65 – FUGA DALLA TERRA

65 – FUGA DALLA TERRA

Diretto da Scott Beck e Bryan Woods – creatori di A Quiet Place – e prodotto da Sam Raimi, 65 – Fuga dalla Terra vorrebbe fare il verso ai b-movie sci-fi di qualche decennio fa coi mezzi di un blockbuster: ma l’operazione è fiacca e svogliata, a tratti noiosa e priva di personalità.

Futurismo giurassico

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Molto tempo prima dell’inizio della storia umana, su un pianeta di nome Somaris, il pilota Mills è costretto a lasciare la sua famiglia per intraprendere un viaggio intergalattico che si prospetta lungo due anni; l’uomo decide di imbarcarsi con lo scopo di raccogliere abbastanza denaro per poter curare sua figlia Nevine, affetta da una grave patologia. Durante il viaggio di ritorno su Somaris, mentre Mills, il resto dell’equipaggio e i passeggeri sono in stato di criosonno, l’astronave viene colpita da una tempesta di asteroidi non segnalata, finendo per precipitare su un pianeta sconosciuto. Il pilota, risvegliatosi dopo lo schianto, scopre che oltre a lui c’è solo un’altra superstite, una ragazzina di nome Koa che parla una lingua a lui sconosciuta. I due, per poter sperare di ripartire, devono raggiungere la capsula di salvataggio, precipitata a chilometri di distanza insieme al troncone restante dell’astronave. Ma, per raggiungere il veicolo, Mills e Koa dovranno attraversare un territorio ostile, popolato da creature enormi e voraci.

Carte scoperte

65 - Fuga dalla terra, Adam Driver in una sequenza
65 – Fuga dalla terra, Adam Driver in una sequenza del film

Per pura deformazione professionale, abbiamo esposto la sinossi di 65 – Fuga dalla Terra come se il sottotitolo italiano non contenesse già, in sé, uno spoiler su quello che è il primo “plot twist” – virgolette d’obbligo – del film (parliamo comunque dei primissimi minuti): il pianeta su cui il pilota interpretato da Adam Driver e la sua giovane compagna precipitano è infatti la Terra durante il periodo cretaceo, le creature con cui i due devono misurarsi sono feroci dinosauri, mentre il 65 del titolo indica il numero di anni – ovviamente in milioni – che ci separano dagli eventi immaginati nel film. È quindi uno spunto basico, quello che muove questo lavoro diretto da Scott Beck e Bryan Woods (al loro attivo la sceneggiatura di A Quiet Place) che in un certo senso fa il verso a certa fantascienza in voga negli anni ‘60 e ‘70 portandone i temi nella Hollywood contemporanea. La stessa chiave sci-fi utilizzata per far convivere uomini e dinosauri, già vista in molte produzioni a basso costo dell’epoca, viene qui rivangata con lo scopo di sottrarre il filone alla derivazione più “seria” e simil-scientifica introdotta da Jurassic Park, restituendolo a una dimensione più apertamente ludica.

Fuga per due

65 - Fuga dalla terra, Adam Driver e Ariana Greenblatt in un momento
65 – Fuga dalla terra, Adam Driver e Ariana Greenblatt in un momento del film

Di fatto, questo 65 – Fuga dalla Terra, a partire dalla ridotta durata (solo 93 minuti) vorrebbe proprio darsi un mood da b-movie un po’ vintage, coi background dei personaggi appena accennati, psicologie sommariamente tratteggiate, e uno spunto apertamente pretestuoso alla sua base (i due protagonisti hanno la sfiga – perdonateci il linguaggio informale – di incappare proprio nella pioggia di meteoriti che di lì a poche ore avrebbe scatenato un cataclisma sulla Terra, provocando l’estinzione dei dinosauri). I titani in cui i due personaggi si imbattono, da par loro, sono tutti rigorosamente voraci carnivori (quando la composizione delle specie che abitavano davvero la Terra, nel periodo in questione, era ovviamente molto più varia): tutto il racconto, di fatto è strutturato come un’unica, lineare fuga dei due in territorio ostile, coi dialoghi ridotti all’osso – anche a causa delle diverse lingue parlate dai due personaggi – e le altre presenze umane limitate ai filmati olografici che di tanto in tanto il malinconico pilota proietta (oltre a quelle dei suoi sogni/ricordi).

