BLUE BEETLE

BLUE BEETLE

Tra gli ultimi film del “vecchio” universo DC, Blue Beetle risente di uno sviluppo insieme troppo lineare e poco preoccupato di costruire archi narrativi credibili per i suoi personaggi, protagonista in primis: un film che offre un intrattenimento di discreta fattura ma tale da farsi dimenticare rapidamente, poco in linea con la direzione che (almeno a parole) James Gunn e Peter Safran vorrebbero dare al rinnovato DC Universe.

Il simbionte in blu

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Fa un effetto strano vedere, in questo ormai inoltrato 2023, film che erano nati sotto l’egida di una precisa strategia produttiva, inseriti in quella che doveva essere un piano di lungo respiro e una continuity destinata a consolidarsi, divenuti ora “orfani” di quelle stesse basi e condannati a una sorta di limbo, specie in un’industria che pare ormai sempre più dipendente dalla logica del franchise. Film autosufficienti loro malgrado, forse rimaneggiati in fase di post-produzione in modo da minimizzare il loro impatto su un universo che avrà presto un gigantesco riavvio. È stato, questo, il caso dei recenti Black Adam e (soprattutto) The Flash; ed è ora il caso di questo Blue Beetle, cinecomic che doveva introdurre nel mondo DC il suo primo supereroe latinoamericano, trasposizione di un personaggio “di seconda fascia” dei fumetti della casa americana. Non è dato, al momento, sapere se il film di Ángel Manuel Soto – regista fattosi notare nel 2020 con l’indipendente Charm City Kings – sarà in qualche modo (re)inserito nella continuity del rinnovato DC Universe, che avrà il suo avvio ufficiale nel 2025 con Superman: Legacy: quello che sembra chiaro è che il film, nato in questa singolare “terra di mezzo” tra due fasi di un media franchise oltremodo travagliato, abbia cercato il più possibile di mantenersi autosufficiente (scene post-credits a parte), camminando sulle sue gambe senza per questo precludersi la via a possibili sequel.

Due incontri “fatali”

Blue Beetle, Xolo Maridueña in una foto
Blue Beetle, Xolo Maridueña in una foto del film

Ispirandosi all’incarnazione più recente del personaggio di Blue Beetle, quella della “Modern Age” dei fumetti DC inaugurata nel 2006, il film ha al centro della sua trama il personaggio del giovane di origini messicane Jaime Reyes: il ragazzo, appena laureatosi, torna nella sua città natale di Palmera City, riunendosi con una famiglia ora in gravi difficoltà economiche, che sarà presto costretta a lasciare il quartiere dove lo stesso Jaime è cresciuto. Venuto casualmente in contatto con Jenny Kord, nipote ribelle dell’imprenditrice senza scrupoli Victoria Kord – dedita alla produzione di armi e alla vigilanza privata – il ragazzo riceve dalle sue mani uno strano manufatto: si tratta dello Scarabeo, un simbionte di origine aliena capace di fondere il suo corpo con quello dell’ospite umano, dotando quest’ultimo di un potentissimo esoscheletro e di armi avanzatissime. “Scelto” dal simbionte, Jaime si trasformerà così nel potente supereroe Blue Beetle; ma lui e Jenny dovranno fare i conti con Victoria Kord, pronta a tutto pur di reimpossearsi dello Scarabeo, a costo di minacciare la vita di Jenny, di Jaime e della stessa famiglia del ragazzo.

Linearità e incongruenze

Blue Beetle, Xolo Maridueña in azione in una scena del film
Blue Beetle, Xolo Maridueña in azione in una scena del film

