MARIA E L’AMORE

MARIA E L’AMORE

In pieno stile francese, Maria e l’amore è una commedia romantica che racconta la rinascita di due persone che, arrivate a un’età matura senza ormai troppe sorprese, ne ricevono una immensa dalla vita: la possibilità di ricominciare. Peccato solo che il film, applicando forme e atmosfere ben note a questo tipo di cinematografia, rischi di cadere spesso in una sorta di già visto.

L’amor che muove il sole e l’altre stelle

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Che lo si voglia ammettere o meno, il sentimento che fa letteralmente girare il mondo è l’amore. Possiamo essere pragmatici e poco inclini ai sentimentalismi, ma l’entusiasmo che nasce dal provare un’emozione per un altro essere umano è assolutamente unico e irripetibile. Non è un caso, dunque, che questa tematica sia all’interno di romanzi classici e moderni. Per non parlare, poi, dei racconti cinematografici che hanno osservato e sezionato l’amore da tanti e diversi punti di vista. In modo particolare il cinema francese ha declinato questo sentimento in tutte le sue sfumature. Dal melodramma d’amore di Francois Truffaut fino alle note più leggere della commedia. Qualunque tono o atmosfera si decida di usare, comunque, è chiaro che a caratterizzare in modo netto le sue potenzialità è solo ed esclusivamente l’amore. Non stupisce, dunque, che anche al centro di Maria e l’amore, film diretto da Lauriane Escaffre e Yvonnick Muller, ci sia proprio questa forza propulsiva, questo battito del cuore accelerato che, come ci ricorda la stessa protagonista, non si può far altro che accettare e accogliere senza riserve.

Tanto l’amore non accetta nessun tipo di rifiuto e, prima o poi, impone la sua presenza senza alcuna possibilità di opporsi. Questo, in effetti, è quello che scopre proprio la protagonista. Arrivata ai cinquant’anni, infatti, non si aspetta più molte sorprese dalla vita. Ha un marito profondamente intristito, una figlia con cui sembra aver rotto i ponti, e una vita lavorativa scarsamente appagante. Insomma, tutto sembra scorrere in una completa apatia fino a quando la perdita del suo impiego non le apre le porte dell’inaspettato. Una sorpresa cui Maria viene incontro in modo assolutamente inconsapevole all’interno dell’Accademia d’Arte di Parigi. Qui, mentre si occupa della pulizia degli ambienti, scopre un mondo fatto di creatività e libertà, dove ricercare se stessi è un obbligo personale. Tutto, poi, viene amplificato dall’incontro con Hubert, un altro essere umano intrappolato in una quotidianità troppo stretta. I due, insieme, iniziano un percorso di liberazione e di accettazione non di loro stessi, ma di quel sentimento che, a sorpresa, ha deciso di accenderli e cambiarli.

Il valore delle piccole storie

Maria e l'amore, Karin Viard in una sequenza
Maria e l’amore, Karin Viard in una sequenza del film

Se c’è una cinematografia che è sempre riuscita a raccontare nel migliore dei modi la normalità dell’amore è proprio quella francese. Priva di orpelli narrativi, di esagerazioni ed eccessi di drammaticità, ha sempre rimandato un’idea di naturalezza e normalità. Il merito, indubbiamente, è di sceneggiature realizzate con misura e che, soprattutto, raccontano la quotidianità senza per forza andare a cercare l’eccezionale. Tutte qualità e segni distintivi che mostra anche il film diretto da Lauriane Escaffre e Yvonnick Muller. Ci troviamo, infatti, davanti a un percorso che mette al centro una piccola storia, esattamente come tante altre, e che ha il pregio di essere il riflesso di molte vite comuni.

