VENEZIA 80, ANNUNCIATO IL PROGRAMMA DELLA MOSTRA

VENEZIA 80, ANNUNCIATO IL PROGRAMMA DELLA MOSTRA

È stato svelato oggi, in conferenza stampa, il programma delle sezioni Concorso, Fuori Concorso e Orizzonti di Venezia 80. Tra i titoli più attesi spiccano i nuovi film di Michael Mann, Yorgos Lanthimos, Pablo Larrain, Sofia Coppola e David Fincher.

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È stato comunicato stamattina, attraverso la consueta conferenza stampa diffusa in streaming sui canali della Biennale, il programma dell’80a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Una presentazione che anche quest’anno ha avuto per protagonisti il direttore artistico Alberto Barbera (dal 2012 alla guida della Mostra) e il Presidente della Biennale Roberto Cicutto; i due hanno illustrato al pubblico e ai giornalisti collegati in streaming il ricco e variegato programma della manifestazione, che quest’anno si terrà al Lido dal 30 agosto al 9 settembre.

La presentazione del programma è stata anticipata, nelle scorse giornate, dall’annuncio del film di apertura, che quest’anno sarà il nuovo lavoro di Edoardo De Angelis Comandante, interpretato da Pierfrancesco Favino. Un’apertura tutta italiana, quindi, che è andata a sostituire quella precedentemente annunciata di Challengers, il nuovo film di Luca Guadagnino che è stato cancellato dal programma (nonché rimandato nell’uscita) a causa dello sciopero degli attori hollywoodiani indetto dal SAG-AFTRA.

Cicutto ha introdotto la presentazione della Mostra facendo un omaggio ad Andrea Purgatori, sceneggiatore oltre che giornalista, scomparso improvvisamente solo pochi giorni fa. Barbera ha poi preso la parola, riferendosi proprio allo sciopero del sindacato degli attori, e dichiarando che il programma, film d’apertura a parte, non ne ha di fatto risentito: “Ci ha colto di sorpresa, perché il programma era praticamente concluso, ma per fortuna l’impatto dello sciopero – che comunque ha ottime ragioni – è stato modesto. L’unico film a cui abbiamo dovuto rinunciare è quello, bellissimo, di Luca Guadagnino. Tutti gli altri americani sono stati confermati, e per fortuna avremo anche gli attori che hanno partecipato a produzioni indipendenti che non sono state coinvolte dallo sciopero. Non sarà una mostra autarchica”.

Ma passiamo ora a esaminare, una per una, le tre sezioni che sono state introdotte oggi dal direttore artistico della Mostra, ovvero il Concorso internazionale, la sezione Fuori Concorso, e quella speciale Orizzonti.

Film in concorso

Comandante, Pierfrancesco Favino in una scena del film
Comandante, Pierfrancesco Favino in una scena del film di Edoardo De Angelis

La sezione dei titoli che si contenderanno il Leone d’Oro si compone complessivamente di 23 film, di cui, come spiegato dallo stesso Barbera, 15 sono diretti da registi che approdano nella competizione veneziana per la prima volta. Oltre al già annunciato Comandante – con Favino nel ruolo del comandante Todaro, che salvò la vita a un gruppo di marinai sopravvissuti all’affondamento di un sommergibile nemico – sono stati confermati molti dei titoli che avevano animato le previsioni della vigilia: tra questi, c’è grande attesa per il nuovo film di Michael Mann, Ferrari, con Adam Driver nel ruolo del patron della famosa casa automobilistica italiana, che si concentrerà – secondo quanto rivelato da Barbera – soprattutto sugli anni cruciali della crisi e sul conflitto con sua moglie; il nuovo film di Yorgos Lanthimos Povere creature!, rielaborazione al femminile del Frankenstein con protagonisti Emma Stone e Willem Dafoe; Priscilla, nuova regia di Sofia Coppola, con Cailee Spaeny nel ruolo della tormentata figura della moglie di Elvis; Maestro, seconda regia di Bradley Cooper, biografia del grande compositore Leonard Bernstein, interpretato dallo stesso regista; e poi El Conde, nuovo lavoro di Pablo Larrain che immagina la sopravvivenza del dittatore Augusto Pinochet nella forma di un vampiro che continua a succhiare il sangue ai suoi concittadini. Molta attesa c’è anche per The Killer, ritorno a Venezia di David Fincher a oltre un ventennio da Fight Club, thriller tratto da una graphic novel francese prodotto da Netflix, con protagonisti Michael Fassbender e Tilda Swinton.

