DUNGEONS & DRAGONS – L’ONORE DEI LADRI

DUNGEONS & DRAGONS – L’ONORE DEI LADRI

A ricordarci quanto maghi, elfi e draghi siano diventati una componente importante nell’immaginario odierno, arriva Dungeon & Dragons - L’onore dei ladri. Questo secondo tentativo di portare su grande schermo il popolarissimo gioco di ruolo è un film d'avventura fantasy, che si destreggia tra diversi toni e generi (dall’horror all’heist movie) in cui tutto procede come dovrebbe, senza grandi sorprese. La pellicola riesce a ricreare alcune delle atmosfere del materiale originale, senza (voler?) andare troppo in profondità in nessuno degli aspetti affrontati.

Edgin’s Five

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I registi e sceneggiatori Jonathan Goldstein e John Francis Daley, insieme al cosceneggiatore Michael Gilio, costruiscono con Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri una sorta di alternativa fantasy a Ocean’s Eleven (2001, Steven Soderbergh). Nella trama del film, infatti, Edgin Darvis (Chris Pine) e la guerriera Holga (Michelle Rodriguez) facevano parte un tempo di un’efficiente banda di criminali dedita alle rapine, insieme allo stregone Simon Aumar (Justice Smith) e all’astuto Forge Fletcher (Hugh Grant). Almeno fino a quando il gruppo non viene catturato, sfaldandosi, nel tentativo di venire in possesso di un artefatto che permette di far tornare in vita una persona cara defunta. Dopo essere evasi di prigione a distanza di qualche anno, Edgin e Holga devono però riunire una nuova squadra per provare ancora una volta a entrare in possesso dell’oggetto, stavolta con il compito ancora più arduo di riconquistare la fiducia di Kira (Chloe Coleman), la figlia di Edgin solo apparentemente abbandonata da quest’ultimo.

Cosa facciamo adesso?

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri, Justice Smith, Chris Pine, Sophia Lillis, Michelle Rodriguez in una sequenza
Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, Justice Smith, Chris Pine, Sophia Lillis, Michelle Rodriguez in una sequenza del film

È questa la domanda che sottintende il film e i suoi personaggi; questi passano infatti dall’escogitare un piano all’altro per superare gli ostacoli che li separano dal loro scopo, all’interno di uno schema unico che non permette loro di avere un grande margine di movimento. Appare infatti chiaro come l’obiettivo di Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri sia quello di ricreare quel senso di gruppo e comunità che è al centro del gioco da tavolo stesso. I nostri eroi, fallibili e insicuri, durante il loro percorso di crescita e consapevolezza danno soprattutto spazio al tema della famiglia ritrovata (aspetto questo da non sottovalutare nel suo limitare la scontatezza di temi prevedibilmente più romantici). Di conseguenza, ognuno dei personaggi porta diversi set di abilità di cui avranno bisogno per raggiungere i propri obiettivi, compensandosi l’uno con l’altro in termini di debolezza e forza. Ma i richiami alla fonte di partenza non stanno solo nell’importanza del gioco di squadra e nelle situazioni che si parano davanti al nostro gruppo. Ci sono infatti alcuni dei luoghi più amati del gioco di ruolo, come per esempio Neverwinter, ricostruiti in maniera dettagliata. Le sequenze d’azione sono nella maggior parte dei casi piuttosto godibili, in particolare la trasformazione della druida Doric (Sophia Lilis) in un orso-gufo, o il combattimento contro un drago e un gruppo di non morti.

Atti di fede

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri, Daisy Head in una scena
Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, Daisy Head in una scena del film

