IL SOGNO DI SAMIRA
Nino Tropiano ha realizzato Il sogno di Samira nell’arco di ben sette anni. Dal 2009 al 2016, infatti, il regista si è recato più e più volte in Tanzania, al fine di “accompagnare” la giovane protagonista nel suo tutt’altro che semplice percorso. Ciò che ne è derivato è anche un’attenta e per nulla banale riflessione sull’odierna condizione delle donne in un paese da molti conosciuto soltanto come una sorta di paradiso terrestre.
Sognando un futuro migliore
C’è un piccolo villaggio, nell’arcipelago di Zanzibar, dove il tempo sembra quasi essersi fermato. Uno dei più pittoreschi villaggi della zona, che, proprio per questo, vive quasi esclusivamente di turismo. A Nungwi (questo è il nome del suddetto villaggio) vi sono tuttavia anche numerosi giovani che sognano un futuro diverso da quello che sembra essere loro destinato. Una di questi giovani è la vivace e determinata Samira, che, proprio come tutte le altre sue coetanee, sogna di avere un giorno una famiglia propria, ma che, più di ogni altra cosa, punta innanzitutto all’indipendenza economica. Lei, dunque, è la protagonista del documentario Il sogno di Samira, diretto dal regista italiano Nino Tropiano.
Percorsi di vita
Il sogno di Samira, dunque, ha una genesi molto particolare. Già nel 2009, infatti, il regista si era recato proprio a Nungwi, al fine di osservare da vicino le vite di alcune ragazze che frequentavano una scuola professionale, per poter arrivare all’esame di maturità e poi, eventualmente, sostenere alcuni esami propedeutici all’università. Samira è dunque una di queste ragazze, la più determinata di tutte. Un passato difficile, un grave lutto vissuto in tenera età e una figura paterna quasi sempre assente nei momenti del bisogno hanno risvegliato in lei il desiderio di essere finalmente (e a tutti i costi) indipendente; e a tal fine, a differenza di molte sue amiche, la ragazza è anche disposta a lasciare per sempre il suo villaggio natale.
(Non) una come tante
Nino Tropiano ha realizzato dunque questo suo Il sogno di Samira nell’arco di ben sette anni. Dal 2009 al 2016, infatti, il regista si è recato più e più volte in Tanzania, al fine di “accompagnare” la giovane Samira in questo suo tutt’altro che semplice percorso. Ciò che ne è derivato non è soltanto la storia straordinaria di una persona straordinariamente coraggiosa, bensì anche un’attenta e per nulla banale riflessione sull’odierna condizione delle donne in un paese da molti conosciuto soltanto come una sorta di paradiso terrestre, come una “pittoresca cartolina” in cui trascorrere piacevoli giornate di vacanza.
Questione di tempo
Un approccio registico estremamente realista e privo di ogni qualsivoglia virtuosismo si è rivelato, a tal fine, la soluzione giusta atta a farci entrare non soltanto nel mondo della giovane protagonista, ma anche in quella piccola realtà di cui in pochi, al di fuori degli stessi abitanti, conoscono i dettagli. Visionando dunque Il sogno di Samira, vista l’importanza che viene data al fattore temporale, verrebbe quasi da pensare al cinema di Richard Linklater e, nello specifico, al suo Boyhood (2014), la cui lavorazione è durata ben dodici anni. Dodici anni in cui abbiamo visto il giovane Ellar Coltrane (nel ruolo di Mason) entrare pian piano nell’età adulta. Con tutte le difficoltà del caso.
“Se puoi sognarlo, puoi farlo”
In Il sogno di Samira, naturalmente, non è presente alcuna finzione scenica, ma tutto ciò che vediamo sullo schermo è pura realtà. E, talvolta, può fare tanto, tanto male. Proprio come quando vediamo il primo piano del bellissimo volto della protagonista, truccata in modo tradizionale in occasione del suo matrimonio, ma con uno sguardo totalmente perso nel vuoto. Può, dunque, esserci una seppur debole possibilità di “salvezza”, di un futuro migliore, per Samira e le sue coetanee? “Se puoi sognarlo, puoi farlo”, diceva a suo tempo Walt Disney. E questo sembra essere il mantra anche della nostra protagonista, disposta com’è a lottare con le unghie e con i denti per poter realizzare i propri sogni. Persino quando questi sogni sembrano lontani anni luce.
Locandina
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Scheda
Titolo originale: Ndoto ya Samira
Regia: Nino Tropiano
Paese/anno: Italia, Svizzera, Irlanda / 2020
Durata: 88’
Genere: Documentario
Sceneggiatura: Nino Tropiano
Fotografia: Vittoria Fiumi, Maria Pina Mastropietro
Montaggio: Safinez Bousbia, Aline Hervé, Luca Gianfrancesco, Nino Tropiano
Musiche: Matona Zanzibar, Bi-Kidude, Sebastiano Forte
Produttore: Nino Tropiano
Casa di Produzione: Fall Films, Framevox