WOMEN TALKING – IL DIRITTO DI SCEGLIERE

di Sarah Polley

Non è facile far sì che un intero lungometraggio funzioni affidando tutto quasi esclusivamente alle parole. Così come non è facile scrivere sceneggiature talmente robuste da tenere lo spettatore incollato allo schermo dall’inizio alla fine. Women Talking – Il diritto di scegliere, nuovo lavoro di Sarah Polley, riesce complessivamente nel suo intento, pur rivelandosi a tratti eccessivamente fiacco, e privo di un necessario crescendo di tensione.
Svolte decisive
L’Academy, si sa, da sempre è attenta alle più importanti tematiche di attualità. Cosa encomiabile, senza ombra di dubbio. Fino a prova contraria, infatti, uno dei (tanti) compiti della settima arte è far sì che determinate questioni vengano presentate, denunciate e anche sviscerate in ogni loro aspetto, in modo che il pubblico non resti indifferente a ciò che accade nel mondo. Eppure, spesso accade che, a tal fine, ricevano importanti nomination film sì a loro modo dignitosi, ma anche – qualitativamente parlando – di gran lunga meno degni di nota di altre pellicole prodotte nel medesimo anno. Questo è il caso, purtroppo, anche del lungometraggio Women Talking – Il diritto di scegliere, ultima fatica dell’attrice e regista Sarah Polley, attualmente nominato a due Premi Oscar, ossia Miglior film e Miglior sceneggiatura non originale.
Possibili soluzioni

Women Talking – Il diritto di scegliere è tratto dal romanzo Donne che parlano di Miriam Toews, il quale a sua volta si ispira a fatti realmente accaduti nel 2011, all’interno di una comunità mennonita in Bolivia. La storia messa in scena è quella di Ona (impersonata da Rooney Mara), Salome (Claire Foy), Mariche (Jessie Buckley), Scarface Janz (la grande Frances McDormand, anche produttrice del film) e di molte altre donne che vivono all’interno della suddetta comunità, le quali scoprono che molti degli uomini che vivono con loro erano soliti narcotizzarle di notte e abusare di loro, provocando spesso gravidanze involontarie. Decise a non tollerare più la situazione, e dopo aver denunciato i fatti, le protagoniste si riuniranno in un fienile al fine di discutere sul da farsi, avanzando, in seguito a una votazione, due opzioni: andarsene via (rischiando di venire scomunicate dalla loro chiesa) o restare e combattere.
Ricordando capolavori del passato

Quando pensiamo a un lungometraggio in cui tutti i personaggi si riuniscono in un determinato luogo per discutere di importanti questioni, non può non venirci in mente La parola ai giurati (1957), opera prima di Sidney Lumet, considerato – meritatamente – uno dei grandi capolavori della storia del cinema. Non è facile, infatti, far sì che un intero lungometraggio funzioni affidando tutto, o quasi, esclusivamente alle parole. Così come non è facile scrivere sceneggiature talmente robuste da tenere lo spettatore incollato allo schermo dall’inizio alla fine. Women Talking – Il diritto di scegliere, dunque, riesce complessivamente nel suo intento, pur rivelandosi a tratti eccessivamente fiacco, e privo di un necessario crescendo di tensione.
Unico testimone

Le donne parlano. E durante i loro discorsi cercano di sviscerare ogni singola sfumatura della situazione che stanno vivendo, delle loro paure, di ciò che la religione si aspetta da loro. A fare da testimone dei loro dibattiti, una figura obiettiva e neutrale. Un uomo, l’unico uomo che abbia mostrato qualche barlume di umanità all’interno del villaggio: l’insegnante August Epp (Ben Wishaw), la cui madre, a suo tempo, era stata scomunicata per essersi ribellata contro determinate dinamiche all’interno della comunità stessa. Una struttura, quella del film di Polley, indubbiamente robusta e diversificata, che, ulteriormente valorizzata da una regia pulita e da un’ambientazione curata nel dettaglio, fa di questo Women Talking – Il diritto di scegliere un prodotto complessivamente dignitoso.
Questione di “carattere”

Eppure, nonostante tutto, manca sempre quel “qualcosa in più”. Quell’elemento, quel crescendo, quella tensione che renda il tutto un lungometraggio realmente degno di nota, in grado di restare impresso nella memoria dello spettatore anche a distanza di anni dalla sua uscita in sala. E, mentre la potenziale storia d’amore tra Ona e Arthur viene spesso rappresentata in modo eccessivamente melenso – al punto quasi di diventare stucchevole – ci rendiamo conto di come pensare esclusivamente alla tematica trattata possa risultare dannoso per la qualità complessiva del film. Un film, Women Talking – Il diritto di scegliere, indubbiamente non facile da mettere in scena in modo “efficace”. Ma, si sa, di Sydney Lumet, purtroppo, ne nascono pochi.

Scheda
Titolo originale: Women Talking
Regia: Sarah Polley
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Durata: 104’
Genere: Drammatico
Cast: Ben Whishaw, Frances McDormand, Rooney Mara, Claire Foy, Jessie Buckley, Emily Mitchell, August Winter, Caroline Gillis, Eli Ham, Emily Drake, Judith Ivey, Kate Hallett, Kira Guloien, Liv McNeil, Lochlan Ray Miller, Marcus Craig, Michelle McLeod, Nathaniel McParland, Shayla Brown, Sheila McCarthy, Vivien Endicott Douglas, Will Bowes
Sceneggiatura: Sarah Polley
Fotografia: Luc Montpellier
Montaggio: Roslyn Kalloo, Christopher Donaldson
Musiche: Hildur Guðnadóttir
Produttore: Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Frances McDormand
Casa di Produzione: Hear/Say Productions, Plan B Entertainment
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 08/03/2023