BLAGA’S LESSONS

BLAGA’S LESSONS

Blaga’s Lessons mostra l'inesorabile discesa morale di un'anziana vedova in un mondo eticamente allo sfascio. Un dramma cupo e profondamente inquietante che segna il ritorno su grande schermo di Eli Skorcheva e chiude una trilogia iniziata nel 2017. Premiato come miglior film al 57° Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary in Repubblica Ceca, e ora in concorso Progressive alla 18a edizione della Festa del Cinema di Roma.

Le cose crollano

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Blaga Naumova è un’ex insegnante in pensione sostanzialmente sola. Le sue giornate sono scandite dalle telefonate con il figlio (Gerasim Georgiev) che lavora come autista in America, fonte la maggior parte delle volte più di arrabbiature che di altro, e dalle lezioni di bulgaro che impartisce a una studentessa immigrata (Rozalia Abgarian) vogliosa di ottenere la cittadinanza. Ma soprattutto Blaga è un’anziana vedova che vuole far realizzare la tomba per suo marito Hristo, un ex agente di polizia che “credeva più in Lenin che in Gesù”: vorrebbe infatti seppellirlo entro i 40 giorni successivi alla sua scomparsa, come da tradizione, con una doppia sepoltura destinata ad accogliere anche lei. In un colpo solo però si ritrova senza tutti i suoi soldi dopo essere rimasta vittima di una presunta operazione di polizia che si rivela essere nient’altro che una truffa. Il figlio non può aiutarla, i tentativi di trovare lavoro vanno a vuoto perché la donna è considerata ormai troppo vecchia, e la situazione appare così senza uscita. Comincia così una discesa in un mondo privo di valori in cui precipitare, ci dice Blaga’s Lessons, non è affatto impossibile.

Cinema antropologico

Blaga's Lessons, un'immagine del film
Blaga’s Lessons, un’immagine del film

Con Blaga’s Lessons Stephan Komandarev (candidato agli Oscar nel 2008 per il miglior film in lingua straniera con The World is Big and Salvation Lurks Around the Corner) chiude la sua trilogia sociale: un trittico iniziato con Directions – Tutto in una notte a Sofia (a Cannes 2017 nella sezione Un certain regard e recuperabile in DVD grazie alla CG Entertainment) e proseguito con Rounds (2019), da noi perso nei meandri di una non distribuzione incomprensibile. Si tratta di pellicole che, per esempio tramite l’intreccio di microstorie dei tassisti di Sofia, forniscono un quadro agghiacciante della Bulgaria contemporanea: storie all’indomani della caduta del comunismo, proprie di un certo tipo di cinema dell’Est come quelle del rumeno Cristian Mungiu. Questo atto conclusivo segna però una svolta adottando uno sguardo estremamente più cupo. Il duo Komandarev/Ventsislavov realizza infatti stavolta una sceneggiatura che è un inquietante studio antropologico con cui analizzare minuziosamente l’umanità della provincia bulgara contemporanea. Lo fa con una regia tesissima (la scena della truffa girata in piano sequenza) coadiuvata dalla scura fotografia di Vesselin Hristov, capace di mettere in risalto la claustrofobia degli interni e la desolazione degli esterni in cui si svolgono gli eventi.

Un grande ritorno

Blaga's Lessons, una sequenza del film
Blaga’s Lessons, una sequenza del film

In tutto questo gioca un ruolo fondamentale la performance di Eli Skorcheva. Star in patria in particolare nel decennio compreso tra la fine degli anni ’70 e gli anni ‘80, l’attrice torna a recitare dopo l’abbandono degli schermi in seguito alla caduta del vecchio sistema politico bulgaro. In Blaga’s Lessons dà vita a un personaggio algido, fortemente segnato dalla crudeltà di un ambiente in cui regnano le leggi di mercato e la corruzione del post-comunismo, ben esemplificate dal venditore di tombe (Stefan Denolyubov) che non è altro che uno speculatore. Appare evidente l’incapacità dello Stato nel proteggere i più deboli che non solo non trovano conforto nel prossimo, ma vengono anche umiliati di fronte alle ingiustizie vissute.

Una discesa senza fine

Blaga's Lessons, una scena del film
Blaga’s Lessons, una scena del film

Blaga’s Lesson risulta essere una pellicola incapace di mettere lo spettatore in una zona di confort: è un dramma spietato in cui vediamo la protagonista incontrare e sopportare solo difficoltà e personaggi più o meno sgradevoli con cui è difficile entrare in sintonia. Ma, se da un lato il film riesce a scatenare nel pubblico una comprensibile reazione emotiva di fronte a questo squallore, arrivati a un certo punto, quanto si può continuare a empatizzare con la stessa anziana vedova? Il finale del film sembra infatti, nei suoi attimi che paiono insopportabilmente infiniti, chiedere allo spettatore cosa farebbe se si trovasse nei panni di Blaga. Sia chiaro: non per forza tutto quello che vediamo con il procedere degli eventi appare credibile in toto, dato che alcuni espedienti narrativi non sembrano (volutamente) avere nessuna pretesa di realismo se non quello di enfatizzare la drammaticità della situazione e delle lezioni del titolo. Non solo quelle che la protagonista impartisce alla giovane rifugiata siriana ma anche gli insegnamenti che impara a sue spese. E che non è detto siano costruttive e non tocchino quelli ancora più deboli.

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Locandina

Blaga's Lessons, la locandina originale del film

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Scheda

Titolo originale: Urotcite na Blaga
Regia: Stephan Komandarev
Paese/anno: Germania, Bulgaria / 2023
Durata: 114’
Genere: Drammatico
Cast: Eli Skorcheva, Gerasim Georgiev, Ivan Barnev, Ivaylo Hristov, Rozalia Abgarian, Stefan Denolyubov
Sceneggiatura: Stephan Komandarev, Simeon Ventsislavov
Fotografia: Vesselin Hristov
Montaggio: Nina Altaparmakova
Musiche: Kalina Vasileva
Produttore: Stephan Komandarev, Christoph Kukula, Katya Trichkova, Eike Goreczka
Casa di Produzione: 42film, Argo Film

Trailer

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Laureato in archeologia ma sempre con pericolose deviazioni cinematografiche, tali da farmi frequentare dei corsi di regia e sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho partecipato per alcuni anni allo staff organizzativo dell’Irish Film Festival presso la Casa del Cinema. Da qua, il passo per dedicarmi a dei cortometraggi, alcuni dei quali per il concorso “Mamma Roma e i suoi quartieri”, è stato breve, condito anche dalla curatela di un incontro intitolato “La donna nel cinema giapponese”, focalizzato sul cinema di Mizoguchi, presso il cineclub Alphaville. Pur amando ovviamente il cinema nelle sue diverse sfaccettature, sono un appassionato di pellicole orientali, in particolare coreane, che credo occuperanno un posto rilevante nei futuri manuali di storia del cinema.

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