L’AMORE SECONDO DALVA

L’AMORE SECONDO DALVA

Premiato a Cannes, L’amore secondo Dalva è il lungometraggio d’esordio di Emmanuelle Nicot, la riscoperta della vita e del senso più profondo della parola amore da parte di una ragazza costretta a un terribile isolamento. Brava la giovane protagonista, Zelda Samson. Porta sulle spalle il peso di un dramma intenso e convincente.

Spiegare l’amore

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Sembra una donna, ma è solo una bambina. E nella casuale, involontaria crudeltà dell’affermazione è racchiuso un significato importante, il senso di un pregevole debutto. L’amore secondo Dalva, si chiama così l’intenso dramma della belga Emmanuelle Nicot che dopo un bel successo (e due premi) a Cannes 2022 è pronto a sbarcare nei cinema italiani l’11 maggio 2023 per una distribuzione Teodora Film. Il tema è a un tempo scabroso e struggente, perché d’amore si parla, certo, ma in una duplice e pericolosissima accezione. Quello sperimentato dalla protagonista è un abuso camuffato da una fitta coltre di bugie; l’orrore si nega scegliendo di chiamarsi amore. A dirla tutta, di questa parte della storia lo spettatore sperimenta soltanto l’eco, perché a Emmanuelle Nicot non interessa crogiolarsi nello scandalo. Non l’incesto, piuttosto il graduale e salvifico processo di riappropriazione di sé della giovane protagonista; questo conta e questo il film sceglie di raccontare. Il viaggio faticoso di Dalva verso la luce, catturato senza nulla nascondere del groviglio di pensieri contraddittori che la attraversano. Con Zelda Samson, Alexis Manenti e Fanta Guirassy.

Dalva e Jacques

L'amore secondo Dalva, Jean-Louis Coulloc'h in una scena
L’amore secondo Dalva, Jean-Louis Coulloc’h in una scena del film

Dalva (Zelda Samson) non lo chiama neanche papà. Ma Jacques (Jean-Louis Coulloc’h), come si fa con un amante, un compagno, un marito. Dalva si comporta come una donna, parla come una donna, si veste come una donna, ha sì e no dodici anni. Il padre l’ha rapita da bambina, tagliandola fuori dal mondo. Dalva non frequenta nessuno, non va a scuola, cresce senza punti di riferimento. Cambia un mucchio di case, quelle in cui il padre girovago la rinchiude per sfuggire alla resa dei conti. Si convince che quello che sta vivendo è un amore puro e bellissimo che nessuno, a parte lei e Jacques, può apprezzare. L’amore secondo Dalva fa di tutto per convincerci che le cose stiano così. All’inizio, è chiaro. Poi arriva la verità.

Tre mosse azzeccate

L'amore secondo Dalva, Zelda Samson e Fanta Guirassy in una scena
L’amore secondo Dalva, Zelda Samson e Fanta Guirassy in una scena del film

Emmanuelle Nicot va a dama in tre mosse. Sincronizza il punto di vista del racconto sullo sguardo della ragazza, sfuggendo alle trappole dell’insopportabile retorica vittimistica; se la storia è quella di un cuore giovane che deve imparare a respirare da solo, il film deve dare l’esempio e concedere alla protagonista la centralità che merita. Accetta, senza giudicare, ogni pensiero e ogni comportamento di Dalva, non importa quanto incongruo e contraddittorio. Non arretra di un millimetro, neanche quando la ragazza rovescia i termini della situazione chiamando l’incesto amore (perché così le è stato insegnato) e abuso l’intervento dei servizi sociali. Riscopre la vulnerabilità e l’umanità compromessa del padre senza ricorrere alle solite scorciatoie dialettiche. La disumanità del mostro in parte assolve il mostro, perché lo colloca su un piano morale “altro”. È importante, quindi, che il film ci ricordi che Jacques non è un orco, ma un uomo e un padre, per meglio inchiodarlo alle sue responsabilità. Ricondurre la questione ai giusti termini – mostruoso è l’atto, non chi lo compie – complicare il quadro, significa affrontare la realtà in modo maturo. È certo più orribile, ma anche più vero.

