SAW X

SAW X

Saw X, regia di Kevin Greutert e in sala dal 25 ottobre 2023, decimo film della serie ma cronologicamente inserito tra il primo e il secondo capitolo, rispetta il canone prendendosi al contempo due libertà che restituiscono vigore a una saga appesantita dagli anni e dall’inevitabile rigidità della formula. Niente paura, si muore ancora in maniera esageratissima.

John Kramer la prende sul personale

Pubblicità

Il numero romano non racconta tutta la verità: Saw X, regia di Kevin Greutert e in uscita nelle sale italiane il 25 ottobre 2023 per una distribuzione Eagle Pictures, è il decimo capitolo di una delle saghe horror più popolari degli ultimi anni. Dal punto di vista cronologico, ciò che più conta in ultima analisi, è invece il secondo film del franchise. Esattamente a metà strada tra Saw I e II, rispettivamente del 2004 e 2005. Sequel del primo, prequel del secondo. È un bel problema per il cinema serializzato di questi ultimi anni e andava chiarito subito, precisando le coordinate spazio temporali di una storia che non è mai soltanto una storia, ma un tassello di un grande puzzle i cui contorni, le ambizioni, i motivi, non sempre sono a fuoco nel modo giusto. Serie di successo, appeal commerciale e impatto culturale. Non altrettanto dal punto di vista dei riscontri critici. Stavolta le cose vanno in maniera diversa. Sarà l’aver avvicinato la storia ai suoi gloriosi e sanguinolenti inizi, sarà la pressione della cifra tonda – dieci capitoli sono un traguardo importante – il film ha un respiro, una forza, emotiva e non solo plastica, inedita. Paradossalmente ma non troppo, ridimensionando la violenza in favore di un certo approfondimento psicologico, Saw X rifiorisce. Ma non temete, John Kramer è più moralista e assetato di sangue che mai. Moralità e torture, la formula perfetta.

Vendetta oltre la speranza

Saw X, Tobin Bell in una scena del film
Saw X, Tobin Bell in una scena del film

C’è sempre un impellente bisogno di pulizia morale a motivare la furia omicida di Jigsaw, non è un mistero. Saw X ha però l’ardire di mettere le cose su un piano intimo, molto personale, per il protagonista. John Kramer (Tobin Bell) sta per morire. Ha un cancro al cervello e non ci sono, realisticamente, chance di sopravvivenza. Ha abbandonato le cattive abitudini e sta solo pensando al modo giusto di andarsene. È molto giù di morale. Improvvisamente, l’incontro con un amico del gruppo di supporto, che sembrava spacciato come e peggio di lui e invece è miracolosamente guarito (Michael Beach), riaccende un barlume di speranza.

Si tratta di una cura sperimentale, patrocinata dalla figlia di un luminare norvegese osteggiato da Big Pharma, Cecilia Pederson (Synnøve Macody Lund). Lavora in regime di semi-clandestinità a Città del Messico perché all’aria aperta le cose sono troppo pericolose. Figuriamoci, una terapia medica che sconfigge la malattia, non lascia strascichi e per di più rende obsolete le medicine. È il colpo del secolo, populismo della proposta a parte. John è stanco, intravede una luce in fondo al tunnel, si lascia suggestionare dagli artifici retorici di Cecilia. Senza svelare troppo di quello che succede dopo – chiaro che con un film come Saw X il concetto di spoiler si applica in maniera molto flessibile perché la formula non lascia molto margine di manovra – si può aggiungere che Jigsaw avrà parecchio lavoro da fare. Bisogna portare a Città del Messico un po’ di attrezzi del mestiere. A questo ci pensa Amanda Young (Shawnee Smith), per cui il termine partner nel crimine è anche troppo poco. John e Amanda sono gli autoproclamati giudice, giuria e boia di un’umanità in cerca di guai.

