IL CERCHIO

IL CERCHIO

Il cerchio di Sophie Chiarello si muove tra la descrizione del vissuto quotidiano dei piccoli protagonisti della scuola elementare Manin di Roma e l’evocazione simbolica dei valori della scuola e della comunità: l’arte della maieutica e dell’ascolto è al centro di questo “cerchio”. Presentato ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma 2022.

L'arte della maieutica

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Sophie Chiarello con Il cerchio porta in scena un documentario sui generis dopo il precedente lavoro sulla migrazione Ritails demain je m’en vais (2011) e la commedia Ci vuole un fisico bestiale (2012): sui generis non solo per il soggetto – ossia la vita dei bambini della sezione B della scuola elementare Manin di Roma – ma anche per la cifra stilistica e metodologica che approfondisce l’utilizzo dell’arte della maieutica e dell’ascolto sia da parte della maestra Francesca Tortora che della regista, oltre che nei numerosi dialoghi (e litigi) dei bambini tra loro.

Lo strumento dell’intervista

Il cerchio, un'immagine tratta dal documentario
Il cerchio, un’immagine tratta dal documentario di Sophie Chiarello

L’arco temporale de Il cerchio è molto ampio: parliamo degli anni che vanno dal 2015 al 2020, ovvero dell’intero arco della vita scolastica dalla prima elementare alla quinta; la scelta di metodo fatta a monte risalta perciò in maniera netta e inequivocabile. Vengono infatti privilegiati i momenti di confronto e di crisi e, dunque, le domande sul senso del mondo e della vita.

Strumento privilegiato e rappresentativo di questo lavoro è in primo luogo l’intervista ai bambini: quella singola, svolta a tu per tu in un dialogo a due, così come quella nata dall’utilizzo del ‘cerchio’, ossia la prassi di sedersi tutti insieme in cerchio per parlare (e spesso discutere) di temi importanti, come l’amore o la migrazione.

A misura di bambino

Il cerchio, una sequenza del documentario
Il cerchio, una sequenza del documentario di Sophie Chiarello

Oltre allo strumento dell’intervista a due e dei dialoghi “in cerchio”, vanno sottolineati altri due elementi cruciali: la scelta educativa portata avanti, che mette in primo piano l’ascolto dei bambini – lasciando loro lo spazio – e la traduzione di questa scelta nelle riprese effettuate quasi sempre a misura e “statura” di bambino, tenendosi all’altezza dei più piccoli, senza mai guardarli dall’alto.

Il merito principale di queste scelte, sia sul piano contenutistico che stilistico e formale, sta nell’evidenziare come sia possibile fare scuola e comunità facendo domande, lasciando cioè che siano i piccoli protagonisti a parlare liberamente dei loro problemi e dei loro bisogni, così come dei loro punti di vista sulle questioni che affliggono bambini e adulti.

Dunque, da un lato, la libertà di esprimere il proprio punto di vista sin da piccini, dall’altro la ricerca di una dimensione plurale e inclusiva, in cui i piccoli allievi possano confrontarsi tra loro (anche in maniera animata) cercando di rispettare le idee altrui.

Babbo Natale e la scoperta della complessità

Il cerchio, un momento del documentario
Il cerchio, un momento del documentario di Sophie Chiarello

Paradigmatica, in questo senso, è una discussione tenuta a più riprese (e a distanza di molto tempo) sull’esistenza o meno di Babbo Natale: una discussione che, di primo acchito, a un adulto potrebbe sembrare banale si dimostra – all’occhio attento – satura di domande sul rapporto tra fede e ragione e sull’importanza di rispettare opinioni e sentimenti altrui quando si teme, ad esempio, di ferire un piccolo amico cercando di convincerlo che “Babbo Natale non esiste”.

D’altronde sono moltissimi i temi affrontati nel lavoro della Chiarello: in ogni spaccato tematico emerge l’importanza dell’ascolto, soprattutto quando i bambini raccontano delle crisi familiari o della separazione tra i propri genitori, laddove sembra che spesso gli adulti li guardino senza vederli, scordandosi che – come ci ricordano i protagonisti della sezione B – in ogni adulto c’è un bambino.

Per concludere, possiamo dire che ne Il cerchio si incrociano due piani: uno più distaccato, legato al mondo del documentario e dell’osservazione neutra della “realtà”; l’altro, di stampo marcatamente esistenziale, che pone le condizioni di possibilità e di senso del lungometraggio stesso a monte delle riprese, indicando con discrezione e delicatezza una possibile via di crescita e speranza per i bambini, ma anche per gli adulti.

Il cerchio, la locandina del documentario
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Scheda

Titolo originale: Il cerchio
Regia: Sophie Chiarello
Paese/anno: Italia / 2022
Durata: 108’
Genere: Documentario
Sceneggiatura: Sophie Chiarello
Montaggio: Andrea Campajola
Musiche: Gabriele Panico
Produttore: Francesca Cima, Nicola Giuliano, Carlotta Calori
Casa di Produzione: Indigo Film, Sky Dancers, Rai Cinema
Distribuzione: Indigo Film

Data di uscita: 13/02/2023

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Appassionata di filosofia con un’attenzione particolare rivolta alla storia delle religioni, all’antropologia e alla diverse forme d’arte, si è specializzata in pratiche filosofiche nel 2018, presso la SUCF di Roma. Come giornalista si occupa di cultura, cinema, politica e attualità.

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