerton che, rifiutando di riempire il proprio carnet di ballo, preferisce impiegare le sue energie nella ricerca di una voce personale.

La strada da percorrere è la cultura, la formazione di idee e considerazioni personali che, nella visione dell’epoca, non dona fascino a una donna. Accanto a lei, un po’ goffa e incredibilmente moderna anche nella gestione dei suoi movimenti, si affianca anche l’amica Penelope che, nonostante le apparenze, utilizza la sua penna sferzante e uno pseudonimo per attirare l’attenzione dell’alta società. Per terminare con le sorelle Sharma, Kate, la maggiore, colta e autonoma. Edwina, la più giovane e manipolabile, destinata ad una crescita improvvisa e alla presa di coscienza di se stessa. Vista in questa prospettiva, dunque, la seconda stagione di Bridgerton non solo riesce a gestire in modo più armonioso l’elemento romantico ma si trasforma in un racconto profondamente al femminile, nonostante l’apparente protagonismo maschile. Un viaggio, dunque, che con il tocco frivolo e lieve che contraddistingue questa creatura, lascia lo spazio e il tempo a non poche riflessioni su quanto sia difficile la strada per l’autodeterminazione e quanto sia alto il prezzo da pagare per una donna veramente autonoma. Oggi come allora.

Bridgerton 2, il poster della seconda stagione della serie

Scheda

Titolo originale: Bridgerton 2
Creata da: Chris Van Dusen
Regia: Tricia Brock, Alex Pillai, Tom Verica
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Genere: Drammatico, Storico
Cast: Jessica Madsen, Julie Andrews, Bessie Carter, Nicola Coughlan, Simone Ashley, Will Tilston, Adjoa Andoh, Charithra Chandran, Claudia Jessie, Florence Hunt, Golda Rosheuvel, Harriet Cains, Holden Chang, Joanna Bobin, Jonathan Bailey, Kathryn Drysdale, Luke Newton, Luke Thompson, Martins Imhangbe, Phoebe Dynevor, Polly Walker, Ruth Gemmell
Sceneggiatura: Julia Quinn, Chris Van Dusen, Geetika Lizardi
Fotografia: Jeffrey Jur, Philipp Blaubach
Montaggio: Gregory T. Evans
Musiche: Kris Bowers
Produttore: Sarah Dollard, Sarada McDermott, Chris Van Dusen, Holden Chang, Shonda Rhimes
Casa di Produzione: Shondaland
Distribuzione: Netflix

Data di uscita: 25/03/2022

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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