CITADEL

CITADEL

Prodotto che punta a segnare una nuova pietra miliare per la serialità televisiva, aprendo al contempo nuove suggestioni per il genere spionistico, Citadel si è presentata con due episodi densi e avvincenti, evidenziando tutti i suoi valori produttivi. Prime Video potrebbe aver trovato il suo nuovo prodotto-traino.

La multinazionale delle spie

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Il genere spionistico, sul grande e sul piccolo schermo, ha vissuto negli ultimi anni qualcosa di simile a un’inflazione. Una sovrabbondanza di prodotti – e di saghe, e di personaggi – che rende complicato pensare a un nuovo progetto che sia in grado di catturare ancora l’attenzione del pubblico, offrendo al contempo qualcosa che devii, almeno in parte, da canoni che sempre più somigliano a una prigione. La scommessa, evidentemente, non ha spaventato Amazon e i fratelli Anthony e Joe Russo, che con questa Citadel si sono riproposti di stabilire un nuovo standard per il genere; uno standard che sia capace di segnare al tempo stesso, e più in generale, una nuova pietra miliare per la serialità televisiva. La serie – creata da David Weil, coi Russo a fare da produttori esecutivi – è un prodotto ambizioso in primis per le sue dimensioni (il budget di 300 milioni di dollari la rende la seconda serie più costosa di sempre, dopo Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere) ma anche, e forse soprattutto, per il singolare concept: una serie-madre in sei episodi – ma il rinnovo per una seconda stagione è già cosa fatta – e parallelamente vari spin-off a fare da “satelliti”, ognuno ambientato in un diverso paese (per ora sono stati annunciati l’Italia, l’India, la Spagna e il Messico). Una scelta che non solo esalta il carattere globale da sempre proprio del genere spionistico, ma crea anche una sorta di nuovo universo condiviso, su una scala che il piccolo schermo, finora, non aveva ancora sperimentato.

Filologia, deviazioni e scosse

Citadel, Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas in una scena
Citadel, Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas in una scena della serie

Racconteremo il meno possibile, sui primi due episodi di Citadel, che abbiamo potuto vedere nell’affollata anteprima stampa di Roma, in un cinema The Space arredato per l’occasione da una scenografia dal taglio futuristico: questo perché la sequenza introduttiva – una sorta di summa dei cliché del genere, nata da una premessa tutt’altro che nuova – imprime apparentemente una certa direzione, alla trama, che poi subirà varie scosse, anche sostanziali. Scosse che rappresenteranno qualcosa di più di semplici assestamenti. La premessa è semplice: in questo secondo decennio del ventunesimo secolo, le varie agenzie di spionaggio nazionale sono sovrastate – e sostanzialmente controllate – da una sorta di multinazionale delle spie, che opera nell’ombra garantendo la sicurezza e bloccando sul nascere le minacce. Il problema è che Citadel, questo il nome dell’agenzia-controllora, è minacciata dagli agenti di Manticore, una struttura altrettanto potente ma ben più oscura, che ne rappresenta in un certo senso la nemesi; proprio contro emissari di Manticore si trovano a scontrarsi, nella sequenza iniziale ambientata su un treno, gli agenti Mason Kane e Nadia Sinh, interpretati rispettivamente da Richad Madden e Priyanka Chopra Jonas. Un primo scontro che originerà conseguenze imprevedibili, per Citadel e forse per l’umanità tutta.

Fedeltà e rivisitazione critica

Citadel, Richard Madden in una scena familiare
Citadel, Richard Madden in una scena familiare della serie

In queste prime due puntate si nota innanzitutto – ma questo era prevedibile – il peso del faraonico budget della serie, espresso in location sontuose (la base iniziale sono le Alpi italiane), così come in elaboratissime sequenze d’azione, e in un look volutamente patinato che flirta per larghi tratti con la sci-fi. Si rileva l’iniziale adesione filologica, quasi smaccata, ai topoi del genere (i due agenti in incognito, le spie nascoste in una location mobile – qui un treno – le armi futuribili nascoste negli oggetti di uso comune) inframezzati da calibrate dosi di ironia e trasposti su una scala ancor più grande, che punta in un certo senso a trascendere il filone stesso. Le premesse bondiane del soggetto – già in nuce contaminate col genere fantastico – si aprono alle suggestioni provenienti dalle successive evoluzioni del genere (si pensi al Mission: Impossible cinematografico, e soprattutto alla saga di Jason Bourne, esplicitamente menzionata nella trama) per deviare poi verso territori più problematici: territori che, in questo caso, confinano persino con la rilettura del genere tentata da Christopher Nolan nel poco compreso Tenet, nel segno di un affascinante tentativo di far convivere fedeltà al canone e rivisitazione critica. Citadel è davvero, come gli stessi produttori hanno dichiarato nella conferenza stampa di presentazione della serie, “una lettera d’amore al cinema di spionaggio”, ma in qualche modo è anche un tentativo di contaminarlo con suggestioni altre, pur senza tradirne le premesse.

