MA TU, MI VUOI BENE?

MA TU, MI VUOI BENE?

Ma tu, mi vuoi bene?, film d’esordio dell’attore Pier Maria Cecchini, cerca di indagare nel rapporto madre-figlio attraverso un viaggio nel passato; ma lo fa in modo piano e scontato, senza sollevarsi dal livello di un medio prodotto di intrattenimento.

Un film “Harmony” di semplice intrattenimento

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Ci sono molti modi per raccontare il rapporto madre-figlio, e nel film Ma tu mi vuoi bene?, nelle sale italiane dal 6 dicembre scorso, il regista Pier Maria Cecchini lo fa nel modo più semplice possibile. Quelle ultime parole pronunciate dalla madre nel letto di morte risuonano nella mente del figlio, che è indotto a interrogarsi nel profondo sul suo essere. L’attore Paolo Bernardi, molto fascinoso, interpreta un bravo ragazzo sempre in camicia bianca, un manager di successo ma senza famiglia, né figli. Le sue giornate trascorrono tra impegni di lavoro e notti brave che terminano inesorabilmente all’indomani con lei o lui che va via senza salutare. A scuoterlo due amici, un vicino e il titolare di un locale notturno, che in qualche modo colgono l’essenza del suo malessere esistenziale. E così un viaggio in Puglia, nel paese di Presicce dove, da piccolo, trascorreva l’infanzia nella casa della madre, lo riporta a sentimenti antichi fino a riscoprire un vecchio flirt di gioventù con una ragazza, oggi donna matura, che però lo ripaga con la stessa moneta.

Ritorni di adolescenza

Ma tu, mi vuoi bene?, Paolo Bernardini in una scena del film
Ma tu, mi vuoi bene?, Paolo Bernardini in una scena del film di Pier Maria Cecchini

Ma tu mi vuoi bene? va, prodotto e distribuito da Graziella Terrei con Magic Effect Production, scorre, senza né alti né bassi. Il personaggio è talmente chiuso in se stesso che non riesce nemmeno a confidarsi con nessuno, riuscendo solo ad affidare i suoi pensieri a un diario che fa tanto adolescenza. L‘intera ambientazione è alto borghese, con ville con piscina, bed & breakfast di un certo tono, cene in luoghi eleganti. Il mondo non entra nel vissuto del personaggio, non trapela una notizia, una canzone (le belle musiche originali sono di Claudio Luongo). Tutto il film lo inquadra dall’inizio alla fine come fosse un reality, da mattina a sera, doccia compresa.

Rapporto genitori-figli

Emerge lo scollamento di un figlio dall’amore familiare. Se la madre morta con quell’ultimo interrogativo scatena la trama del film, la figura del padre (poi non così vecchio) è relegata a un ruolo di uomo provato dalla morte della moglie. Una lettura davvero non credibile che appare marcatamente forzata. Tra una scena e l’altra si guarda Ma tu mi vuoi bene? aspettando un qualche colpo di scena, ma si rimane delusi. Niente scuote la narrazione se non un prevedibile ritorno dopo un “tentativo di fuga”. Dal punto di vista della fotografia, curata da Maurizio Sala, le immagini sono belle e curate. Tornano a tratti alcune ripetizioni di scene già viste. La pizzica sulla spiaggia, per esempio. Didascalico il racconto del luogo di infanzia, Presicce. Scontato il giro in vespa a Gallipoli che probabilmente vorrebbe fare il verso al più celebre Vacanze romane con gli indimenticati Gregory Peck e Audrey Hepburn.

La regia non osa e vola basso

Ma tu, mi vuoi bene?, Paolo Bernardini e Roberta Barbiero in una sequenza del film
Ma tu, mi vuoi bene?, Paolo Bernardini e Roberta Barbiero in una sequenza del film di Pier Maria Cecchini

Se il protagonista regge bene il suo ruolo, ci si chiede se il regista non potesse osare di più uscendo da una narrazione scontata per qualcosa di più travolgente e intrigante. La prova registica, sulla sceneggiatura di Marco Tregioli tratta dal suo omonimo romanzo, appare pertanto sufficiente. Il film è di intrattenimento, nel senso letterale del termine. Intrattiene ma non fa altro. Buona la prova recitativa degli altri interpreti.

Il film, in realtà”, scrive Piermarini nelle note di regia, “non vuole focalizzarsi sull’importanza degli incontri, spesso figli del caso e delle circostanze, ma sottolineare più che altro l’importanza del ‘guardarsi dentro’ che, in fondo, altro non è che aprire un antico e intarsiato baule di legno pregiato, per tanto tempo chiuso in una polverosa e buia cantina, dal quale fuoriesce, in maniera preponderante, un’intera vita con le sue pieghe e i suoi fastidiosi chiaroscuri”. Girato bene, fin troppo gentile nella narrazione, Ma tu mi vuoi bene? si rileva un film Harmony per riempire una serata, senza infamia e senza lode. Eppure il tema, profondo in sé, poteva avere mille riletture. Anche se non appare mai, lo spettatore immagina quella madre, probabilmente casalinga e benestante, che fino all’ultimo istante si chiede se quell’unico figlio per il quale si è sacrificata “le vuole bene”. Tragico.

Ma tu, mi vuoi bene?, la locandina del film
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Scheda

Titolo originale: Ma tu, mi vuoi bene?
Regia: Pier Maria Cecchini
Paese/anno: Italia / 2022
Durata: 100’
Genere: Commedia
Cast: Alessandro Paci, Dafne Barbieri, Erica Zambelli, Gaetano Gennai, Luciano Giugliano, Paolo Bernardini, Pier Maria Cecchini, Roberta Barbiero, Tommaso Arnaldi, Umberto Sardella
Sceneggiatura: Graziella Terrei, Marco Carrozzo
Fotografia: Maurizio Sala
Montaggio: Maurizio Sala
Musiche: Claudio Luongo
Produttore: Graziella Terrei
Casa di Produzione: Rising Film, Magic Effect Production
Distribuzione: Magic Effect Production

Data di uscita: 06/12/2022

Trailer

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Giornalista professionista, laureata in Scienze Politiche. Ha collaborato con Ansa e Il Tempo, passando poi alla collaborazione fissa con Il Messaggero. Ha scritto per L’Espresso, D La Repubblica delle Donne, Avvenimenti. Per le edizioni Media&Books ha pubblicato, con il luogotenente Francesco Leonardis, il libro Laureato in onestà (2017). Ha diretto il mensile ambientalista La Voce del Lago. Gestisce il sito www.ecolagodibracciano.it e dirige il mensile Gente di Bracciano. È presidente dal 1992 dell’Associazione Culturale Sabate - Museo Storico della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare “Augusto Montori” a Anguillara e, dal 2017, del Comitato Difesa Bacino Lacuale Bracciano-Martignano.

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