Pensato originariamente per il mercato dello streaming (la sua destinazione iniziale doveva essere la piattaforma HBO Max) Blue Beetle sembra scontare un progetto e un planning un po’ in tono minore, come se i produttori avessero deciso fin dall’inizio di riservare al personaggio un ruolo di secondo piano nel vecchio DC Extended Universe; un ruolo che probabilmente, nell’universo ridisegnato da James Gunn e Peter Safran, finirà ora per restringersi ulteriormente, fino a sfiorare l’irrilevanza. I riferimenti all’esistenza di Superman, Batman & Co. nello stesso contesto narrativo del film sono occasionali e poco rilevanti per l’evoluzione del racconto, ma non è questo il problema principale: piuttosto, a un certo punto, nella sceneggiatura viene fatta menzione a un “altro” Blue Beetle – evitiamo di dire di più, fedeli al proposito di evitare qualsiasi spoiler – che avrebbe operato quattro decenni prima, e di cui il protagonista sarebbe chiamato a raccogliere l’eredità; ma l’informazione viene lasciata cadere in modo quasi casuale, come se la presenza di un supereroe che si era erto a paladino della città di Palmera (così viene detto in un dialogo) fosse un’informazione secondaria. Un’incoerenza narrativa che è solo una delle tante, in una sceneggiatura che appare da un lato troppo lineare, dall’altro poco interessata a caratterizzare i suoi personaggi (protagonista in primis) al di là dello stretto indispensabile.

Una origin story in tono minore

Blue Beetle, Susan Sarandon e Harvey Guillen in una scena del film
Blue Beetle, Susan Sarandon e Harvey Guillen in una scena del film

Più in generale, Blue Beetle si presenta come un cinecomic già (involontariamente?) vecchio nella concezione, che finisce per ricordare certi film di supereroi stand-alone dei primi anni 2000, e che non si preoccupa di costruire per il suo protagonista (uno Xolo Maridueña un po’ statico) un arco narrativo degno di questo nome. Il film rappresenta, di fatto, una origin story per un personaggio che forse non vedremo più sullo schermo (ma siamo pronti a essere smentiti) il cui appeal non propriamente irresistibile è aggravato da una scelta – un’armatura senziente, che il più delle volte prende letteralmente il controllo del suo corpo – che non aiuta molto l’empatia e la partecipazione spettatoriale. Ci si lascia coinvolgere il giusto dal discreto ritmo e da una confezione comunque dignitosa, espressa anche in sequenze d’azione complessivamente ben orchestrate; ma non ci si libera del sentore di stanchezza che permea l’intera operazione, che oltretutto sciupa un’interprete come Susan Sarandon in un ruolo da villain oltremodo unidimensionale; un ruolo piatto nella sua assenza di motivazioni degne di questo nome e nell’elementare contrasto con la figura della nipote. Il tentativo di conferire spessore all’altro villain della trama (il Carapax interpretato dallo statuario Raoul Trujillo) appare parimenti goffo e tardivo, concentrato com’è unicamente nell’ultima parte del film. Resta il tema della famiglia (una famiglia estesa, nel caso del protagonista), ribadito e sottolineato più volte, al punto da diventare quasi un mantra; ma anche qui, nel blockbuster americano moderno, non siamo in fondo di fronte a nulla di nuovo (la mente corre alla saga di Fast & Furious). Quello di Blue Beetle rimane un intrattenimento usa e getta che probabilmente non lascerà molte tracce in un franchise che – almeno sulla carta – sembra puntare a costruzioni narrative e visive di ben altra fattura.

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Locandina

Blue Beetle, la locandina italiana del film

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Scheda

Titolo originale: Blue Beetle
Regia: Angel Manuel Soto
Paese/anno: Stati Uniti, Messico / 2023
Genere: Avventura, Fantascienza, Azione, Thriller
Cast: Adriana Barraza, Susan Sarandon, Harvey Guillén, Xolo Maridueña, Elpidia Carrillo, Becky G, Belissa Escobedo, Bridgette Michelle Bentley, Bruna Marquezine, Damián Alcázar, Gabriella Ortiz, George Lopez, Jorge Jimenez, Kade Pittman, Lovell Gates, Marcus Nelson, Oshún Ramirez, Raoul Max Trujillo, Walter J. Buck, Yuli Zorrilla
Sceneggiatura: Gareth Dunnet-Alcocer
Fotografia: Pawel Pogorzelski
Montaggio: Craig Alpert
Musiche: The Haxan Cloak
Produttore: Zev Foreman, John Rickard, K.C. Hodenfield, Alice S. Kim
Casa di Produzione: Warner Bros. Pictures Mexico, Warner Bros., The Safran Company, DC Entertainment

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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