LA VITA È UNA DANZA

LA VITA È UNA DANZA

La danza classica potrebbe stare a rappresentare i sogni di una bambina che ancora deve confrontarsi con la durezza della vita reale. La danza contemporanea – pur permettendo di mantenere viva una passione – ci riporta quasi “coi piedi per terra”. E così, questo interessante e ben stratificato La vita è una danza – ultima fatica di Cédric Klapisch - si rivela un film molto più profondo e complesso di quanto inizialmente possa sembrare.

A ritmo di musica

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Quando nella vita ti accadono degli imprevisti sei costretto anche a modificare i tuoi sogni e a cercartene degli altri”. Ne sa qualcosa la giovane ballerina Elise Gautier (impersonata dall’attrice e prima ballerina dell’Opéra di Parigi Marion Barbeau, qui al suo debutto sul grande schermo), protagonista del lungometraggio La vita è una danza, ultima fatica dell’acclamato cineasta Cédric Klapisch. Già, perché di fatto, nel pieno del successo, la giovane è costretta in seguito a un incidente a riconsiderare la propria vita e i suoi progetti per il futuro. Ma sarà davvero tutto perduto o, in realtà, la vita ha ancora tanto e tanto da offrirle?

Improvvisi cambi di programma

Cédric Klapisch
La vita è una danza, Marion Barbeau durante una scena di ballo nel film di Cédric Klapisch

Dietro le quinte del Teatro dell’Opera tutti sono in fermento. Elise viene raggiunta dal suo ragazzo che le fa un “in bocca al lupo” prima di entrare in scena. Poi, appena prima che il sipario si alzi, la triste scoperta: il giovane la tradisce con una sua collega. La cosa sconvolgerà Elise a tal punto da farla cadere durante l’esibizione. La sua caviglia si sloga, probabilmente dovrà operarsi.

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Bisognerà attendere ancora alcuni mesi, però, per poter sapere se potrà tornare a danzare o meno. Che fare nel frattempo? La sua vita ruotava interamente intorno alla sua passione per la danza classica. Sarà una sua cara amica a coinvolgerla in un nuovo lavoro temporaneo. Grazie a lei e a nuove amicizie nate durante questa esperienza, Elise potrà iniziare a considerare la sua situazione da un nuovo punto di vista.

Crescere

La vita è una danza, Marion Barbeau in una sequenza del film
La vita è una danza, Marion Barbeau in una sequenza del film di Cédric Klapisch

Nel corso della sua lunga e prolifica carriera, Cédric Klapisch ci ha saputo regalare lungometraggi frizzanti e variopinti, in cui attraverso una coralità di voci sono nate nuove, entusiasmanti sinergie. Questo è stato il caso, giusto per fare qualche esempio, della celebre trilogia comprendente L’appartamento spagnolo (2002), Bambole russe (2005) e Rompicapo a New York (2013). In La vita è una danza l’approccio resta il medesimo e, attraverso un riuscito connubio tra cinema, danza e musica, assistiamo a un delicato periodo di svolta nella vita della giovane protagonista. Un periodo di crescita interiore che prevede anche un non sempre facile confronto generazionale.

Due mondi, due dimensioni

La vita è una danza, Hofesh Shechter e Marion Barbeau in una scena del film
La vita è una danza, Hofesh Shechter e Marion Barbeau in una scena del film di Cédric Klapisch

A tal proposito, notiamo come La vita è una danza presenti una robusta struttura ellittica. In apertura del lungometraggio la protagonista sbircia da dietro il sipario per vedere se suo padre è presente in platea. Il teatro dell’Opera ci sembra quasi un luogo senza tempo. O, meglio ancora, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato, in cui i costumi dei ballerini sembrano quasi ricordare figure oniriche, irreali, personaggi di favole che poca attinenza sembrano avere con la realtà. Dopo molte peripezie, ecco che ci troviamo, invece, in un teatro off. Il padre della protagonista siede commosso in mezzo al pubblico. Le scenografie sono ridotte all’essenziale, ma i ballerini ci sembrano più umani che mai, con i loro corpi vibranti e pieni di vita.

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Tutti i volti della danza

La vita è una danza, Marion Barbeau danza in una scena del film
La vita è una danza, Marion Barbeau danza in una scena del film di Cédric Klapisch

Ed ecco che, immediatamente, notiamo l’interessante parallelismo tra la danza classica e la danza contemporanea. “La danza classica sembra volersi a tutti i costi staccare dal suolo per liberarsi nell’aria, mentre la danza contemporanea prevede uno stretto contatto con il suolo. L’esatto contrario”. Allo stesso modo, la danza classica potrebbe stare a rappresentare i sogni di una bambina che ancora deve confrontarsi con la durezza della vita reale. La danza contemporanea – pur permettendo di mantenere viva una passione – ci riporta quasi “con i piedi per terra”. E così, questo interessante e ben stratificato La vita è una danza si rivela un film molto più profondo e complesso di quanto inizialmente possa sembrare. Un film che non smette mai di catturarci e di “ipnotizzarci” con i variopinti corpi danzanti dei suoi protagonisti (sapientemente ritoccati in digitale durante i titoli di testa, al punto da sembrare quasi figure astratte) e che altro non fa che confermare il talento di Cédric Klapisch nel raccontarci storie di personaggi a tutto tondo, che sul grande schermo, nelle loro imperfezioni, ci sembrano opere d’arte praticamente perfette.

La vita è una danza, la locandina italiana del film

Scheda

Titolo originale: En corps
Regia: Cédric Klapisch
Paese/anno: Paesi Bassi, Francia, Belgio / 2022
Durata: 117’
Genere: Commedia, Drammatico
Cast: Denis Podalydès, Pio Marmaï, François Civil, Damien Chapelle, Kevin Garnichat, Léonie Lojkine, Marilou Aussilloux, Muriel Robin, Souheila Yacoub, Zinedine Soualem, Agathe Berman, Alain Guillo, Alexia Giordano, Daria Tombroff, Fanny Sage, Florence Clerc, Germain Louvet, Hofesh Shechter, Jade Phan-Gia, Louis Lancien, Marion Barbeau, Marion Gautier de Charnacé, Mathilde Warnier, Mehdi Baki, Mourad Frarema, Olivier Brocheriou, Pierre-Benoît Talbourdet, Robinson Cassarino, Stéphane Debac
Sceneggiatura: Santiago Amigorena, Cédric Klapisch
Fotografia: Alexis Kavyrchine
Montaggio: Anne-Sophie Bion
Musiche: Thomas Bangalter
Produttore: Cédric Klapisch, Philippe Logie, Bruno Levy
Casa di Produzione: Canal+, Ciné+, Proximus, Panache Productions, Ce Qui Me Meut, La Compagnie Cinématographique, France 2 Cinéma, VOO, StudioCanal, BE TV, France Télévisions
Distribuzione: BiM Distribuzione

Data di uscita: 06/10/2022

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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