B-movie per caso

65 - Fuga dalla terra, Adam Driver sul relitto dell'astronave in una scena
65 – Fuga dalla terra, Adam Driver sul relitto dell’astronave in una scena del film

L’esplicito approccio da b-movie di 65 – Fuga dalla Terra, co-prodotto da Sam Raimi, non sarebbe in sé un problema, se non fosse che i 45 milioni di dollari di budget fanno sentire fin da subito il loro peso nell’estetica del film – specie in termini di scelte di fotografia e di ricostruzione scenografica; una visibilità che di fatto provoca uno straniante contrasto con l’essenzialità (non sempre voluta) della narrazione. Contrasto che diventa ancor più stridente quando la stessa messa in scena inciampa nel digitale un po’ cheap di alcune sequenze (in primis l’asteroide che per primo colpisce l’astronave) non favorendo esattamente l’immersione nella storia, né la sospensione dell’incredulità. In più, la sceneggiatura abbozza un sottotesto familiare di marca (quasi) melò che da un lato viene calcato oltre ogni dire sotto alcuni aspetti – in particolare nel rapporto padre/figlia che si instaura tra i due protagonisti – mentre dall’altro viene gestito, in altri momenti, con incomprensibile sciatteria (e parliamo, in particolare, della rivelazione che segna uno dei punti di svolta principali della trama, arrivata quasi per caso e senza la dovuta sottolineatura emotiva). Il film di Beck e Woods, insomma, non si libera del suo marchio da blockbuster, pur facendo apparentemente il verso a un cinema più ingenuo e meno roboante.

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Un prodotto povero

65 - Fuga dalla terra, Ariana Greenblatt in una scena
65 – Fuga dalla terra, Ariana Greenblatt in una scena del film

Il risultato, di fatto, è un pasticcio che finisce (involontariamente) per unire i limiti di quel cinema low-budget a cui programmaticamente guarda, e quelli della Hollywood moderna, in una sinergia che a tratti annoia, a tratti addirittura indispone. Persino Driver appare svogliato e fuori parte, oltre che palesemente a disagio quando gli viene chiesto di caricare in senso melò la recitazione; fa un po’ meglio la sua giovane partner Ariana Greenblatt, che in un ruolo praticamente privo di dialoghi – almeno di quelli in una lingua esistente sul moderno pianeta Terra – mantiene almeno una decente modulazione dell’espressività, superando in qualche modo gli schematismi del personaggio. Per il resto, 65 – Fuga dalla Terra è un prodotto di fatto piuttosto povero, diretto in modo anonimo e sostanzialmente privo di personalità, oltre che mancante di vera tensione narrativa. Un “anonimato”, quello del film di Beck e Woods, che sui titoli di coda si trasforma in fastidioso didascalismo, atto solo a sottolineare l’ambientazione del film e (forse) la sua pretesa credibilità. Difficile prenderlo sul serio, come del resto tutto il film.

65 - Fuga dalla terra, la locandina italiana

Scheda

Titolo originale: 65
Regia: Scott Beck, Bryan Woods
Paese/anno: Stati Uniti, Canada / 2023
Durata: 93’
Genere: Avventura, Fantascienza, Azione, Thriller
Cast: Adam Driver, Ariana Greenblatt, Chloe Coleman, Brian Dare, Nika King
Sceneggiatura: Bryan Woods, Scott Beck
Fotografia: Salvatore Totino
Montaggio: Jane Tones, Josh Schaeffer
Musiche: Chris Bacon, Danny Elfman
Produttore: Scott Beck, Deborah Liebling, Bryan Woods, Sam Raimi, Zainab Azizi
Casa di Produzione: Columbia Pictures, Sony Pictures Entertainment (SPE), Raimi Productions, Beck Woods, Bron Creative
Distribuzione: Sony Pictures

Data di uscita: 27/04/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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