THE FALL GUY

THE FALL GUY

David Leitch firma con The Fall Guy una action-comedy barocca, lontana dall'asciuttezza dei primi John Wick e più simile al precedente Bullet Train, un film che forse promette più di quanto riesca a mantenere, ma senza dubbio adatto a un pubblico variegato di ogni genere ed età.

Pubblicità

L’esperto stuntman Colt Seavers (Ryan Gosling) ha tutto quel che può desiderare: fa un lavoro appagante, ovvero la controfigura del divo d’azione Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson), e lo fa insieme alla donna che ama, l’aiuto regista Jody Moreno (Emily Blunt). Purtroppo però, un imprevisto infortunio sul set lo costringe a lasciare la professione e lo allontana dall’amata Jody. Sarà Gail Meyer (Hannah Waddingham), la produttrice dei film di Tom Ryder, a richiamarlo sulle scene, ma non in una pellicola qualsiasi, bensì nel primo lungometraggio di Jody Moreno, Metalstorm, un costoso blockbuster fantascientifico con Ryder protagonista. La star, però, è scomparsa, vittima pare di un misterioso complotto. Riuscirà Colt Seavers a ritrovarlo, a risolvere l’intrigo, ma, nel contempo a riconquistare la sua ex che ora lo detesta?

The Fall Guy, Ryan Gosling in una sequenza del film
The Fall Guy, Ryan Gosling in una sequenza del film

David Leitch, regista, produttore e attore, ha firmato in co-regia John Wick con Chad Stahelski, oltre ad aver diretto action movie come Atomica bionda, Deadpool 2 e il recente Bullet Train. Leitch vanta però anche una gloriosa carriera di stuntman: è stato infatti la controfigura di Brad Pitt in Fight Club, The Mexican e Ocean’s Eleven e di Jean-Claude Van Damme. The Fall Guy proprio a questa professione è dedicato, il mestiere invisibile di chi rischia l’osso del collo per la riuscita del film, senza ricevere i giusti riconoscimenti, né da parte del pubblico né dell’Academy (difatti non esiste un Oscar dedicato al miglior stuntman).

La pellicola ribalta tale stereotipo hollywoodiano, rendendo protagonista la controfigura e mettendo in ombra la star. Leitch si ispira all’omonima serie tv degli anni Ottanta ideata da Glen A. Larson, The Fall Guy, da noi nota come Professione pericolo e interpretata dall’“Uomo da sei milioni dollari” Lee Majors. (A tal proposito si consiglia di restare al cinema fino alla fine dei titoli di coda, per poterlo rivedere in un simpatico easter egg).

Le similitudini con la serie di Larson sono però limitate al fatto che i personaggi hanno lo stesso nome e fanno lo stesso mestiere: mentre il Colt Seavers televisivo indaga volontariamente il crimine in quanto è anche un cacciatore di taglie, quello cinematografico viene coinvolto in una girandola di crimini e omicidi suo malgrado.

In Professione pericolo è inoltre assente la dimensione romance che in The Fall Guy ha invece la stessa importanza delle scene action e in un certo senso ne è anche il motore: Seavers si lascia coinvolgere nell’intrigo non soltanto per tornare sulle scene ma soprattutto con la speranza di riallacciare con la ex fidanzata ora regista.

Stuntman Ken

The Fall Guy, Ryan Gosling in una scena del film
The Fall Guy, Ryan Gosling in una scena del film

Il film è infatti costruito come un’action-comedy: mirabolanti e pirotecniche scene d’azione intrecciate con situazioni surreali e divertenti, alternate a schermaglie amorose da commedia brillante.

Non è la prima volta che Ryan Gosling interpreta il ruolo di stuntman, si pensi a Drive e a Come un tuono, ma The Fall Guy sembra tagliato apposta per lui (non a caso ne è anche il produttore). Gosling abbandona definitivamente la recitazione per sottrazione adottata nel cult di Refn per sfoderare l’ironia tenera e sorniona già mostrata in commedie romantiche e d’azione quali La La Land, Nice Guys e soprattutto Barbie. In ogni caso l’attore risulta in parte, anzi, Leitch lo pone al centro di una serie di trovate, comiche ed action, che risultano coinvolgenti ed esilaranti per lo spettatore.

Stessa cosa non si può dire per Emily Blunt. Perfetta nella parte di Kitty, la fedele moglie di Oppenheimer, l’attrice non risulta altrettanto credibile nel ruolo di Jody Moreno, prima camera operator e poi regista esordiente di una grande produzione fantascientifica tra Mad Max e i Guardiani della Galassia. Il suo stile british e serioso, persino un po’ ingessato, non la rende né adatta a impersonare una regista tosta alla Kathryn Bigelow, né una scanzonata partner di una divertente commedia rosa.

