MISSION: IMPOSSIBLE – DEAD RECKONING PARTE UNO

MISSION: IMPOSSIBLE – DEAD RECKONING PARTE UNO

Fa sostanzialmente bene il suo lavoro, Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte uno, ponendo per la prima volta l’agente Ethan Hunt interpretato da Tom Cruise di fronte a un nemico incorporeo: un’intelligenza artificiale capace, potenzialmente, di compromettere i sistemi informatici di tutto il globo. Ma la superspia dovrà vedersela, in primis, coi suoi demoni e fantasmi personali.

L’Entità e la spia stanca

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C’è voluta un bel po’ di attesa, per poter finalmente vedere sul grande schermo questo Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte uno, primo capitolo di un dittico che dovrebbe concludere (salvo ipotetici ripensamenti) la saga action-spionistica iniziata nel lontano 1996. Un’attesa dovuta in primis alla pandemia, che ha messo in stand-by il mondo del cinema (e non solo) proprio quando le riprese erano iniziate, rallentando poi, a cascata, tutte le fasi successive della produzione e della post-produzione; fasi che, com’è noto, hanno interessato tanto questo film quanto il suo già realizzato sequel, girato back-to-back e atteso per il 2024. L’attesa, comunque (come spesso accade in questi casi) ha aumentato l’hype e la curiosità, almeno per i non pochi fans di un marchio che, da simbolo di un modello scomparso di serialità televisiva (quella degli anni ‘60) si è trasformato in emblema di un nuovo modo di intendere la spy story cinematografica, tecnologico e capace di evolversi insieme al suo protagonista. Certo, l’approccio autoriale del primo film di Brian De Palma è decisamente lontano, ma la saga, più che mai, è oggi legata a doppio filo al suo protagonista: è infatti Tom Cruise, anche produttore, a dettare tempi e modi di uno spettacolo ancora una volta cucito addosso a lui, affidato di nuovo, in regia, a quel Christopher McQuarrie che con la star (dai tempi di Operazione Valchiria e Jack Reacher) ha un rapporto consolidato.

Un nemico incorporeo

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno, Tom Cruise e Rebecca Ferguson in una scena
Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno, Tom Cruise e Rebecca Ferguson in una scena del film

L’agente Ethan Hunt, invecchiato e stanco, ha qui un compito più complicato del solito: la superspia deve infatti vedersela per la prima volta con un nemico incorporeo, un’intelligenza artificiale che – originariamente progettata per scopi d’infiltrazione e sabotaggio dei sistemi informatici – si è evoluta fino a rendersi senziente. Per fermare “l’Entità”, come il sistema viene chiamato, bisogna entrare in possesso delle due metà di una chiave che dovrebbe neutralizzarne il funzionamento: nel frattempo, nessun sistema informatico mondiale è al sicuro, mentre qualsiasi informazione è potenzialmente falsa, o corrotta dall’Entità per i suoi scopi. Ethan deve riunirsi così coi fidati Luther e Benji (interpretati di nuovo, rispettivamente, da Ving Rhames e Simon Pegg) oltre che con una vecchia conoscenza come Ilsa Faust (Rebecca Ferguson) e con la nuova alleata, la ladra professionista Grace. Ma l’uomo è tormentato da fantasmi provenienti dal passato, che inevitabilmente andranno a interferire con la sua missione.

Un film di fantasmi?

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno, Tom Cruise e Hayley Atwell in una concitata scena
Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno, Tom Cruise e Hayley Atwell in una concitata scena del film

