GLI OCCHI DI TAMMY FAYE

GLI OCCHI DI TAMMY FAYE

Il regista Michael Showalter e Jessica Chastain portano sul grande schermo ne Gli occhi di Tammy Faye il ritratto della moglie del predicatore Jim Bakker, comunicatrice innovativa, offrendole la possibilità di un riscatto umano con un film intenso capace di andare oltre la maschera per scoprire la donna. Il film apre la sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma.

Chi è Tammy Faye?

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Gli occhi di Tammy Faye hanno uno strato di trucco pesante e ciglia finte. Nel corso del tempo sono diventati quasi una cifra stilistica, un modo di essere trasformato in parodia dai talk show americani tra gli anni ottanta e novanta. Un look riconoscibile e preciso, completato da una capigliatura ferocemente cotonata, unghie laccate, una profusione di gioielli vistosi e una vocina alla Betty Boop da eterna bambina. Ma chi è veramente la donna che si nasconde dietro le mosse e i sorrisi studiati che ha conquistato l’attenzione di un numero imbarazzante di persone nel nome di Dio? Questa è esattamente la domanda alla base del film Gli occhi di Tammy Faye, ispirato dall’omonimo documentario uscito nel 2000. Un quesito cui il regista Michael Showalter ha cercato di rispondere partendo da una completa assenza di giudizio nei confronti di una donna diventata personaggio attraverso l’utilizzo mediatico della fede.

In effetti Tammy Faye Bakker e suo marito Jim, dagli anni settanta fino all’inizio dei novanta, hanno rappresentato un vero e proprio fenomeno nei canali religiosi. Non solo sono riusciti a veicolare il messaggio evangelista attraverso il piccolo schermo, ma lo hanno fatto rinunciando al rigore formale imposto dalla materia e abbracciando il meccanismo dello show business più sfrontato. Tutto, ovviamente, per perseguire la salvezza propria e degli altri. Peccato, però, che nel frattempo l’associazione da loro creata sia diventata l’escamotage con cui vivere in un lusso sfrenato tra donazioni “estorte” attraverso spudorati interventi televisivi e sovvenzioni da parte di privati facoltosi in sostegno di parchi acquatici a tema cristiano. Ovviamente la loro avventura non ha avuto un lieto fine, soffocata da scandali sessuali e, soprattutto, frode fiscale. Jim Bakker sarà condannato a molti anni di detenzione come diretto responsabile, mentre Tammy Faye perderà tutto ma rimarrà libera ricordando sempre che “non è finita fino a quando non è finita”.

Il personaggio e l’interprete

Gli occhi di Tammy Faye recensione

Fin dalle prime inquadrature de Gli occhi di Tammy Faye, è chiaro che l’intento di Showalter è quello di andare a struccare il personaggio di Tammy per far uscire allo scoperto il volto della donna. Un fine raggiunto grazie soprattutto all’utilizzo di due elementi: l’uso della maschera e la disponibilità di Jessica Chastain di vestirla senza remore. Nel momento stesso in cui il personaggio di Tammy appare sullo schermo, infatti, è caratterizzato da un look molto preciso che, nel corso della narrazione, diventa quasi uno scudo con il quale entrare in scena. Nonostante l’apparente impenetrabilità del cerone e di un make up permanente, però, la Chastain riesce a far intravedere sempre di più la pelle nascosta da una maschera mai dismessa. È in questo costante rimando tra reale e artificiale, personaggio e interprete riescono a dialogare fondendosi l’una nell’altra, lasciando a Tammy la possibilità di esprimersi. E non è un risultato scontato.

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Vestire i panni di un personaggio realmente esistito è una delle prove più impegnative per un attore. L’esigenza del film richiederebbe di abbandonare se stessi per lasciare spazio all’altro senza cedere alle lusinghe di una interpretazione personale o stereotipata. Nel caso di Tammy Faye, poi, il pericolo diventa esponenziale considerando gli aspetti quanto meno eccentrici e fin troppo riconoscibili. Jessica Chastain, però, riesce a costruire un dialogo costante con il suo personaggio, lo interroga, lo ascolta e non lo giudica. Prova a vestire i suoi panni, insieme a lei trasforma il corpo e il volto con il passare degli anni. Piange e canta. Prova perfino a guardare il marito Jim, un piccolo uomo insulso senza il tocco della moglie, attraverso i suoi occhi. Il risultato finale è quello di una naturalezza, una comodità emotiva grazie alla quale Jessica diventa Tammy senza trucchi e senza inganni nonostante tutti i suoi orpelli esteriori.

La donna dietro la maschera

The Eyes of Tammy Faye Festa del Cinema di Roma

Ma torniamo al quesito iniziale, la domanda che ha mosso le intenzioni narrativi e rappresentative di Showalter. Chi è veramente Tammy Faye? In che modo è riuscita a rappresentare un numero impressionante di audience americana? E, soprattutto, quale paese ha rappresentato? Le risposte da cercare sono molte, forse troppe per un film solo, eppure Tammy non delude. Strettamente collegata alla sua versione documentaristica, il personaggio cinematografico de Gli occhi di Tammy Faye mostra la personalità di una donna che ha trovato nella fede un modo per giustificare la sua intera esistenza, e un palcoscenico dove mostrare un talento comunicativo sicuramente innovativo rispetto ai tempi. Grazie a questo si inserisce in un mondo profondamente maschile come quello della predicazione e si fa portavoce di una fede che non conosce discriminazioni nonostante il substrato culturale retrogrado del paese. Unica sua pecca è la fiducia riposta in un uomo mediocre, lo sguardo che gli rivolge costantemente cieco e carico di aspettative. Ma è un limite che le viene perdonato in nome di quell’interpretazione diretta e positiva dell’umanità e di un film che la racconta come un prodotto del suo tempo senza fargliene una colpa.

Gli occhi di Tammy Faye poster locandina

Scheda

Titolo originale: The Eyes of Tammy Faye
Regia: Michael Showalter
Paese/anno: Stati Uniti, Canada / 2021
Durata: 126’
Genere: Drammatico, Biografico
Cast: Jessica Chastain, Andrew Garfield, Vincent D’Onofrio, Cherry Jones, Louis Cancelmi, Chandler Head, Sam Jaeger, Coley Campany, Craig Newkirk, Dan Johnson, Fredric Lehne, Gabriel Olds, Grant Owens, Jay Huguley, Mark Wystrach, Michael MacCauley
Sceneggiatura: Abe Sylvia
Fotografia: Mike Gioulakis
Montaggio: Mary Jo Markey, Andrew Weisblum
Musiche: Theodore Shapiro
Produttore: Kelly Carmichael, Jessica Chastain, Gigi Pritzker, Rachel Shane
Casa di Produzione: MWM Studios, Freckle Films, Semi-Formal Productions, Fox Searchlight Pictures
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia

Data di uscita: 03/02/2022

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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