TROMPERIE – INGANNO

TROMPERIE – INGANNO

Arnaud Desplechin firma con Tromperie – Inganno un adattamento vivace e brillante del romanzo di Philip Roth, riuscendo a rendere giustizia allo spirito acerbo dello scrittore americano.

Dr. Philip e Mr. Roth

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Si parla spesso del concetto di romanzo impossibile da adattare al cinema, nozione ormai smentita da tempo salvo rarissime eccezioni. Tra queste c’è l’opera di Philip Roth, che non ha mai veramente generato trasposizioni particolarmente interessanti, per lo meno in lingua inglese. Anche gli adattamenti tutto sommato dignitosi, come Pastorale americana di e con Ewan McGregor, tendono a non centrare pienamente il bersaglio perché manca lo spirito acerbo del compianto autore americano, uno dei cantori più critici del proprio paese.

Ascolta “Tra Downtown Abbey e Philip Roth, il nostro colpo di fulmine è Bad Roads” su Spreaker.

Ed ecco che, quasi dal nulla, spunta il francese Arnaud Desplechin con Tromperie – Inganno, presentato lo scorso anno a Cannes nella neonata sezione Cannes Premiere – praticamente un Fuori Concorso deluxe per registi affermati – e accolto con calorosi applausi soprattutto da chi non sperava più in un film capace di rendere giustizia allo stile di Roth. Un film che Desplechin coltivava da tempo (la sceneggiatura risale all’incirca al 2006), e che ha tirato fuori dal cassetto quando la pandemia lo ha costretto ad accantonare provvisoriamente un altro progetto più ambizioso.

Accadde a Londra

Tromperie - Inganno, Léa Seydoux e Denis Podalydès in un momento
Tromperie – Inganno, Léa Seydoux e Denis Podalydès in un momento del film

Il film adatta un romanzo del 1990, la prima opera di autofinzione di Roth: protagonista è infatti un certo Philip (Denis Podalydès), romanziere americano temporaneamente in trasferta a Londra, che si intrattiene con varie presenze femminili, tra cui la sua amante inglese (Léa Seydoux). Da queste conversazioni emerge il quadro della sua vita e del suo presunto nesso con l’opera letteraria: la moglie lo rimprovera per il tradimento, da cui lui trae ispirazione per elementi del suo nuovo libro, mentre egli ribadisce il principio della libertà creativa assoluta, affermando che tutto ciò che mette su carta è frutto della sua immaginazione. Ciò a cui abbiamo assistito è quindi anch’esso finto, parte di un gioco narrativo su due livelli che coinvolge Philip da un lato e Roth (e Desplechin) dall’altro?

Chiacchiere e corna

Tromperie - Inganno, Léa Seydoux e Denis Podalydès in una sequenza
Tromperie – Inganno, Léa Seydoux e Denis Podalydès in una sequenza del film

Anche se è un film che ha fatto di necessità virtù, Tromperie – Inganno (il cui sottotitolo italiano traduce correttamente la versione inglese ma elimina il doppio senso francese, riferito all’adulterio) non si presenta come tale: progetto pandemico che ignora la pandemia, trasportandoci negli anni Ottanta riletti da Roth, è un’opera di feroce attualità, che mette a nudo il vero problema di tutti gli adattamenti precedenti dell’opera del grande autore statunitense. Al netto del pessimismo generale del romanziere, poco compatibile con lo spirito più ottimista di Hollywood, è soprattutto la franchezza sessuale dei suoi libri a renderlo difficile da adattare all’interno di un sistema produttivo notoriamente pruriginoso, al punto che quando si vede un amplesso in un titolo di produzione americana la differenza tra un divieto più o meno restrittivo la può fare il numero di movimenti di bacino (vedere per credere, l’illuminante ed esilarante documentario This Film Is Not Yet Rated, che negli Stati Uniti si beccò l’equivalente del nostro VM18 perché conteneva spezzoni di altri film con il medesimo visto).

Tromperie - Inganno, Léa Seydoux in una foto
Tromperie – Inganno, Léa Seydoux in una foto del film

Problemi simili non se li sono mai posti i francesi (e Tromperie – Inganno allude indirettamente a uno dei casi più celebri, facendo menzionare a Léa Seydoux il taglio di capelli che lei aveva ne La vita di Adele), e di conseguenza Desplechin non esita a mettere in scena una questione di corna, per citare il famigerato e al contempo geniale titolo italiano di uno dei capolavori di Truffaut. E anche quando il sesso è solo menzionato, argomento dei dialoghi taglienti fra un grandissimo Podalydès, magnifico alter ego di Roth, e una strepitosa Seydoux, il film trasuda un erotismo che i colleghi americani si possono solo sognare, ammesso che osino farlo. E da quel luogo chiuso, scelta obbligata per girare qualcosa in piena sicurezza tra un lockdown e l’altro, si apre una finestra sul mondo, reale o immaginato che sia, con tutte quelle idiosincrasie che nessun adattatore aveva avuto il coraggio di esplorare prima d’ora.

Tromperie - Inganno, la locandina italiana del film

Scheda

Titolo originale: Tromperie
Regia: Arnaud Desplechin
Paese/anno: Francia / 2021
Durata: 105’
Genere: Drammatico
Cast: Léa Seydoux, Denis Podalydès, Saadia Bentaïeb, Emmanuelle Devos, Anouk Grinberg, Rebecca Marder, André Oumansky, Barry Johnson, Frédérique Giffard, Gennadiy Fomin, Ian Turiak, Madalina Constantin, Matej Hofmann, Miglen Mirtchev, Scott Thrun, Valérie Thepsouvanh
Sceneggiatura: Arnaud Desplechin, Julie Peyr
Fotografia: Yorick Le Saux
Montaggio: Laurence Briaud
Musiche: Grégoire Hetzel
Produttore: Pascal Caucheteux
Casa di Produzione: Canal+, Ciné+, Why Not Productions
Distribuzione: NoMad Entertainment

Data di uscita: 28/04/2022

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Giornalista e traduttore freelance, collabora con varie testate in Italia e Svizzera e con festival come Locarno e la Berlinale. Ama la sala, ma non disdegna le piattaforme.

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