GENERAZIONE LOW COST

GENERAZIONE LOW COST

In Generazione Low Cost, un approccio registico estremamente realistico si rivela la giusta soluzione finalizzata a farci immedesimare con la protagonista, a rendere vive e pulsanti sul grande schermo emozioni da troppo tempo messe a tacere, a far sì che un passato troppo doloroso possa essere finalmente “metabolizzato”. Gli intensi primi piani di Adèle Exarchopoulos fanno il resto.

Una vita in viaggio

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Una vita senza programmi, in cui ogni giorno è diverso dall’altro. La possibilità di viaggiare in tutto il mondo, dovendo, al contempo, sacrificare gli affetti e la vita privata. Il lungometraggio d’esordio di Emmanuel Marre e Julie Lecoustre – Generazione Low Cost – presentato in anteprima alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2021, ci dà la possibilità di osservare da vicino una realtà che in pochi conoscono davvero, una realtà molto più complicata di quanto possa inizialmente sembrare. Una realtà vissuta intensamente da un’indimenticabile protagonista, una straordinaria Adèle Exarchopoulos.

Presente da vivere, passato da dimenticare

Generazione Low Cost, Adèle Exarchopoulos in una foto
Generazione Low Cost, Adèle Exarchopoulos in una foto del film

Generazione Low Cost, dunque, è la storia di una ragazza che desidera una vita dinamica, in cui ogni giorno si possano scoprire realtà diverse. Generazione Low Cost è l’immagine di un mondo in cui i diritti dei lavoratori non vengono in alcun modo tutelati. Generazione Low Cost è anche un tentativo di dimenticare i traumi del passato senza averli debitamente affrontati. Cassandre (la Exarchopoulos, appunto), ha ventisei anni e da quasi tre lavora come assistente di volo presso la compagnia low cost Wings. La ragazza abita a Lanzarote in un appartamento insieme ad altre sue colleghe, e ogni occasione è buona per evitare di tornare a casa sua da suo padre e sua sorella.

Ascolta “Generazione Low Cost, quando un film racconta la società con intelligenza” su Spreaker.

Dopo un passato difficile, infatti, la giovane altro non fa che scappare, al fine di non pensare a ciò che le è accaduto, e allo stesso modo evita che da ogni incontro possa nascere un rapporto duraturo. Proprio come la sua vita privata, dunque, la sua carriera è continuamente in bilico. Costretta a sorridere sempre e comunque (“a nessuno importa cosa ha fatto ieri e cosa farà domani”), ad avere a che fare con i clienti più bizzarri, a evitare una birra di troppo fino a dodici ore prima di un volo, Cassandre rischia ogni giorno il posto di lavoro, ma, al contempo, non fa nulla per poter cambiare la sua situazione, dal momento che “non sa nemmeno se sarà ancora viva da un giorno all’altro”.

Precarietà

Generazione Low Cost, Adèle Exarchopoulos in una scena
Generazione Low Cost, Adèle Exarchopoulos in una scena del film

Questa interessante opera prima di Emmauel Marre e Julie Lecoustre si distingue innanzitutto per la sua grande capacità di indagare nell’animo umano, per aver messo in scena, attraverso la storia di una singola protagonista, un mondo in cui la precarietà è all’ordine del giorno, in cui non v’è certezza alcuna, in cui ai giovani non è quasi consentito potersi permettere una certa stabilità. Seppur trattando la questione in modo complessivamente marginale, tuttavia, i due registi sono ben riusciti a rappresentare il labile confine tra obblighi contrattuali e scelte personali.

Vera più che mai

Tutto, dunque, ci viene esclusivamente mostrato attraverso il punto di vista della giovane Cassandre. Allo stesso modo, la macchina da presa non si allontana mai da lei, spesso a scapito dei luoghi da lei di volta in volta visitati e delle persone da lei incontrate, sovente mostrateci sfocate o relegate a un angolo dell’inquadratura. Un approccio registico estremamente realistico – che fa immediatamente sue le teorie del grande Cesare Zavattini e che prevede un copioso uso di camera a spalla – si rivela, così, la giusta soluzione finalizzata a farci immedesimare con la protagonista, a rendere vive e pulsanti sul grande schermo emozioni da troppo tempo messe a tacere, a far sì che un passato troppo doloroso possa essere finalmente “metabolizzato”. Gli intensi primi piani di Adèle Exarchopoulos – la quale, mai sopra le righe, gioca sapientemente di sottrazione nel mostrarsi davanti alla macchina da presa con tutte le sue paure e le sue debolezze – fanno il resto. E contribuiscono a rendere questo semplice e complesso Generazione Low Cost ancora più prezioso.

Generazione Low Cost, la locandina italiana
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Scheda

Titolo originale: Rien à foutre
Regia: Julie Lecoustre, Emmanuel Marre
Paese/anno: Francia, Belgio / 2021
Durata: 115’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Adèle Exarchopoulos, Agnese Delvecchio, Alexandre Perrier, Alina Sterniola, Arthur Egloff, Blanche Vieillevoye, David Martinez Pinon, Francesca Diomedi, Francesco Monno, Jimena Arias Bernal, Mara Taquin, Marianna Masala, Martina Amato, Soraya Amate, Tamara Al Saadi
Sceneggiatura: Mariette Désert, Julie Lecoustre, Emmanuel Marre
Fotografia: Olivier Boonjing
Montaggio: Nicolas Rumpl
Produttore: Alexandre Perrier, Benoit Roland, Tanguy Dekeyser, David Claikens, Alex Verbaere, Arlette Zylberberg, Philippe Logie, François-Pierre Clavel, François Nabos
Casa di Produzione: Kidam, Radio Télévision Belge Francophone (RTBF), Indéfilms 9, VOO, Wrong Men North, BE TV, Cinéventure 6, BNP Paribas Fortis Film Finance, Charades, Ciné+, Cinéventure 5, Condor, Proximus
Distribuzione: I Wonder Pictures

Data di uscita: 12/05/2022

Trailer

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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