I maggiori problemi di Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri stanno però in primis nella sua lunghezza: due ore e un quarto sono un po’ eccessive per come viene portata avanti la storia, facendo venire ancora più a galla il fatto che non ci siano temi particolarmente significativi. I personaggi si presentano (e qui sta il secondo problema del film) con caratterizzazioni che sono sottosviluppate o non esistono proprio. La trama viene così imbottita di flashback che vorrebbero essere toccanti, ma senza realmente approfondire granchè; diventa allora difficile essere coinvolti nel doloroso passato di Edgin o con il fatto che la guerriera silenziosa Holga si stia riprendendo da una relazione interrotta o, ancora, con la mancanza di fiducia che la druida nutre verso gli esseri umani. L’unica eccezione è la figura del giovane mago Simon, caratterizzato da una spiccata insicurezza in sé stesso che dovrà però necessariamente affrontare nel corso del film (che del resto finirebbe altrimenti ben prima dei 135’ totali) ma anche quest’aspetto viene risolto in maniera estremamente sbrigativa. Ma se i buoni piangono a livello di caratterizzazione, i nemici non ridono. Per un avversario che ha un approccio gigionesco al male con la sua scherzosità (Hugh Grant, che torna nei panni di un antagonista dopo quelli rivestiti in Paddington 2), ce ne vuole uno davvero cattivo, e quindi ecco la Maga Rossa Sofina (Daisy Head). Il punto, tuttavia, è che neanche lei sembra avere una forte motivazione dietro le sue azioni, e bisogna fare un atto di fede per credere nel suo ruolo di villain. C’è poi da dire che il duo Daley/Goldsmith punta molto sugli aspetti da commedia del film (cosa che non stupisce, dato che i dye vengono da pellicole come Game Night – Indovina chi muore stasera?, del 2018, tra gli ultimi loro script) ma i momenti migliori poggiano sulle spalle di solo due personaggi principali, Edgin e il virtuoso paladino Xenk (Regè Jean-Page) con il suo pomposo modo di esprimersi. Un po’ pochino.

Cubi gelatinosi (in parte) evitati

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri, Michelle Rodriguez e Chris Pine in una scena
Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, Michelle Rodriguez e Chris Pine in una scena del film

Con Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri ci troviamo davanti a una storia che nella sua semplicità, e spesso prevedibilità, si concentra principalmente sulla costruzione di un vero e proprio universo. Il tentativo alla The Last of Us (per citare uno degli ultimi titoli tratti da una fonte di partenza, in questo caso, videoludica) non si può dire sia riuscito fino in fondo.La missione di partenza, ossia portare uno dei giochi di ruolo da tavolo più amati al mondo su grande schermo, non era d’altronde sicuramente facile. Aver fatto uscire tuttavia quest’ultimo da quel cubo gelatinoso che è stato il flop del Dungeons & Dragons di ventitre anni fa con Jeremy Irons nel cast (!!!) può far accontentare i giocatori e i fan piu’ irriducibili. In tal senso la pellicola di Daley e Goldsmith è sicuramente a oggi la migliore trasposizione su schermo dedicata all’universo dell’omonimo gioco. Anche l’attenzione dei neofiti può essere catturata; a patto che si accetti di essere spinti da un posto a un altro senza porsi troppe domande.

Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri, la locandina italiana del film
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Scheda

Titolo originale: Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves
Regia: John Francis Daley, Jonathan Goldstein
Paese/anno: Stati Uniti, Canada / 2023
Durata: 134’
Genere: Fantasy, Avventura, Fantastico, Azione
Cast: Michelle Rodriguez, Chris Pine, Sophia Lillis, Chloe Coleman, Daisy Head, Hugh Grant, Justice Smith, Regé-Jean Page, Spencer Wilding, Adam Behan, Avril Murphy, Barry O'Connor, Bryan Larkin, Clayton Grover, Colin Carnegie, Dan Poole, Georgia Landers, Ian Hanmore, Kyle Hixon, Natali Servat, Neil Stoddart, Nicholas Blane, San Shella, Sarah Amankwah, Sophia Nell Huntley, Will Irvine
Sceneggiatura: Michael Gilio, Jonathan Goldstein, John Francis Daley
Fotografia: Barry Peterson
Montaggio: Dan Lebental
Musiche: Lorne Balfe
Produttore: Brian Goldner, Jeremy Latcham, Nick Meyer
Casa di Produzione: Entertainment One, Hasbro, Paramount Pictures, Hasbro Studios, Allspark Pictures
Distribuzione: Eagle Pictures

Data di uscita: 29/03/2023

Trailer

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Laureato in archeologia ma sempre con pericolose deviazioni cinematografiche, tali da farmi frequentare dei corsi di regia e sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho partecipato per alcuni anni allo staff organizzativo dell’Irish Film Festival presso la Casa del Cinema. Da qua, il passo per dedicarmi a dei cortometraggi, alcuni dei quali per il concorso “Mamma Roma e i suoi quartieri”, è stato breve, condito anche dalla curatela di un incontro intitolato “La donna nel cinema giapponese”, focalizzato sul cinema di Mizoguchi, presso il cineclub Alphaville. Pur amando ovviamente il cinema nelle sue diverse sfaccettature, sono un appassionato di pellicole orientali, in particolare coreane, che credo occuperanno un posto rilevante nei futuri manuali di storia del cinema.

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