L’accurata radiografia di un genere

Saw X, Octavio Hinojosa in una scena del film
Saw X, Octavio Hinojosa in una scena del film

In controluce Saw X – la saga tutta per estensione – è l’accurata radiografia di un genere. L’horror interpreta, drammaticamente ed esteticamente, un doppio fondamentale movimento psicologico. Da un lato, la morbosa attrazione per le zone d’ombra dell’anima, la seduzione di un male accettabile perché fotografato a debita distanza (la sala cinematografica, la tv, lo schermo di un tablet); impossibile, forse non consigliabile, distogliere lo sguardo. Subito dopo, la punizione, il senso di colpa, la purificazione del giudizio, della condanna e dell’esecuzione. John Kramer, Leonardo da Vinci della tortura la cui credibilità cinematografica è costruita sull’ostinato rifiuto a chiarirne il modus operandi, brutalizza peccatori che pagano colpe più grandi di loro. Surrogati di un pubblico pagante affamato di orrore che corre in sala per assistere alla propria esecuzione, rielaborata nella forma più innocua, sanguinolenta e sboccata possibile. Saw X è un film geometrico: c’è una colpa, alcuni colpevoli, un tribunale e gli strumenti per concretizzare, molto dolorosamente, l’ansia morale di castigo dopo il delitto. Con due novità, stavolta.

Le due novità

Saw X, un momento del film
Saw X, un momento del film

La regia di Saw X è di Kevin Greutert, la sceneggiatura di Peter Golfinger e Josh Stolberg ed è chiaro che oltre un certo limite non ci si può spingere, data la formula. Il film riesce lo stesso a ritagliarsi due parentesi di rinfrescante originalità che rinvigoriscono un modello sfiancato dal troppo (ab)uso. È importante, per la credibilità della storia, che la punizione incontrata dalle vittime sia pienamente giustificata, almeno a livello spirituale. John e Amanda non hanno alcuna investitura morale che li autorizzi a muoversi nel modo che scelgono, ma hanno di fronte dei cattivi davvero molto cattivi. Speculare sulla vulnerabilità delle persone per qualche dollaro in più è osceno. Saw X poggia la carneficina, i suoi corpi maciullati con evidente malizia voyeuristica, su un’etica, diciamo così, molto rigorosa. Ma non finisce qui.

Il secondo punto di forza è un sacrificio che è anche un paradosso. Saw X funziona meglio di altri sequel perché si permette di accantonare parte della sua proverbiale furia omicida per raccontarci qualcosa delle contorte psicologie dei personaggi, dei suoi protagonisti. John e Amanda non uccidono e basta; parlano, pensano, riflettono sui limiti e i contorni morali della loro “missione”. Valutando lo scarto tra giusto e sbagliato, mostrando complicità e fragilità. Non è solo una boccata d’ossigeno per Tobin Bell, Shawnee Smith e gli altri: una più corretta gestione dei rapporti tra psicologia e paura è un tonico che, senza, scardinare il canone del franchise, lo resuscita in maniera dignitosa.

Pubblicità

Locandina

Saw X, la locandina italiana del film

Gallery

Scheda

Titolo originale: Saw X
Regia: Kevin Greutert
Paese/anno: Stati Uniti, Canada, Messico / 2023
Durata: 118’
Genere: Horror, Thriller, Giallo
Cast: Costas Mandylor, Michael Beach, Bailey Guidry, Baltimore Beltran, Craig Hurley, Cristo Ruiz, David Alfano, Donagh Gordon, Isan Beomhyun Lee, James Burg, Jorge Briseño, Joshua Okamoto, Katie Barberi, Kerry Ardra, Lucía Gómez-Robledo, Natasha Goss, Octavio Hinojosa, Paulette Hernandez, Renata Vaca, Sebastián Torres, Shawnee Smith, Steven Brand, Synnøve Macody Lund, Tobin Bell
Sceneggiatura: Pete Goldfinger, Josh Stolberg
Fotografia: Nick Matthews
Montaggio: Kevin Greutert
Musiche: Charlie Clouser
Produttore: Oren Koules, Kym Crepin, Luisa Gomez de Silva, Ulrich Maier, Mark Burg, Gabriel Del Valle, Mindy Sheldon
Casa di Produzione: Twisted Pictures, Aldea M Estudios, Lions Gate Films, Lionsgate Productions, Corazón Films
Distribuzione: Eagle Pictures

Data di uscita: 25/10/2023

Trailer

Dagli stessi registi o sceneggiatori

Pubblicità
Nato a Roma a un certo punto degli anni '80 del secolo scorso. Laurea in Scienze Politiche. Amo il cinema, la musica, la letteratura. Aspirante maratoneta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.