È MORTO LANDO BUZZANCA, ADDIO ALL’ATTORE DE IL MERLO MASCHIO

È MORTO LANDO BUZZANCA, ADDIO ALL’ATTORE DE IL MERLO MASCHIO

Lando Buzzanca, attore italiano noto per i suoi ruoli nelle commedie degli anni ‘60 e ‘70, è morto oggi a Roma all’età di 87 anni.

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È morto Lando Buzzanca, attore di cinema, televisione e teatro, una carriera lunga e variegata contrassegnata soprattutto da ruoli in cui impersonava lo stereotipo dell’uomo siciliano, passionale e geloso. L’attore, che soffriva da qualche anno di una forma di demenza senile, si è spento oggi pomeriggio all’età di 87 anni, nella RSA di Roma in cui era ricoverato. L’anno scorso, a seguito di una caduta, era stato ricoverato all’Ospedale Santo Spirito, per essere poi trasferito al Policlinico Gemelli dopo una rottura del femore; infine, il trasferimento nella struttura dove è deceduto.

Ancora non mi sembra vero”, ha commentato suo figlio Massimiliano. “Ma dai messaggi che sto ricevendo, sto iniziando a capire che non è più qui. Si è addormentato; dopo un quarto d’ora ha fatto gli ultimi due respiri, e intorno alle due del pomeriggio se n’è andato”. Il figlio dell’attore ha rivelato che Buzzanca, negli ultimi due giorni, “era affaticato, come se non avesse più forze. Ieri stava per alzarsi dal letto, come se mi volesse salutare. Sembrava che mi volesse dire qualcosa. Io gli ho detto: ‘Papà, stai seduto. Secondo te tra noi c’è bisogno di parlare?’. Gli ho fatto una carezza e l’ho lasciato dormire”.

Lando Buzzanca nasce a Palermo il 24 agosto 1935 da una famiglia di attori: lo era infatti suo zio, e in seguito lo divenne anche suo padre, in origine proiezionista. Fa da comparsa in vari film (tra cui Ben-Hur, in cui interpreta uno schiavo) prima di esordire ufficialmente nel 1961 col film di Pietro Germi Divorzio all’italiana, in cui interpreta il ruolo di Rosario Mulè. La collaborazione con Germi viene bissata tre anni dopo in Sedotta e abbandonata; sempre nel 1964 interpreta un ruolo di supporto per il dramma di Luciano Ricci Senza sole né luna.

I film successivi imprigionano Buzzanca nello stereotipo del focoso maschio siciliano, geloso e un po’ sciocco: una figura che non lo fa amare dalla critica cinematografica, malgrado il successo di pubblico dei film da lui interpretati. In questo periodo, è da rilevare il ruolo da protagonista in Don Giovanni in Sicilia, di Alberto Lattuada, e soprattutto il varietà televisivo Signore e signora (1970) in coppia con Delia Scala (in cui pronuncia la celebre battuta-tormentone “Mi vien che ridere”).

Il successo internazionale arriva nel 1971 con Il merlo maschio, film di Pasquale Festa Campanile facente parte del filone della commedia sexy; un successo che lo porta in seguito a lavorare con attrici di successo come Claudia Cardinale, Catherine Spaak, Barbara Bouchet, Senta Berger e Joan Collins. Poco propenso a continuare a lavorare nello stesso filone, Buzzanca rifiuta in questo periodo film che renderanno famosi attori come Alvaro Vitali ed Edwige Fenech, preferendo lavorare in radio; qui è il protagonista del programma Gran varietà col personaggio di Buzzanco, erede della figura da lui interpretata nello show Signore e signora.

Negli anni ‘70, forte del suo successo, inizia a scegliere direttamente i ruoli che interpreta, formulando le idee che avrebbero dato vita a pellicole come L’arbitro (1974) di Luigi Filippo D’Amico, Il sindacalista (1972) di Luciano Salce e All’onorevole piacciono le donne (1972) di Lucio Fulci; qui, l’attore propone parodie di personaggi realmente esistenti, tutti facilmente riconoscibili.

Il calo di popolarità del filone della commedia all’italiana provocò il minor impiego di Buzzanca sul grande schermo nei decenni successivi; dopo un periodo di quasi esclusiva attività teatrale, tornò a lavorare in televisione nel 2005 per la fiction Mio figlio, in cui interpretava il padre di un ragazzo omosessuale; il successo dello show provocò, cinque anni dopo, la produzione di un sequel, Io e mio figlio – Nuove storie per il commissario Vivaldi. Nel 2010 interpretò inoltre le fiction Lo scandalo della banca romana e Capri 3.

Risale al 2007 il film I Viceré, diretto da Roberto Faenza, per il quale Lando Buzzanca viene candidato al David di Donatello per il miglior attore protagonista, e riceve inoltre il Globo d’oro per il miglior attore. Nel 2012 interpreta la serie televisiva Il restauratore, che ottiene un grande successo, bissato l’anno dopo da una seconda stagione. Il 7 agosto 2013 viene ritrovato privo di sensi in casa coi polsi tagliati, a seguito di un tentativo di suicidio (dapprima smentito, poi confermato).

Nel 2014 partecipa al video musicale Amo Milano di Dargen d’Amico, mentre nel 2016 è nel cast dell’undicesima edizione di Ballando con le stelle. L’anno successivo recita nel film Chi salverà le rose?, diretto da Cesare Furesi, a fianco di Carlo Delle Piane; qui, i due interpretano una coppia di anziani omosessuali. L’ultima apparizione cinematografica risale al 2019, nel film televisivo Viva gli sposi diretto da Valerio Zanoli.

Lando Buzzanca aveva dichiarate simpatie politiche per la destra, che a suo dire gli provocarono, negli anni, il boicottaggio da parte di produttori e registi appartenenti alla parte avversa. La miniserie Mio figlio, incentrata sul tema dell’omosessualità, gli portò tuttavia varie critiche da parte di esponenti dell’area parlamentare di centrodestra.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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