Diversi anche gli italiani presenti nella ricca sezione, molti dei quali erano già oggetto delle previsioni della vigilia: a parte il già citato Comandante, vedremo al Lido il secondo film di Pietro Castellitto, Enea, definito “un’incursione priva di regole nel Maelstrom della Roma contemporanea, una sorta di ‘grande bruttezza’ ammantata di cinismo”; il nuovo film di Giorgio Diritti Lubo, la storia vera di un giovane jenisch (tra le etnie gitane) nella Svizzera degli anni ‘30 del secolo scorso, che si vede portare via i figli dalla polizia svizzera; il nuovo lungometraggio di Saverio Costanzo Finalmente l’alba, racconto della perdita d’innocenza di una giovane popolana catapultata nel mondo dorato, ma cinico, di Cinecittà; Adagio, diretto da Stefano Sollima, film ambientato in una Roma distopica e circondata da incendi, con Pierfrancesco Favino, Toni Servillo e Valerio Mastandrea; e infine Io capitano, atteso nuovo lavoro di Matteo Garrone, sorta di odissea contemporanea di due giovani che lasciano Dakar per intraprendere un difficile viaggio in Europa.

Nella sezione sono poi da segnalare il nuovo film di Bertrand Bonello, La Bete, con Léa Seydoux protagonista di una storia ambientata in un mondo distopico, in cui le emozioni vengono considerate una minaccia, e le intelligenze artificiali sono capaci di far rivivere individui vissuti nel passato; il film di Agnieszka Holland The Green Border, altra tragica vicenda di immigrazione, stavolta con teatro la Polonia contemporanea; e poi Evil does not exist, di quel Ryusuke Hamaguchi che già aveva diretto Drive My Car, incentrato su una società che vorrebbe costruire un camping di lusso in una remota località di montagna, scontrandosi con la comunità locale.

Fuori concorso

Un'immagine del film La sociedad de la nieve
Un’immagine del film La sociedad de la nieve di J.A. Bayona

Anche quest’anno, tra i titoli presentati fuori concorso ci saranno innanzitutto due serie: la prima, che verrà proiettata al Lido per intero, sarà la francese D’argent et de sang, diretta da Xavier Giannoli (che ne è anche showrunner) e Frédéric Planchon. Un prodotto di dodici episodi con Vincent Lindon nella parte di un magistrato, a cui il governo francese nel 2008 affida un nuovo corpo speciale che deve dare la caccia a coloro che frodano la tassa TVA (l’IVA francese). La seconda serie sarà I know your Soul, creata da Jasmilla Zbanic e Damir Ibrahimovic, di cui saranno mostrati solo due episodi di sei: al centro della trama ci sarà la figura di una magistrata alle prese con una drammatica vicenda di bullismo e suicidio, che inaspettatamente finisce per coinvolgere anche suo figlio.