Dal semplice riassunto del plot di Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte uno emerge subito la caratteristica che rappresenta, in un certo senso, il suo valore aggiunto: la capacità cioè di intercettare, in anticipo sui tempi (il film, lo ricordiamo, fu girato nel 2020) un’inquietudine oggi estremamente diffusa come quella legata all’uso delle AI, e ai loro possibili effetti collaterali sull’informazione, la politica, l’economia e in generale ogni aspetto della vita sociale. Flirtando con la sci-fi (anche nell’iconografia: si veda la lunga sequenza ambientata durante un party a Venezia, con una scenografia tra l’astratto e il futuristico) un blockbuster come quello di McQuarrie diventa così specchio di un’importante paura propria della contemporaneità, incarnata in un villain che, per la prima volta, non possiede un corpo con cui il protagonista può confrontarsi. Ma, in fondo, tutto Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte uno è in un certo senso un film di fantasmi: in primis quelli personali dello stesso Hunt, di cui scopriamo un trauma sepolto nel passato e legato a un antico senso di colpa; e più in generale quelli della memoria di un’istituzione (la stessa IMF) che forse, nel contesto moderno, deve ricalibrare i suoi obiettivi e la sua stessa ragion d’essere. Ma è lo stesso Hunt, in primis, ad apparire qui come un personaggio tormentato e in un certo senso “fuori tempo”: rassegnato a essere lui stesso un fantasma – ma questa non è certo una novità nella saga – ma soprattutto preoccupato di essere (di nuovo) responsabile del pericolo di chi gli sta accanto. Una paura che lo condizionerà in tutta questa nuova missione.

La lunga attesa

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno, Pom Klementieff in una scena
Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno, Pom Klementieff in una scena del film

Lungo (forse troppo: i 163 minuti a tratti si sentono in modo eccessivo), rutilante, esteso tanto in senso temporale quanto spaziale (le location vanno dal prologo nelle profondità del Mar Baltico a una cupa Amsterdam, attraversando la Namibia, l’Italia – in particolare Roma e Venezia – e successivamente la location mobile dell’Orient Express), Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte uno mantiene comunque inalterati i marchi di fabbrica della saga; marchi di fabbrica tradotti in robuste dosi di azione, nei proverbiali, spericolati stunt in cui il protagonista si lancia ancora una volta con generosità, in un ritmo che sa conferire il giusto quid iperrealistico alle sequenze d’azione senza sconfinare nell’astrazione voluta ed esibita (come nella saga di John Wick). Resta presente, anche, la necessaria componente ironica, mescolata senza soluzioni di continuità a quella action (come nella lunga corsa in una Fiat Cinquecento per le strade di Roma) oltre alla filosofia di base del genere spionistico: quella, cioè, delle nuances e dei personaggi in chiaroscuro, delle figure di cui forse ci si può fidare, forse no (la nuova alleata del protagonista, col volto di Hayley Atwell), dei villain non privi di motivazione (la notevole avversaria col volto di Pom Klementieff). A tratti ci si stanca del tanto che il film mette sullo schermo, ma nondimeno si resta avvinti da una (ri)costruzione del personaggio – e dei suoi comprimari – più che mai attenta e sfaccettata. Si tira il fiato solo alla fine, quando la narrazione, come annunciato, si interrompe facendo iniziare l’attesa per la seconda metà del dittico: una formula che, dobbiamo confessarlo, non abbiamo particolarmente a cuore, ma che sembra ormai diventata la norma per un certo tipo di blockbuster. Non possiamo, quindi, che disporci di buon grado all’attesa.

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Locandina

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno, la locandina italiana

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Scheda

Titolo originale: Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One
Regia: Christopher McQuarrie
Paese/anno: Stati Uniti / 2023
Durata: 163’
Genere: Avventura, Azione, Thriller, Spionaggio
Cast: Rob Delaney, Pom Klementieff, Rebecca Ferguson, Shea Whigham, Vanessa Kirby, Simon Pegg, Charles Parnell, Indira Varma, Mark Gatiss, Tom Cruise, Hayley Atwell, Henry Czerny, Frederick Schmidt, Esai Morales, Greg Tarzan Davis, Mariela Garriga, Ving Rhames, Cary Elwes, Ioachim Ciobanu, Yennis Cheung
Sceneggiatura: Christopher McQuarrie, Erik Jendresen
Fotografia: Fraser Taggart
Montaggio: Eddie Hamilton
Musiche: Lorne Balfe
Produttore: Tom Cruise, Leifur B. Dagfinnsson, Christopher McQuarrie, Marco Valerio Pugini
Casa di Produzione: Paramount Pictures, New Republic Pictures, TC Productions, Skydance Media, Bad Robot
Distribuzione: Eagle Pictures

Data di uscita: 12/07/2023

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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