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Per amplificare ancora di più quest’aspetto, poi, in Maria e l’amore sono stati scelti due protagonisti il cui compito è proprio quello di andare a rappresentare l’uomo e la donna normale. Quell’umanità assolutamente consueta di cui facciamo parte tutti noi. Così, privata di qualsiasi patina hollywoodiana, la vicenda assume un valore sentimentale ancora più grande, proprio perché compresa da molti e, soprattutto, condivisa pienamente. In fin dei conti, Maria e Huber potrebbe essere tranquillamente ognuno di noi. E, forse, in alcuni periodi della nostra vita lo siamo stati. Partendo da qui, dunque, il grande valore di una storia che non offre certo colpi di scena, sono soprattutto i due protagonisti, Karin Viard e Grégory Gadebois, che si muovono in perfetta armonia con l’atmosfera generale della vicenda mettendo in scena la graduale riscoperta di due individui adattati all’ineluttabile. Anche in questo caso, dunque, si tratta di un’evoluzione che non prevede plot twist o illuminazioni improvvise, preferendo il graduale scorrere e presentarsi degli eventi che definisce la vita stessa. L’unico limite di Maria e l’amore risiede, probabilmente, proprio nella consuetudine del cinema francese a determinate atmosfere. È come se venisse applicata una formula ampiamente testata che, pur garantendo una riuscita sicura, alla fine punisce in qualche modo l’originalità consegnando un prodotto somigliante ad altri già visti.

Respirare libertà

Maria e l'amore, Karin Viard e Grégory Gadebois in una scena
Maria e l’amore, Karin Viard e Grégory Gadebois in una scena del film

Oltre all’amore, gli altri elementi che incidono in modo significativo sulla vita dei personaggi e l’andamento del film sono anche il senso di libertà e la conoscenza. Non è un caso, infatti, che la vita di Maria inizi a modificarsi in modo evidente nel momento stesso in cui viene a contatto con il mondo stimolante dell’arte. Abituata ad avere un solo punto di vista e a non interrogarsi mai troppo sul sentire e sul vedere, entrare tra le stanze dell’Accademia rappresenta per lei la scintilla che riesce a dare vita a una reazione propulsiva. Grazie a questo, la donna inizia a scoprire molto di più su se stessa e sui suoi desideri; soprattutto comprende di averne, e nemmeno pochi.

Il concetto essenziale di Maria e l’amore, dunque, è che solo all’interno di una libertà espressiva, qualunque essa sia, riusciamo a mettere alla prova noi stessi per avviarci verso un nuovo livello di progressione. E solo dopo aver avviato un’evoluzione, modificando noi stessi, è possibile accogliere nel migliore dei modi l’emozione di un nuovo sentimento. Perché se è vero che l’amore capita, è anche certo che succede nel momento migliore. Almeno per noi. In questo senso, dunque, il film offre una visione del romanticismo e delle seconde possibilità forse meno romanzata ma, sicuramente, più realistica. Una consuetudine di una crescita personale che, insieme alla mente, apre anche il cuore.

Maria e l'amore, la locandina italiana

Scheda

Titolo originale: Maria rêve
Regia: Lauriane Escaffre, Yvo Muller
Paese/anno: Francia / 2022
Durata: 93’
Genere: Commedia, Sentimentale
Cast: Grégory Gadebois, Philippe Uchan, Catherine Salée, Martine Schambacher, Pierre Diot, Fatima El Rhaffouli, Karin Viard, Lauriane Escaffre, Muriel Combeau, Noée Abita, Olivier Dote-Doevi, Pauline Clément, Rachel Arditi, Samira Sedira, Tania Dessources, Yvo Muller
Sceneggiatura: Yvo Muller, Lauriane Escaffre
Fotografia: Antoine Sanier
Montaggio: Valérie Deseine
Musiche: René Aubry
Produttore: Nicolas Duval Adassovsky, Foucauld Barre
Casa di Produzione: France Télévisions, Canal+, Ciné+, Quad, TF1 Studio, SofiTVCiné 8, France 3 Cinéma
Distribuzione: Europictures

Data di uscita: 03/11/2022

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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