Tra i lungometraggi, il primo titolo citato da Barbera è stato il già annunciato film che chiuderà la mostra, ovvero il nuovo lavoro di J.A. Bayona La sociedad de la nieve, produzione spagnola per Netflix con al centro la storia vera di un aereo precipitato tra le montagne che separano l’Argentina dal Cile. Ci sarà spazio anche per il cortometraggio (di 40 minuti) The Wonderful Stories of Henry Sugar, di Wes Anderson, parte di una serie di corti che il regista ha tratto dai racconti di Roald Dahl, definito dal direttore “un piccolo capolavoro”; ma gli occhi saranno puntati soprattutto su Coup de chance, attesissimo film francese di Woody Allen, storia che narra il ruolo del caso nella vita degli individui; un lavoro che Barbera ha paragonato al precedente Match Point definendolo “riflessione semiseria, malinconica ma a tratti divertente”. Grande attesa anche per il nuovo film di Richard Linklater, Hitman, storia di uno psicologo che lavora sotto copertura per la polizia americana, travestendosi da killer e offrendosi a committenti vari per poterli poi incastrare; ma soprattutto per The Palace di Roman Polanski, film che il regista ha scritto a quattro mani con Jerzy Skolimowski, ricostruzione della preparazione del veglione di Capodanno dell’anno 2000, in un hotel di lusso sulle alpi svizzere. È da segnalare infine The Caine Mutiny Court-Martial, il nuovo lavoro di un grande del cinema americano come William Friedkin, versione cinematografica di un testo teatrale molto noto in America, con Kiefer Sutherland protagonista.

L’Italia sarà presente nella sezione con due titoli: The Penitent di Luca Barbareschi, film ispirato a uno degli ultimi testi teatrali di David Mamet, incentrato su uno psicanalista di origine ebrea che finisce nel mirino dei social dopo che un suo paziente ha compiuto una strage in una scuola; e L’ordine del tempo di Liliana Cavani, opera basata sull’omonimo saggio di Carlo Rovelli, e ambientata nel corso di 24 ore in una villa sul bordo del mare, mentre un gruppo di amici attende un evento catastrofico.

Orizzonti

Una foto del regista Shinya Tsukamoto, regista di Shadow of Fire
Una foto del regista Shinya Tsukamoto, che presenterà a Venezia 80 il suo film Shadow of Fire

Chiudiamo questo breve resoconto del programma di Venezia 80 con la sezione Orizzonti, anche quest’anno variegata e ricca di titoli di un certo richiamo. Tra questi, un po’ a sorpresa, ritroveremo un autore che in passato è stato protagonista del concorso, ovvero il giapponese Shinya Tsukamoto, che presenterà il suo nuovo film Shadow of Fire: un lavoro in cui il regista torna sul tema della conseguenze della guerra sugli esseri umani, presentando un soldato traumatizzato, una donna costretta a prostituirsi e un bambino rimasto orfano. Vanno segnalati poi, tra gli altri titoli: Tatami, di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi, film che ricostruisce la vicenda autentica di una giovane campionessa di judo iraniana, che le autorità vorrebbero costringere a ritirarsi per non farla competere, per ragioni politiche, con una campionessa israeliana; Dormitory, opera prima di Nehir Tuna, un esordio che Barbera ha paragonato al Bellocchio de I pugni in tasca, con protagonista un adolescente mandato in un collegio-dormitorio islamico, tra estremismo religioso, pulsioni sessuali e tensioni politiche; En attentat la nuit di Celin Rouzet, film francese di vampiri, che usa la metafora del vampirismo per raccontare il disagio adolescenziale; e Housekeeping for Beginners, proveniente dalla Macedonia del nord, un apologo vibrante su cosa significhi oggi, nei Balcani, essere famiglia, nonché sulla difficoltà di essere gay e di etnia romani in quella regione.

Tra gli italiani presenti nella sezione, vanno infine ricordati Invelle, film diretto da Simone Massi, noto come regista di cortometraggi d’animazione, che qui realizza il suo primo lungo, una sorta di storia d’Italia vista dal basso da una famiglia di contadini, dagli anni ‘20 del secolo scorso a oggi; e Una sterminata domenica, esordio di Alain Parroni, che secondo quanto dichiarato da Barbera “abbandona i modelli narrativi tradizionali per raccontare una storia di ribellione nella zona della periferia romana; un’esperienza sensoriale, visiva e musicale”.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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