AMERICAN NIGHT

AMERICAN NIGHT

Con American Night, Alessio Della Valle realizza un film indubbiamente innovativo per la realtà produttiva italiana, ma non per il mercato internazionale. I richiami al mondo di Tarantino e Rodriguez sono molto chiari e marcati, generando una sensazione di già visto. Questo non mette in discussione l’attenzione dedicata al particolare e l’ottima realizzazione estetica di un racconto che, però, manca di anima e passione.

Innovazione ma non troppo

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A volte, anche se non molto frequentemente, ci si può trovare di fronte a un film in grado di creare delle sensazioni contrastanti. In questo caso avere una visione limpida e un’opinione chiara non è sempre semplice. In questa casistica rientra alla perfezione American Night, film scritto e diretto da Alessio Della Valle che, pur mostrando dei segni di originalità e attenta realizzazione, lascia negli occhi dello spettatore un effetto di già visto che fa pensare all’eccessiva referenza nei confronti di un certo tipo di cinema. Ma andiamo a spiegare più nel dettaglio partendo dall’inizio, ossia la sceneggiatura. Il racconto, corale e interamente legato al mondo dell’arte, vede aggirarsi tra le strade di una New York scura e pericolosa in stile Gotham City, una serie di personaggi attratti dalla famosa Marylin rosa di Andy Warhol. Tra di loro c’è Michael Rubino, un giovane gangster con aspirazioni artistiche negate per una vita dal padre, e John Kaplan, gallerista e falsario con il desiderio di una vita migliore accanto alla compagna e restauratrice Sarah Flores.

American Night, Emile Hirsch in una scena
American Night, Emile Hirsch in una scena del film

A unire i loro destini un bizzarro corriere, destinato a veder fallire sempre la propria missione e ad affrontare i momenti più stressanti con un sonno profondo a causa di un’inopportuna narcolessia. A riempire la scena, poi, anche una serie di personaggi dal grilletto facile pronti a riempire la scena di cadaveri e sangue in modalità splatter e fumettistica. Da quanto detto fino a questo punto, dunque, è facile capire come il film risenta in modo netto e piuttosto chiaro di uno stile alla Quentin Tarantino con commistioni di Robert Rodriguez. Un gusto estetico e una narrazione indubbiamente innovativa per il cinema italiano ma che, agli occhi degli appassionati di cinema, offre richiami che vanno ben oltre la semplice ispirazione, lasciando una sensazione di già visto e pericolosamente prevedibile.

In effetti, alcune atmosfere buie tratteggiano l’esterno attraverso una palette di colori che si declina esclusivamente nelle tinte del grigio e del nero. Così si ottiene l’immagine di una città irreale, che sembra riflettersi costantemente nelle pozzanghere o nell’assenza di una luce certa. Una scelta estetica attenta e ben gestita che si deve al gusto artistico del regista ma che, al tempo stesso, rimanda a un’interpretazione noir e fumettistica di un certo cinema internazionale.

Da Tarantino a Rodriguez, passando per Francis Ford Coppola

American Night, Fortunato Cerlino in una scena
American Night, Fortunato Cerlino in una scena del film

Come abbiamo detto, American Night presenta delle caratteristiche inconfondibili e facilmente riconoscibili per chi è appassionato ad un certo tipo di cinema. La prima, probabilmente, è la divisione in atti che richiama immediatamente il mondo in cui gestire e dividere la narrazione da parte di un Tarantino, soprattutto prima maniera. Ad amplificare questa chiara sensazione di riferimento, si aggiungono anche immagini di diner dall’ambientazione losca, luci al neon, personaggi ambigui e dai discorsi nonsense, inseguimenti e sparatorie improvvise dal gusto cartonesco.

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A questo si aggiunge anche un’iniziale gusto per lo spargimento di sangue che riporta direttamente al cinema di Rodriguez. Il tutto gestito con un punto di vista puramente estetico di chi utilizza queste immagini come rappresentative della cultura pop di cui Warhol continua a essere il maggior esponente. In questo modo, dunque, i riferimenti in questione diventano una vera e propria forma d’arte, ritornando alla centralità tematica del film che, in sé e per sé, rappresenta la parte più personale di questo percorso.

American Night, Anastacia in una sequenza
American Night, Anastacia in una sequenza del film

Altro elemento di riferimento cinematografico è rappresentato dal personaggio del giovane boss Rubino, interpretato da Emile Hirsch. In questo caso ci si trova di fronte a una figura che viene tratteggiata e ritagliata seguendo un modello ben preciso, iniziando dal nome e poi continuando con la sua personalità. Michael, infatti, eredita l’impero mafioso del padre anche se le sue ispirazioni iniziali sono completamente diverse. Nonostante questo, però, riesce a prendere le redini della famiglia rivelandosi un efferato assassino. Il richiamo è, ovviamente, a Il Padrino e al personaggio interpretato da un giovane Al Pacino. Peccato, però, che il risultato sia, anche in questo caso, piuttosto parodistico. Due aspetti che possono dare forma a un prodotto dall’interpretazione esclusivamente ludica, una sorta, forse, di nuovo cult dello splatter.

L’arte e i suoi colori

In tutti questi rimandi cinematografici, un aspetto di American Night che colpisce lo sguardo, riuscendo a stagliarsi dall’oscurità dominante, è il colore. In questo caso si tratta sempre di tinte accese che fanno da netto controcampo con la graffite che definisce l’ambiente esterno. Che sia presente nell’insegna di un locale o nell’inconfondibile rosso Coca Cola dell’iconico quadro di Schifano, tutto ha il compito di colpire lo sguardo. Peccato, però, che questo utilizzo dell’arte sia puramente estetico e che, interpretato spesso in un modo manieristico, perda naturalezza ed efficacia. In conclusione, dunque, si ottiene un film esteticamente valido, in cui si comprende immediatamente l’attenzione posta nella realizzazione e nel controllo dei particolari ma che, proprio per questo motivo, sembra essere privo di anima e respiro. Due caratteristiche che non dovrebbero mai mancare quando l’elemento unificante di una narrazione è l’arte.

American Night, la locandina

Scheda

Titolo originale: American Night
Regia: Alessio Della Valle
Paese/anno: Italia / 2021
Durata: 123’
Genere: Drammatico, Azione, Thriller
Cast: Marco Leonardi, Fortunato Cerlino, Maria Grazia Cucinotta, Jonathan Rhys Meyers, Paz Vega, Riccardo Cicogna, Annabelle Belmondo, Dimo Alexiev, Emile Hirsch, Jeremy Piven, Michael Madsen, Owen Davis, Alba Amira, Alessio Della Valle, Anastacia, Harry Anichkin, Lee Levi, Mara Lane, Paudge Behan
Sceneggiatura: Alessio Della Valle
Fotografia: Ben Nott, Andrzej Sekula
Montaggio: Zach Staenberg
Musiche: Marco Beltrami
Produttore: Ilaria Dello Iacono, Alessio Della Valle, Giovanni Cova, He Wenwen, Tiziana Rocca, Sergio Romerio, Zach Staenberg, Geng Jieran, Martha Capello, Marc Westerholt
Casa di Produzione: Pegasus, Martha Production, QMI
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 19/05/2022

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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