IL PRIMO NATALE

IL PRIMO NATALE

Approcciatisi per la prima volta al filone natalizio, Ficarra e Picone recuperano ne Il primo Natale il motivo del viaggio nel tempo, imbastendo una commedia fantastica ambientata a ridosso della nascita di Gesù: ma la consistenza è esile, e la comicità del duo, pur garbata e priva di volgarità, risulta piuttosto stanca.

Fuga dal (primo) Natale

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La comicità di marca (non troppo) regionale di Salvatore Ficarra e Valentino Picone, nata sul palcoscenico, consacrata dalla televisione ma da tempo abituata a frequentare anche il grande schermo, plana con questo Il primo Natale nei territori del film natalizio. Una scelta di campo sensata, per un duo il cui stile comico, sotto la facciata rutilante e dal carattere blandamente sociale, ha in fondo sempre parlato, innanzitutto, a un pubblico di famiglie: e proprio a quel pubblico, con le sue esigenze di buoni sentimenti, storie edificanti e morali chiare e leggibili, parla in misura pressoché esclusiva questo nuovo lavoro. Un “esordio” nel genere, per il duo, che vede rinnovarsi la collaborazione alla sceneggiatura con un Nicola Guaglianone che, dopo gli script di Lo chiamavano Jeeg Robot e Indivisibili (e in attesa del nuovo lavoro di Gabriele Mainetti, Freaks Out) sembra per ora comodamente adagiato nei territori della commedia. Territori che qui si contaminano, in un tentativo di mix fantastico, con quelli del peplum biblico.

L’idea è semplice e in gran parte già rodata: due individui mal assortiti e dal carattere agli antipodi, l’uno ladro di opere sacre e ateo convinto, l’altro prete persuaso del potere assoluto della preghiera, si ritrovano fantasticamente catapultati nella Galilea sotto il dominio romano, poco prima della nascita di Gesù. Il loro scopo primario è quello di tornare nel ventunesimo secolo: il prete per riprendere l’allestimento del presepe vivente che stava tanto amorevolmente preparando, il ladro semplicemente per porre fine a quello che (evidentemente) dev’essere un incubo. Per far questo, i due non vedono altra soluzione se non trovare la futura famiglia del Salvatore, chiedendo un miracolo all’unica figura (semi)divina già in vita, quella di Maria. Il problema è che gli scagnozzi di Re Erode, imbeccati dalle visioni di un indovino che ha visto nei due i messaggeri del futuro Salvatore, si sono nel frattempo messi sulle loro tracce.

Non avrebbe molto senso scagliarsi a priori contro un’operazione come quella di questo Il primo Natale, in fondo chiara nei suoi intenti e – nel suo giocare a carte scoperte – per nulla disonesta. Si potrebbe semmai interrogarsi su quanto uno sceneggiatore come Guaglianone abbia messo davvero di suo nello script, e su cosa abbia spinto Daniele Ciprì (da tempo orfano del sodale Franco Maresco, migrato in altri e ben più rischiosi lidi) a fare un salto in un cinema per lui così inusuale. Ma si tratta in fondo di interrogativi oziosi, che prescindono dalla fattura – modesta, ed è questo il punto principale – del nuovo lavoro del duo comico siciliano. L’idea dell’esplorazione del passato in chiave umoristica ha radici letterarie e cinematografiche antiche (si pensi al romanzo Uno yankee alla corte di Re Artù di Mark Twain e, in tempi più recenti, al cult movie Non ci resta che piangere di Benigni e Troisi); d’altra parte, l’innesto di un duo rodato come quello siciliano su un setting come la Natività non manca di potenziale comico. Il problema sta nella debolezza del plot costruito intorno allo spunto di partenza.

Fautori di una comicità che si ripete, con minime varianti, sempre uguale a se stessa, cristallizzata in due maschere tanto riconoscibili quanto per loro natura poco atte a stupire, Ficarra e Picone preferiscono giocare sul sicuro, portando i loro personaggi tal quali nelle lande della Palestina del (presunto) Anno 0. Gli equivoci e le gag che fanno collidere la sicilianità un po’ sfacciata del duo con la realtà sociale d’epoca – messa in scena in un bozzetto che non va molto oltre la caricatura – strappano i sorrisi d’ordinanza e poco altro. Non si tenta nemmeno di abbozzare un parallelo tra la società dell’epoca e quella moderna, ma non sappiamo invero quanto ciò sia un male: vista l’incapacità dimostrata in tempi recenti dalla nostra commedia di fare ritratti sociali di una minima consistenza, forse è un bene che un prodotto come Il primo Natale voli (consapevolmente) basso. Resta, comunque, l’esilità di una traccia narrativa piena di falle, che fatica enormemente nel tenere insieme una qualche aderenza al racconto biblico (in sé ricco di eventi violenti) e una comicità per famiglie, e fa apparire due personaggi femminili unicamente per abbozzare i relativi subplot sentimentali (con tanto di prevedibili richieste di perdono divino da parte del prete).

Tra facezie su Garibaldi e “Sce” Guevara, feroci tigri neutralizzate da luci al laser, finte famiglie divine e improbabili crisi mistiche, Il primo Natale si trascina stancamente, trainato da un duo che non sembra neanche crederci fino in fondo, verso un finale che non resiste alla tentazione cui si accennava sopra. La voglia di inserire a forza nel plot un qualche sottotesto sociale, che il film aveva schivato per (quasi) tutta la sua durata, riemerge prepotentemente nella conclusione, in modo tanto appiccicaticcio e maldestro da svelare da subito la sua natura pretestuosa. Probabilmente, il clima natalizio e i buoni sentimenti necessitavano di un qualche “messaggio” che andasse oltre il pedissequo accostamento tra il diavolo e l’acqua santa (con relativo scambio di ruoli) nella terra di Gesù. Detto, fatto. Ma il risultato, garbato e privo di volgarità quanto si vuole, resta in sé piuttosto modesto.

Il primo Natale poster locandina

Scheda

Titolo originale: Il primo Natale
Regia: Ficarra, Picone
Paese/anno: Italia, Marocco / 2019
Durata: 100’
Genere: Commedia, Fantastico
Cast: Massimo Popolizio, Roberta Mattei, Giovanni Calcagno, Ficarra, Giacomo Mattia, Giovanna Marchetti, Picone
Sceneggiatura: Ficarra, Picone, Nicola Guaglianone, Fabrizio Testini
Fotografia: Daniele Ciprì
Montaggio: Claudio Di Mauro
Musiche: Carlo Crivelli
Produttore: Attilio De Razza
Casa di Produzione: Medusa Film, Tramp Ltd., Zak Productions
Distribuzione: Medusa Film

Data di uscita: 12/12/2019

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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