5 CM AL SECONDO

5 CM AL SECONDO

Secondo lungometraggio di Makoto Shinkai, datato 2007, 5 cm al secondo è una love story e uno straordinario, denso e lirico coming of age, che confermò all’epoca della sua uscita il valore di un autore a tutto tondo. In sala per Nexo Digital e Dynit, nelle giornate del 13, 14 e 15 maggio.

La quiete del tempo, le inquietudini del cuore

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Il successo internazionale di Your Name., risalente ormai a tre anni fa, sembra aver dato finalmente la visibilità che merita al cinema di Makoto Shinkai. Un risultato che evidentemente, nel 2017, prese in contropiede le stesse Nexo Digital e Dynit, che ne prolungarono la distribuzione in sala (inizialmente prevista per soli tre giorni) dopo gli ottimi riscontri ottenuti. In seguito, la distribuzione praticamente a ridosso di Oltre le nuvole, il luogo promessoci, primo lungometraggio di Shinkai risalente al 2004, e l’inserimento nel catalogo Netflix del suo mediometraggio Il giardino delle parole, hanno definitivamente sdoganato il cinema del regista presso un pubblico più ampio rispetto alla semplice nicchia degli appassionati di animazione. L’uscita in sala di questo 5 cm al secondo, secondo lungometraggio del regista (ma la durata si attesta sui 63 minuti), datato 2007, era probabilmente nell’ordine delle cose; così come era nell’ordine delle cose la reiterazione della formula dei tre giorni (qui 13, 14 e 15 maggio) per un’opera che aveva già trovato una limitata distribuzione in home video nel 2010. Possiamo lasciare da parte, per ora, le considerazioni sull’efficacia di questa formula (auspicando tuttavia un’uscita più organica per il prossimo Weather Child: Weathering With You), e rallegrarci di poter vedere ancora una volta un lavoro di Shinkai su grande schermo.

Un lavoro, questo 5 cm al secondo, che nella sua ora di durata mostra una densità e una consapevolezza straordinarie, confermando ai contemporanei di essere in presenza di un vero autore. Qualcuno, tra gli addetti ai lavori, ha paragonato le opere di Makoto Shinkai a quelle di Hayao Miyazaki, ponendo un paragone tanto scontato nelle sue motivazioni (provenienza, macro-genere e notorietà internazionale) quanto grossolano e inappropriato nella sostanza. Un paragone, non a caso, rifiutato dallo stesso regista (pur grande appassionato delle opere del maestro); il cinema di Shinkai si nutre di suggestioni decisamente più ancorate alla contemporaneità del Giappone, nel contempo più intimiste e più legate ai linguaggi moderni – non è un caso la sua gavetta nel mondo dei videogiochi -, e animate da un approccio al fantastico che è del tutto personale. Un fantastico che sembra assente da questo secondo lavoro di Shinkai, se non sul piano della trasfigurazione lirica, iperrealistica, di un quotidiano che ha in primo piano lo scorrere del tempo: quella che seguiamo, nel film, è la formazione affettiva di un giovane attraverso tre stagioni della sua vita, unite dal filo conduttore di un amore trovato presto, prestissimo, e compreso troppo tardi. Tre stagioni suddivise in tre distinti episodi del film, a narrare l’infanzia e la prima adolescenza di Takaki e Akari, divisi e poi ritrovatisi, seguita dalla stagione della crescita e dell’ineluttabilità della distanza, e infine dall’età adulta, con le sue scelte e i suoi percorsi.

C’è un quieto realismo, nelle immagini del film di Shinkai, esaltato dai dettagli delle strade frequentate dai due protagonisti, dai luoghi che ne accolgono giorno dopo giorno la quotidianità, dal tranquillo scorrere delle stagioni; un approccio che allontana decisamente il film dal genere dello shojo (anime e manga per ragazze) a cui pure è superficialmente debitore. L’evolversi davanti ai nostri occhi del rapporto tra i due protagonisti, il sentore agrodolce della scoperta e dell’imminente perdita, parallelo alla loro personale crescita, sono portati avanti attraverso la magia di uno sguardo di cui assumiamo in toto il punto di vista; uno sguardo che fa dell’altra persona un mondo autosufficiente, capace di pagare ad essa un tributo attraversando tempo e spazio (leggasi: superando i confini del proprio mondo) con l’ultimo slancio cristallino – incurante del tempo che passa – di una giovinezza che sta per finire. Dopo, ci sarà per entrambi altro: da una parte la voglia di protendersi ad afferrare l’infinito, l’inquietudine per il senso di incompiutezza e vuoto lasciata da quell’amore irrisolto, il rifiuto di vivere il presente e la conseguente incapacità di sentire; dall’altra la quieta accettazione di una nuova stagione e di nuovi percorsi, sullo sfondo di quei petali di ciliegio e di quei fiocchi di neve che, pur muovendosi di soli 5 cm al secondo, continuano a segnare l’immutabilità del ciclo vitale, delle stagioni come degli individui.

In 63 minuti, Makoto Shinkai mostra con incredibile pregnanza una love story, un racconto di un pezzo di vita e un coming of age, con un approccio melò che sposa lo sguardo (in)quieto del protagonista Takaki senza farsene schiacciare. I toni cromatici dei tre segmenti della storia segnano con grande precisione le fasi emotive del rapporto tra Takaki e Akari, dai colori pastello e capaci di esaltare tanto un tramonto o una notte di luna piena, quanto un desolato paesaggio coperto dalla neve, alle proiezioni cromatiche quasi da fantascienza del secondo segmento, spie di un’inquietudine irrisolta e proiettata verso un fuori ancora indefinito, fino alle metalliche tonalità di grigio dell’ultima parte, sovrastate poi dal filtro magico e trasfigurante della memoria. È raro vedere sullo schermo (anche al di fuori del cinema d’animazione) una tale densità ed essenzialità narrativa, una simile capacità di non sprecare alcun frammento di storia, uno sguardo tanto partecipe quanto lucido su storie personali raccontate da dentro, eppure universali. 5 cm al secondo segna in questo senso un risultato prezioso quanto raro, in un’opera capace di sintesi e pregnanza emozionale; da guardare e riguardare, e rivivere a lungo, con la splendida One More Time, One More Chance, che accompagna l’ultima sequenza, a imprimersi, benvenuta, nelle orecchie e nella memoria.

Scheda

Titolo originale: Byōsoku go senchimētoru
Regia: Makoto Shinkai
Paese/anno: Giappone / 2007
Durata: 63’
Genere: Drammatico, Animazione, Sentimentale
Cast: Akira Nakagawa, Ayaka Onoue, Hiroshi Shimozaki, Kenji Mizuhashi, Masami Iwasaki, Rei Kondo, Risa Mizuno, Satomi Hanamura, Takahiro Hirano, Yoshimi Kondou, Yuka Terazaki, Yûko Nakamura
Sceneggiatura: Makoto Shinkai
Fotografia: Makoto Shinkai
Montaggio: Makoto Shinkai
Musiche: Tenmon
Produttore: Makoto Shinkai, Chung Jin Ho
Casa di Produzione: CoMix Wave Films
Distribuzione: Nexo Digital, Dynit

Data di uscita: 13/05/2019

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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