Aaron Taylor-Johnson, alla sua seconda prova con Leitch dopo Bullet Train e, secondo i rumors, prossimo interprete di 007, qui nei panni di Tom Ryder, la super star scomparsa, ci regala un’interpretazione sopra le righe ma divertente, in linea con lo spirito del film. Tra i personaggi secondari spicca anche Hannah Waddingham che interpreta Gail Meyer, una spregiudicata produttrice, forse il personaggio del film più aderente alla realtà, oltre che una riuscita satira del cinismo hollywoodiano.

A prova di Quentin

The Fall Guy, una tesa scena del film
The Fall Guy, una tesa scena del film

David Leitch continua sulla strada di Bullet Train costruendo un action ipercinetico basato sull’accumulo di scene d’azione in crescendo, una summa di tutti i topoi di quel genere di cinema, dall’inseguimento, alla sparatoria, alla scazzottata portate avanti ad libitum. L’effetto è però quello di un ritmo forsennato, ma monotono, un continuo susseguirsi di climax che finiscono per annoiare proprio perché non si spezzano mai. Considerata l’esilità della trama, la durata del film è eccessiva, in quanto infarcito da gag che spesso si prolungano più del dovuto perdendo la loro efficacia, così come gli innumerevoli finali.

The Fall Guy è un film apertamente dedicato alla professione dello stuntman e ai pericoli che corrono, ma il protagonista risulta più una sorta di indistruttibile supereroe che un uomo che rischia la vita in nome dello spettacolo.

David Leitch è un chiaro ammiratore di Quentin Tarantino, difatti il film è infarcito di innumerevoli citazioni cinefile da Rocky a Memento a Fast & Furious, all’immancabile e pretestuosa ragazza con la katana, senza contare la tematica dello stuntman, tanto cara al regista di Knoxville da A prova di morte a C’era una volta a… Hollywood. Ma Leitch rimane comunque più legato agli stilemi dei blockbuster d’azione e ora anche a quelli della commedia e del romance, a differenza di Tarantino che guarda più alla dimensione autoriale.

Il risultato è un film barocco, lontano dall’asciuttezza e dall’efficacia dei primi John Wick e più simile al pirotecnico, ma alla lunga eccessivo Bullet Train. Resta in ogni caso un film di buon intrattenimento, che forse promette più di quanto riesca in realtà a mantenere, ma senza dubbio adatto a una serata divertente per un pubblico variegato di ogni genere ed età.

Insomma, come direbbe Colt Seavers strizzando l’occhio da un’auto in fiamme, “thumbs up!”

Locandina

The Fall Guy, la locandina italiana del film di David Leitch
Pubblicità

Gallery

Scheda

Titolo originale: The Fall Guy
Regia: David Leitch
Paese/anno: Stati Uniti / 2024
Durata: 126’
Genere: Commedia, Drammatico, Azione
Cast: Teresa Palmer, Aaron Taylor-Johnson, Emily Blunt, Ryan Gosling, Winston Duke, Stephanie Hsu, Zara Michales, David Collins, Hannah Waddingham, Semu Filipo, Adam Dunn, Andrew Owen, Angela Nica Sullen, Ben Gerrard, Ben Knight, Chris Matheson, Dan Reardon, Di Smith, Georgia Nottage, Gregory J. Fryer, Ioane Saula, Jack Doherty, Kalkidan China, Madeleine Wilson, Marky Lee Campbell, Matuse, Megan O’Connell, Tony Lynch
Sceneggiatura: Drew Pearce
Fotografia: Jonathan Sela
Montaggio: Elísabet Ronaldsdóttir
Musiche: Dominic Lewis
Produttore: David Leitch, Guymon Casady, Ryan Gosling, Paul Barry, Kelly McCormick
Casa di Produzione: Universal Pictures, 87North, Entertainment 360
Distribuzione: Universal Pictures

Data di uscita: 01/05/2024

Trailer

Dagli stessi registi o sceneggiatori

Pubblicità
Scrittrice, cinefila, bibliofila. Sono laureata in psicologia delle comunicazioni di massa e autrice della Trilogia dei Colori (Tutto quel nero, Tutto quel rosso, Tutto quel blu, 2011-2014) edita dal Giallo Mondadori, a cui è seguito Tutto quel buio (Elliot, 2018); nei quattro romanzi della serie la giovane cinefila Susanna Marino va alla ricerca di misteriosi film realmente scomparsi. Ho inoltre tradotto diversi autori noir tra cui Jeffery Deaver e la saga di Dexter, da cui è stata tratta la serie tv omonima, e nel 1999 ho ricevuto il premio "Adelio Ferrero" per la Critica Cinematografica. Colleziono compulsivamente dvd, libri introvabili e locandine di cinema.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.