Premesse (molto) incoraggianti

Citadel, Stanley Tucci in una scena
Citadel, Stanley Tucci in una scena della serie

Un tentativo, quello della serie, che almeno in questi primi due episodi ci sembra stia dando i suoi frutti, al netto di eventuali (e anche possibili) scossoni che ci costringano a rivedere le nostre valutazioni. In questo senso, la mano dei Russo è decisamente evidente, in Citadel, e non solo nel progetto di un universo condiviso, ovviamente mutuato dal lavoro dei due per i Marvel Studios: viene in mente, vedendo questi primi due episodi, anche la componente più realistica e “terrena” dell’universo Marvel, quella che aveva fatto del quasi dimenticato Captain America: The Winter Soldier (non a casa il primo film diretto dai due per lo studio di Kevin Feige) un moderno thriller spionistico, prima ancora che un cinecomic. Viene da pensare, appunto, che Citadel ambisca a essere per la spy story televisiva qualcosa di analogo a quello che il Marvel Cinematic Universe rappresenta ormai per il genere dei supereroi, dando vita a un nuovo franchise (per ora solo televisivo, ma si sa che il confine col cinema, ormai da tempo, è solo virtuale) destinato a espandersi in modo indefinito. Una scommessa che, a quanto abbiamo potuto vedere per ora, ha tutte le carte in regola per essere vinta, con una scrittura che ci appare calibrata e attenta, un passo adeguato per l’estensione seriale della trama, e due protagonisti decisamente in forma, senza dimenticare l’importante apporto di Stanley Tucci in un ruolo tutt’altro che secondario. Resta qualche perplessità sulle parti recitate in italiano – il lavoro sulla pronuncia, un po’ approssimativo, stona molto con la cura vista in generale nella serie – ma è un aspetto su cui in fondo si può soprassedere. Se, poi, anche le buone premesse di Citadel finiranno per (dis)perdersi, magari diluite in quei prolungamenti artificiali che troppe volte abbiamo visto, negli ultimi anni, sul piccolo schermo, al momento non siamo in grado di dirlo. Per ora, però, ambizione e realizzazione sembrano andare di pari passo, autorizzando una buona dose di fiducia.

Citadel, la locandina della serie
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Scheda

Titolo originale: Citadel
Creata da: David Weil
Regia: Jessica Yu, Joe Russo, Anthony Russo, Newton Thomas Sigel
Paese/anno: Stati Uniti / 2023
Genere: Drammatico, Spionaggio, Azione, Thriller
Cast: Lesley Manville, Richard Madden, Nikki Amuka-Bird, Stanley Tucci, Priyanka Chopra Jonas, Roland Møller, Caoilinn Springall, Gráinne Good, Ivo Nandi, Osy Ikhile, Alison Halstead, Ashleigh Cummings, Ethan Moorhouse, Gianfranco Terrin, Leo Woodall, Lev Gorn, Moira Kelly, Sen Monro, Spencer Mulligan, Timothy Busfield
Sceneggiatura: Scott Rosenberg, Angela Russo-Otstot, Bryan Oh, David Weil, Josh Appelbaum, André Nemec, Lauren Wilkinson, Jesse Alexander, Jeff Pinkner, Melissa Glenn
Fotografia: Geoffrey Haley, Michael Wood, Newton Thomas Sigel
Montaggio: Ruthie Aslan, Robert Lanford, Peter B. Ellis
Musiche: Alex Belcher
Produttore: Joshua Williams, Anthony Russo, Scott Shapiro, Joe Russo, Tristan Battersby, Simone Goodridge, Murtaza Kathawala, Andy Watts, Day Permuy, Taofik Kolade
Casa di Produzione: PKM Productions, Amazon Studios, AGBO, Midnight Radio
Distribuzione: Amazon Prime Video

Data di uscita: 28/04/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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