LIGHTS OUT – TERRORE NEL BUIO

LIGHTS OUT – TERRORE NEL BUIO

Nonostante alcune buone idee, questo Lights Out - Terrore nel buio, adattamento di un fortunato cortometraggio dello stesso David F. Sandberg, soffre di una sceneggiatura approssimativa e piena di buchi, che gli impedisce di sfruttare al meglio le sue interessanti suggestioni.

Un horror scritto al buio

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Il piccolo Martin vive con sua madre Sophie, donna depressa e in cura con psicofarmaci, con alle spalle un divorzio dal primo marito e la morte del secondo. La donna sostiene che in casa con lei ci sia una sua misteriosa amica, di nome Diana, che si manifesterebbe solo al buio. Quando Martin inizia effettivamente ad avvertire una presenza ostile, fugge terrorizzato dalla casa, rifugiandosi dalla sua sorellastra Rebecca, che da anni vive lontana dalla madre. Rebecca, figlia del primo marito di Sophie, prende con sé il ragazzino, accusando sua madre di essere incapace di crescerlo, e di condizionarlo con le sue fantasie. Presto, però, l’inquietante presenza di Diana inizia a manifestarsi anche presso la casa di Rebecca, convincendo la ragazza che quelle di sua madre non sono fantasie.

Non è la prima volta, in tempi recenti, che l’idea di un corto viene rielaborata ed estesa per adattarsi alle dimensioni del lungometraggio. Se, nel campo della fantascienza, abbiamo avuto negli ultimi anni gli esempi di Pixels di Chris Columbus (ispirato a un omonimo cortometraggio del regista francese Patrick Jean) e del recente Hardcore! (basato su due videoclip diretti dallo stesso regista, Ilya Naishuller) l’horror ci ha regalato l’ottimo Babadook di Jennifer Kent, e il precedente La madre di Andres Muschietti, anch’essi tratti da due corti diretti dai rispettivi registi. Ora, un cortometraggio già abbastanza popolare in rete, visualizzabile attraverso Youtube, viene a sua volta adattato nella forma del film esteso: parliamo di Lights Out, micro-horror di circa due minuti e mezzo, già premio per la miglior regia nel concorso di genere Who’s There Film Challange, da cui il regista David F. Sandberg ha tratto questo Lights Out – Terrore nel buio.

Con la produzione dello specialista del genere James Wan, e basandosi sulla sceneggiatura di Eric Heisserer – noto, tra gli altri, per gli script del Nightmare del 2010 e di Final Destination 5 – Sandberg parte dalla sua originaria intuizione (un’entità che vive solo nel buio, terrorizzando l’inquilina di una grande casa) per costruire un horror psicologico sui generis, che tocca i temi della famiglia, della malattia mentale e dell’abbandono. La creatura al centro della trama (ricostruita – caratteristica rara negli ultimi anni – senza l’ausilio della CGI) viene fornita di un elaborato background, che la lega a doppio filo al personaggio di Sophie interpretato da Maria Bello; tanto il suo aspetto, quanto le caratteristiche di base del suo personaggio, rimandano in modo evidente alla Sadako dell’originale Ring di Hideo Nakata, imitatissimo classico del J-Horror. Nel ruolo della combattiva Rebecca troviamo l’australiana Teresa Palmer, già vista in Codice 999 di John Hillcoat mentre Martin è interpretato dal giovanissimo Gabriel Bateman (regular della serie American Gothic).

L’horror diretto da David F. Sandberg, al suo esordio alla regia di un lungometraggio, si avvale di un’ottima fotografia, capace di rendere al meglio il senso di minaccia che si annida negli angoli bui dell’inquadratura; la regia costruisce efficacemente le singole sequenze di spavento, giocando sull’alternanza buio/luce e perlopiù suggerendo, anziché mostrare, l’inquietante presenza di Diana. La figura di quest’ultima è resa grazie a un efficace makeup, che fa a meno degli ormai onnipresenti effetti in CGI e restituisce bene il sentore di minaccia fisica che il suo personaggio vuole incutere. Sandberg è abile nello sfruttare una paura ancestrale e più che mai universale, capace di coinvolgere spettatori di ogni età e latitudine; è inoltre apprezzabile il tentativo di inserire l’idea del cortometraggio originale in una sceneggiatura che affronti temi complessi, e calati nella realtà sociale contemporanea.

Il grosso limite di Lights Out – Terrore nel buio sta tuttavia nella sua scrittura approssimativa, che pregiudica la credibilità – pur nel contesto fantastico – degli eventi che mette in scena, nonché la disponibilità dello spettatore a empatizzare con i personaggi. Scegliendo di trattare temi quali la malattia mentale, l’abbandono e la solitudine, lo script punta in alto, ma non si rivela solido ed elaborato a sufficienza per poter gestire questo materiale. Personaggi sommariamente delineati (in primis la protagonista incolore – non per colpa sua – col volto di Teresa Palmer, e la di lei madre interpretata dalla mal sfruttata Maria Bello) danno vita a dialoghi non all’altezza dei temi affrontati dal film; la stessa delineazione del background della creatura sembra un elemento pretestuoso, atto soltanto a giustificare le sue azioni.

Non mancano, nel corso del racconto, le incongruenze e le situazioni che rendono ardua la sospensione dell’incredulità, sfocianti a tratti – specie nei minuti finali – nel ridicolo involontario. Per tutti questi motivi, Lights Out – Terrore nel buio resta poco più che una mera (ed evanescente) macchina da brividi, che si limita a replicare nel corso della sua durata, con sempre minor efficacia, l’originale intuizione del cortometraggio alla sua base.

Scheda

Titolo originale: Lights Out
Regia: David F. Sandberg
Paese/anno: Stati Uniti / 2016
Durata: 81’
Genere: Horror
Cast: Teresa Palmer, Emily Alyn Lind, Gabriel Bateman, Amiah Miller, Alexander DiPersia, Alicia Vela-Bailey, Andi Osho, Ava Cantrell, Billy Burke, Lotta Losten, Maria Bello
Sceneggiatura: Eric Heisserer
Fotografia: Marc Spicer
Montaggio: Kirk M. Morri, Michel Aller
Musiche: Benjamin Wallfisch
Produttore: James Wan, Eric Heisserer, Lloyd Everard, Lawrence Kao, Lawrence Grey, Cyrus Mojibi, Zak Olkewicz, Patrick Wade
Casa di Produzione: Atomic Monster, Grey Matter Productions, New Line Cinema
Distribuzione: Warner Bros. Italia

Data di uscita: 04/08/2016

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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