Dalva non è da sola ad affrontare la battaglia. In modo obliquo il film allude alle grandi e pericolose distanze che un essere umano percorre nel tentativo di sentirsi speciale agli occhi di qualcuno. Dalva accetta la prigione e l’abuso – anche all’inizio del suo percorso di reinserimento in società continua a difendere il padre – perché, si convince, nessuno a parte Jacques l’accetterebbe. Scoprirà che non è così, nella sollecitudine a volte un po’ brusca del supervisore ai servizi sociali, Jayden (Alexis Manenti), nell’attitudine zero compromessi della compagna di stanza e potenziale migliore amica Samia (Fanta Guirassy). Nel ritorno della madre (incolpevole) assente, Sandrine Blancke.

Raccontare il tempo sospeso tra due vite

L'amore secondo Dalva, Zelda Samson durante una scena
L’amore secondo Dalva, Zelda Samson durante una scena del film

A Emmanuelle Nicot interessa raccontare una parentesi nella vita di Dalva, decisiva però: il tempo sospeso tra la fine dell’abuso e l’inizio di una nuova vita, di cui in realtà non sapremo niente. L’enfasi è sul processo di ricostruzione di una coscienza. Dalva lavora per riprendere il controllo del proprio corpo, delle proprie emozioni, di un’interiorità maltrattata. Allineando la sua sensibilità e le sue esperienze alla stagione appropriata, l’infanzia, senza provvidenziali e assurdi colpi di spugna, che di bacchette magiche se ne vedono poche in giro e ci sono ferite che non si potranno mai rimarginare. Identità, controllo, recupero di sé. Il bagaglio tematico del film è importante. Il filo rosso è l’amore.

L’amore che Dalva all’inizio crede di sperimentare nella colpa del padre ma che in realtà scoprirà poi, misurandone estensione, possibilità e parametri morali. L’amore secondo Dalva è tutto negli occhi fieri e nella tenera dignità di una protagonista giovane e brava. Si chiama Zelda Samson e sulle spalle porta un peso grande, ma lo affronta con impegno e lo risolve con efficacia. Nella dedizione alla causa e nella verità di un’interpretazione mai retorica c’è un elogio della flessibilità naturale di corpi e anime giovani che si piegano ma non si spezzano, che ripartono, nonostante tutto, a dispetto delle colpe dei grandi. Sarebbe piaciuto a Truffaut, questo film e questa protagonista. Lui che, quando si parla di infanzie cinematografiche, arrabbiate per le ragioni più diverse, è l’ineludibile punto di riferimento.

L'amore secondo Dalva, la locandina italiana
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Scheda

Titolo originale: Dalva
Regia: Emmanuelle Nicot
Paese/anno: Francia, Belgio / 2022
Durata: 87’
Genere: Drammatico
Cast: Alexis Manenti, Marie Denarnaud, Jean-Louis Coulloc'h, Abdelmounim Snoussi, Anne-Laure Penninck, Babetida Sadjo, Charlie Drach, Delphine Bibet, Diego Murgia, Fanta Guirassy, Gilles David, Lysa Caugy Vonville, Maia Sandoz, Roman Coustère Hachez, Romane Mouyal, Sandrine Blancke, Trancillia Bokungu, Yasmina Maïza, Zaire Souchi, Zelda Samson
Sceneggiatura: Emmanuelle Nicot, Jacques Akchoti, Bulle Decarpentries
Fotografia: Caroline Guimbal
Montaggio: Suzana Pedro
Musiche: Frederic Alvarez
Produttore: Sibylle Seys Smets, Olivier Père, Arlette Zylberberg, Tanguy Dekeyser, Delphine Schmit, Rémi Burah, Julie Esparbes
Casa di Produzione: Canal+, ARTE, Centre national du cinéma et de l'image animée (CNC), Ciné+, Proximus, Shelter Prod, Arte France Cinéma, Hélicotronc, Radio Télévision Belge Francophone (RTBF)
Distribuzione: Teodora Film

Data di uscita: 11/05/2023

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Nato a Roma a un certo punto degli anni '80 del secolo scorso. Laurea in Scienze Politiche. Amo il cinema, la musica, la letteratura. Aspirante maratoneta.

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