GLI UOMINI D’ORO

GLI UOMINI D’ORO

Gli uomini d’oro è audace, non delude le aspettative e preannuncia la scalata di Vincenzo Alfieri verso una maturazione artistica in continuo divenire. Le vicende di Luigi, Alvise e il Lupo seducono lo spettatore grazie a un gusto maniacalmente perfetto della regia e del montaggio, oltre a una prova attoriale sopra la media. Un film per palati esigenti, incredibilmente pulp.

Smaliziati e dannatamente provocatori

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Il 7 novembre arriva nelle sale italiane Gli uomini d’oro, ultima bella prova del regista trentenne salernitano Vincenzo Alfieri, con un cast – comprendente Fabio De Luigi, Edoardo Leo, Giampaolo Morelli, con la partecipazione straordinaria del malavitoso sarto Gianmarco Tognazzi – che sicuramente non passerà inosservato. Vincenzo Alfieri, che si è fatto conoscere soprattutto grazie al successo della pellicola nel 2017 I peggiori, torna nelle sale portando davanti alla macchina da presa una storia “incredibilmente vera”, che era stata già adattata sul grande schermo dall’autore Gianluca Maria Tavarelli con Qui non è il Paradiso.

Com’è stato però dichiarato durante la conferenza stampa dal regista stesso, Gli uomini d’oro non è un remake di questa pellicola. Partendo infatti dalla storia realmente accaduta nella Torino di inizio anni ‘90, il film se ne distacca per spiccare letteralmente il volo, dirottando lo spettatore nelle storie drammatiche, angosciose e psico-fisiche, di tre uomini qualunque. Giampaolo Morelli, Edoardo Leo e Fabio De Luigi sono apparentemente così diversi l’uno dall’altro, e in fin dei conti legati da un filo sottile e resistente. In tutti e tre c’è la voglia di un riscatto sociale dalla giustizia e dallo stato pubblico italiano che ha permesso all’epoca a pochi eletti fortunati di vivere nella bambagia grazie alle famose baby pensioni.

Gli uomini d’oro è la storia di Luigi (Giampaolo Morelli), un impiegato postale con la passione per il lusso e le belle donne. Luigi ha sempre avuto l’acquolina in bocca per la baby pensione e sogna a occhi aperti una vita in vacanza, in particolare in Costa Rica. Un bel giorno, come nelle migliori storie che si raccontino, il suo sogno svanisce. Luigi, disilluso e arrabbiato, scopre di essere pronto a fare di tutto per prendersi ciò che aveva atteso da tempo, persino a rapinare il furgone portavalori che guida tutti i giorni. Anche se dovrà rinunciare alla seducente Anna (Matilde Gioli), incontrata durante una notte sfrenata. Il colpo messo a punto dall’impiegato postale è grosso ma soprattutto ha un piano perfetto. Non serviranno armi, non sarà necessario spargere sangue. Il dado è tratto, Luigi avrà bisogno tutto sommato dell’aiuto del suo migliore amico Luciano, ex postino quarantenne insoddisfatto, e poi del taciturno collega malato di cuore Alvise (Fabio de Luigi), tutto casa e famiglia e con una vita a prima vista tranquilla ed ordinaria.

Nel colpaccio degli pseudo Soliti Ignoti – e anche un po’ Iene tarantiniane – c’è inoltre lo zampino di un ex pugile dal pugno di ferro, il cosiddetto Lupo (Edoardo Leo), accompagnato fuori e dentro il suo letto da Gina, ex cubista e donna fin troppo affascinante e furba per lui, e poi di a Boutique (Gianmarco Tognazzi), un couturier d’alta moda, sarto di gran lusso con un’insospettabile doppia vita.

Gli uomini d’oro appare come un’intrigata crime-story dal gusto pop moderno, una pellicola segnata dall’azione esasperata che non prevede intoppi, eccetto uno con il quale nessuno dei suoi personaggi fa i conti in principio: quello per cui il crimine non è cosa per tutti, e la storia diretta e montata magistralmente da Vincenzo Alfieri tratta di uomini qualunque. Soggetto e sceneggiatura ben scritti, ridotti al midollo come del resto la narrazione stessa, ma esaustivi, un ritmo e un’azione incalzante, intensa, veloce, che non lascia tempo né spazio allo spettatore per sviluppare riflessioni o rielaborare pensieri. Si viene letteralmente divorati dal montaggio alternato e vorticoso che svela i diversi punti di vista dei personaggi, attraverso l’uso di capitoli e dissolvenze.

Gli uomini d’oro non è un film empatico, eppure ci si ritrova a simpatizzare con Luigi, Luciano e lo stesso Alvise, un po’ meno per il Lupo, che inesorabilmente mantiene molto bene l’immagine del villain. Ottima, a dir poco, è in particolare l’interpretazione di Fabio De Luigi, che nonostante rappresenti da sempre un certo modo di fare commedia all’italiana, in questo caso abbandona finalmente i panni dell’attore esclusivamente comico per rivestire un ruolo che potrebbe valere un occhio di riguardo nella sua carriera cinematografica. Giampaolo Morelli conduce e interpreta il suo personaggio quasi in automatico, come se non fosse mai stato nessun altro: è decisamente lui l’uomo d’oro.

Gli uomini d'oro poster locandina

Scheda

Titolo originale: Gli uomini d’oro
Regia: Vincenzo Alfieri
Paese/anno: Italia / 2019
Durata: 110’
Genere: Noir
Cast: Edoardo Leo, Matilde Gioli, Gianmarco Tognazzi, Giuseppe Ragone, Susy Laude, Fabio De Luigi, Giampaolo Morelli, Mariela Garriga, Federica Remotti, Giorgia Cardaci
Sceneggiatura: Renato Sannio, Giuseppe Stasi, Vincenzo Alfieri, Alessandro Aronadio
Fotografia: Davide Manca
Montaggio: Vincenzo Alfieri
Musiche: Francesco Cerasi
Produttore: Federica Lucisano, Fulvio Lucisano
Casa di Produzione: Rai Cinema, Italian International Film
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 07/11/2019

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Nasco nel 1990 a Roma in un tranquillo 12 aprile. Sono cresciuta a pizza da asporto e videocassette di genere horror grazie al supporto di un padre cultore del tema. Dopo una maturità classica presso il Liceo Benedetto Da Norcia nel quartiere Prenestino Labicano, mi iscrivo alla Facoltà di Lettere e filosofia di Roma Tor Vergata, laureandomi in Discipline delle arti, della musica e dello Spettacolo con il prof.ssor Giovanni Spagnoletti. Successivamente mi specializzo in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale con 110 e lode. Le mie tesi sperimentali parlano chiaro: mi piace la saggistica specializzata in Storia, analisi e critica del cinema, soprattutto americano. Ho analizzato il concetto di nostalgia esteso nel campo cinematografico, trattando il caso dei remake e dei reboot. Mi sono specializzata poi nel concetto di "Idolo, Icona e Divo contemporaneo". Curo questa passione sebbene sia difficile farne una professione, ma non demordo e nel frattempo mi sono specializzata nel campo dell'educazione e della pedagogia infantile. Nel tempo libero scatto fotografie e corro. Film preferiti: Donnie Darko, American Beauty, L'attimo Fuggente, Big Fish, L'esorcista, La Casa, Shining. Horror contemporanei da non perdere: Midsommar, The Witch, Hereditary, Get Out, Us. Motto per la vita: "La fortuna aiuta gli audaci".

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